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Da Sora a Londra: l’ascesa di Zappacosta, pupillo di Petrachi e Conte

Il terzino ha mosso i primi passi da calciatore all’Isola Liri, poi il passaggio al Torino con il ds giallorosso, infine la Premier con l'ex ct

, di LaPresse

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21 Agosto 2019 - 07:00

Dal bianconero al giallorosso, passando per il granata e il Blues. Niente Juve, per carità, bensì il Sora, dove Davide Zappacosta è cresciuto calcisticamente: nato nella cittadina volsca l'11 giugno 1992, ha fatto tutta la trafila delle giovanili sorane, prima di spostarsi di pochi chilometri e accasarsi all'Isola Liri. A diciassette anni fa il suo esordio in Seconda Divisione, ma le sue doti non possono passare inosservate: ad accorgersi di lui è l'Atalanta, sempre attenta ai settori giovanili italiani e stranieri, che lo aggrega alla Primavera. A Bergamo resta sei mesi, quindi i nerazzurri lo cedono in comproprietà all'Avellino, in Lega Pro, dove Zappacosta ha l'opportunità di farsi le ossa giocando con continuità. Tre stagioni in Campania, coronate in una data che Davide decide di tatuarsi sul corpo: 5/5/2013, giorno in cui i Lupi ottengono la promozione in Serie B.

L'ascesa del terzino destro è appena iniziata, perché dopo un anno nel campionato cadetto l'Atalanta lo riporta a Zingonia. Colantuono prima e Reja poi danno fiducia al ragazzo sorano, che totalizza 29 presenze e 3 gol in A. Fisicità (è alto 1,82), corsa e cross precisi sono le doti che fanno attivare i radar degli addetti ai lavori: il più lesto di tutti è Gianluca Petrachi, all'epoca ds del Torino, che raggiunge un accordo con i bergamaschi. Alla corte di Gian Piero Ventura, oltre a Zappacosta, arrivano anche Daniele Baselli. Il cartellino dell'esterno basso viene valutato intorno ai 3,5 milioni di euro; in pochi - forse nessuno, nemmeno Petrachi - possono immaginare che due anni dopo porterà nelle casse granata 25 milioni più bonus.

La consacrazione

Nel primo anno al Torino si alterna con Bruno Peres sulla corsia destra, ma quando il brasiliano si accasa a Roma Zappacosta diventa il titolare dei granata (nel frattempo passati sotto la guida di Mihajlovic) togliendo il posto a De Silvestri: 29 presenze e una rete, oltre alla convocazione in Nazionale proprio con Ventura. Il 12 novembre 2016 a Vaduz fa il suo debutto in azzurro giocando 90' nel 4-0 rifilato al Liechtenstein.Si accorge di lui anche Antonio Conte, fresco vincitore della Premier League con il Chelsea, che richiede espressamente il terzino a Roman Abramovich: detto, fatto.

Zappacosta vola a Londra per vestire la casacca dei Blues. Un trasferimento che, tra le altre cose, permette al Sora di evitare il fallimento: il contributo di solidarietà del 5% che arriva dal Chelsea permette al club volsco (il cui vice-allenatore è Roberto Zappacosta, suo padre) di tirare avanti e ripianare il bilancio. Il battesimo in Champions League è da sogno, con un gol da distanza siderale nel 6-0 rifilato al Qarabag. Ma a vincere quel girone è la Roma, gli inglesi vanno fuori agli ottavi e Conte viene esonerato. Lui chiude la sua prima annata oltremanica con 35 presenze e due gol. Con Sarri le cose non vanno altrettanto bene, ma il ventisettenne si toglie la soddisfazione di vincere l'Europa League, in cui totalizza 10 presenze. Ma con Azpilicueta e Rudiger ancora in rosa, complice l'arrivo di Frank Lampard che non stravede per lui, l'italiano è di fatto finito ai margini del progetto del club londinese. Quale occasione migliore per tornare a casa, in Italia, e cercare di convincere Roberto Mancini a fargli indossare di nuovo la casacca della Nazionale italiana? A Roma (sponda giusta, perché lo scorso gennaio l'avevano cercato - invano - quegli altri) da oggi Zappacosta potrà iniziare un nuovo capitolo della sua carriera. Si spera il più roseo possibile.

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