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Batistuta: "De Rossi, esperienza unica al Boca. Totti? Difficile convincersi a smettere"

Il Re Leone presenta "El numero nueve" alla Festa del Cinema: "Quanto sono venuto alla Roma, grazie al mio professionismo, sembrava che fossi nato qui"

23 Ottobre 2019 - 13:24

"Avevo voglia di raccontarmi, dopo tanto nascondermi". Esordisce così Batistuta alla conferenza stampa di presentazione di "El numero nueve" alla Festa del Cinema.  "Mi sono nascosto per proteggermi personalmente e per proteggere la mia famiglia. È stato il mio modo di difendermi. Volevo raccontarmi non a chi mi conosce, ma soprattutto ai ragazzi. Ho figli adolescenti e fanno fatica a scegliere qualcosa da fare nella vita. Per me è stato molto semplice".

> GALLERY - Bati alla Festa del Cinema <

Un lungometraggio, quello diretto da Pablo Benedetti e prodotto da SenseMedia, che per Bati ha un significato molto particolare, quasi pedagogico, come ha spiegato: "Fino a 18 anni non sapevo cosa fare, poi ho capito di poter fare il calciatore e mi sono impegnato molto. Bisogna porsi degli obiettivi e quando si va giù, rialzarsi. Voglio raccontare questo ai ragazzi. Ci vedono con belle macchine, ci vedono in copertina… Ma non ci vedono quando lasciamo le famiglie, quando ci fa male la caviglia, quando a casa soffriamo perché i tifosi ci contestano. Volevo raccontare questi sacrifici, anche quelli di chi non ha avuto la stessa fortuna".

Le parole su Totti e De Rossi

L'ex centravanti argentino ha avuto modo anche di spendere alcune parole su Roma e Fiorentina, due squadre in cui ha lasciato un segno indelebile. "Quando i giallorossi e i viola torneranno a vincere? Non è facile, è un percorso che va fatto. Ci sono tante componenti che fanno sì che una storia abbia successo. Possono? Sì, possono tornare a vincere. È facile? No, dico di no. A Firenze ora c'è molto entusiasmo, ma senza lavoro non basta". E anche su due ex compagni di squadra come De Rossi e Totti: "Daniele sta vivendo emozioni uniche al Boca. Purtroppo abbiamo perso il doppio Superclasico di Libertadores. Ma resta un'esperienza unica che è riuscito a fare prima di smettere. Totti è stato nel calcio per oltre vent'anni, ed è stato Totti. È dura capire che non lo sei più. Io sono stato fortunato, tra virgolette, perché le mie caviglie mi hanno aiutato a convincermi. Lui sentiva di poter ancora giocare, non ai livelli della Serie A, ma poteva altrove. Non mi sento di potergli dare consigli che possono aiutarlo. Io ho cercato altre vie. Sono andato in Argentina, mi sono messo in campagna, ho fatto crescere i miei vitelli, ho provato a prendere il brevetto di pilota di aereo. C'è una vita oltre il calcio".

"Sembravo nato qui"

"Il professionismo che mi sono imposto ha fatto sì che la gente mi rispettasse. Quando sono venuto a Roma, sapevano che ero una bandiera della Fiorentina, ma poi sembrava che ero nato nella Capitale. Quando ho segnato alla Fiorentina con la Roma, mi è uscita una lacrima. È una dimostrazione che ho dato tutto alla Roma. Io ero un giocatore della Roma e dovevo far contenta la sua gente. Mi pagava la Roma e dovevo rispondere come un impiegato qualsiasi".

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