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Il francese

Strano ma Veretout: è Jordan il mediano d'assalto della Roma

Il suo ingresso in pianta stabile nella mediana giallorossa ha dato equilibrio al centrocampo: a Bologna è stato decisivo con lo strappo sull'azione del gol di Dzeko

Veretout esulta con Dzeko a Bologna, di LaPresse

Veretout esulta con Dzeko a Bologna, di LaPresse

24 Settembre 2019 - 08:52

Veretout e subito. Sono bastate due partite di campionato e un altro scampolo in Europa League a regalare immediatamente la sensazione che con l'ex fiorentino la Roma abbia trovato il centrocampista che mancava. Roccioso e dinamico, ma non a scapito delle qualità tecniche. Che sono evidenti al pubblico italiano fin dall'esperienza in maglia viola e di cui si è avuto il primo decisivo assaggio anche in giallorosso domenica scorsa al Dall'Ara.

Il francese ha preso palla nella propria metà campo, saltato una serie di avversari in corsa, avendo anche la lucidità necessaria per servire Pellegrini libero a destra, che ha così avuto modo di servire a Dzeko l'assist per il gol vittoria. Uno strappo quello di Jordan che avrebbe colpito anche se fosse arrivato a inizio match, ma che assume valenza ancora maggiore perché arrivato all'ultimissimo minuto di una gara tosta, dispendiosa, nella quale nessuno si è risparmiato. Figurarsi Veretout, uno abituato a lottare sempre. Nelle sue tre presenze con la maglia della Roma sono arrivate altrettante vittorie, ma anche due cartellini gialli, che pure nella loro severità hanno confermato che il numero 21 la gamba tende a metterla e mai a tirarla indietro. A Bologna ha assaggiato i tacchetti di Poli già a inizio match, ma appena rialzato in piedi non ha fatto una piega, tornando a ringhiare come a tessere trame di gioco. Una sintesi delle due fasi che ha dato l'impressione di trovarsi in casa il mediano ideale per il progetto di Fonseca.

E proprio all'allenatore Veretout ha attribuito parte del merito della sua scelta estiva, nonostante fosse corteggiato da diversi club. Dai microfoni di Roma Radio hanno cercato di farsi rivelare l'oggetto delle ormai famose telefonate del portoghese per convincere i giocatori a raggiungerlo a Trigoria. Veretout non si è sbottonato più di tanto sulle doti di persuasione del tecnico, concentrandosi invece sulle sue motivazioni personali: «La Roma è una grande squadra. Io dopo la Fiorentina volevo crescere e sono contento di essere qui. La telefonata di Fonseca è importante perché l'allenatore dentro la squadra è importante, mi ha convinto a venire, ma sarei venuto anche senza lui. La Roma mi piace tanto per i tifosi, lo stadio, la squadra».

Dal gruppo che ha conosciuto in estate ha già tratto le prime indicazioni positive: «Siamo tanti giocatori forti. Il modo per arrivare in alto è anche accettare le sostituzioni col sorriso. Tutti sono importanti e dobbiamo fare il massimo per vincere le partite, senza pensare a chi gioca, conta la squadra». Gara dopo gara, la Roma sembra acquistare sempre maggiore fiducia. «Vincere all'ultimo secondo è ancora più bello. Continuando a lavorare possiamo fare ancora meglio. L'ultima però è stata una buona partita. Una vittoria importante perché abbiamo giocato contro una squadra forte. È importante vincere per il morale». La Roma riscuote consensi e forse inizia anche a divertirsi: «Sì, è vero. Quando scendiamo in campo siamo contenti di rappresentare la Roma e mettere in pratica il nostro gioco. Sul campo avvertiamo di poter fare grandi partite tutti insieme».

L'azione più importante è partita dai piedi del francese, in pieno recupero. È lo stesso Veretout a raccontarla: «Ho preso la palla, sono andato dentro e abbiamo fatto un bella azione con l'assist di Pellegrini e un gran gol di Edin». Un altro forse si sarebbe fatto ingolosire dai tentativi di fallo dei difensori rossoblù. Jordan ha avuto la lucidità anche per capire che quella sarebbe l'ultima occasione. «Se mi fossi fermato la partita sarebbe finita. Ho preferito andare avanti e provare a vincere». Quando la palla è finita in rete, il centrocampista ha messo in scena una curiosa esultanza con capriola: «Non so perché, mi è venuta così. La cosa importante erano i tre punti».

Nessun personalismo per il francese, che fornisce una descrizione efficace del suo modo di stare in campo: «Cerco di dare il cento per cento per la squadra e far giocare i miei compagni. Mi piace tutto, sia andare avanti, sia lasciar giocare gli altri e difendere. Anche fermare gli avversari è importante». E sarà fondamentale nella prossima sfida. «Partita difficile, l'Atalanta è forte. Anche nell'ultima giornata ha recuperato dopo essere stata sotto di due gol. Dobbiamo giocare un'altra partita al massimo. Dobbiamo riposarci, lavorare e sicuramente saremo pronti».

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