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Roma, rebus Gasperini: Percassi fa muro

Il tecnico deve incontrare il presidente dell'Atalanta per chiarire il suo futuro, i giallorossi gli offrono un contratto triennale: non sarà una trattativa breve

, di LaPresse

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La Redazione
28 Maggio 2019 - 07:00

Con la qualificazione di Atalanta e Inter in Champions e la retrocessione dell'Empoli, uno dei campionati più faticosi e dolorosi (non solo per i risultati) della storia recente della Roma ha emesso i suoi ultimi verdetti. Il tempo delle partite di calcio lascia così spazio alla stagione delle partite a scacchi che vedono protagonisti dirigenti, allenatori, agenti e intermediari. Il 17 maggio si pensava che la separazione ufficiale tra Allegri e la Juventus potesse dare il "la" a uno dei valzer degli allenatori più intrigante degli ultimi anni, ma il coinvolgimento di tecnici (Klopp, Pochettino e Sarri) impegnati nella doppia finale tutta inglese di Europa e Champions League ha suggerito ai club di temporeggiare ancora qualche settimana. Una strategia dell'attesa che coinvolge, forse in maniera più involontaria, anche la Roma.

Ormai da tempo è emerso chiaramente come Gian Piero Gasperini abbia scalato posizioni nelle gerarchie giallorosse, fino a diventare l'opzione più concreta e più gradita. Nonostante la qualificazione storica alla Champions, l'ex Genoa ha ribadito di essere fortemente attratto dalla panchina giallorossa e anche il siparietto con Capello di domenica scorsa a Sky Calcio Club ha lasciato trapelare più di una semplice sensazione. «Guarda che lì (riferendosi a Roma, ndr) non è come a Bergamo, è più difficile», la battuta dell'ex allenatore giallorosso che ha fatto parzialmente uscire allo scoperto Gasp. «Infatti dai... ma ora penso solo a festeggiare. Lunedì (ieri per chi legge, ndr) mi incontrerò serenamente con Percassi». Un faccia a faccia che, tuttavia, è stato rinviato (molto probabilmente a oggi prima di un evento con gli sponsor, mentre ieri c'è stata la cena di squadra e il rompete le righe) per volontà del presidente nerazzurro. «Gasperini rimane certamente, tutta la vita. Già scontato per me che l'anno prossimo resti qua con noi a Bergamo», il commento a caldo nel post gara di Atalanta-Sassuolo.

Calma e gesso

La sensazione dominante, suffragata anche dalle verifiche dei giorni scorsi, è che, a meno di sviluppi improvvisi e repentini, l'approdo di Gasperini alla Roma su base triennale non sia così immediato e semplice. Forte di un contratto in scadenza il 30 giugno del 2021, la proprietà non ha sicuramente fretta di dire addio al suo timoniere ma, al di là di tutta la sicurezza ostentata pubblicamente, si sta già guardando attorno per reperire l'eventuale erede di Gasperini (tra i candidati c'è anche Di Francesco, che piace pure al Milan). Anche sul fronte Petrachi, la pazienza dovrà essere l'arma principale di tutti i protagonisti della vicenda. Negli ultimi giorni, Cairo ha perso gradualmente le certezze manifestate fino a metà maggio, preferendo non rispondere alle domande sull'addio del dirigente salentino.

I precedenti

Entrando nel campo dei retroscena, questa non è la prima volta che i destini di Cairo, Gasperini e Petrachi si incrociano. Nell'estate del 2015, infatti, il direttore sportivo del Toro suggerì al presidente granata di puntare forte sull'allora tecnico del Genoa per rimpiazzare Ventura, rimasto poi in panchina dopo uno dei suoi tipici dietrofront. Un episodio confermato da Cairo in un'intervista del 2018 a Tuttosport. «Pochissimi allenatori sono capaci di valorizzare al massimo i giovani come fa lui. Volevo portarlo al Toro nel 2015, ma era vincolato al Genoa da un altro anno di contratto. Il 4 giugno di quell'anno Ventura venne da me e mi disse che non intendeva continuare a guidare la squadra: lo invitai a ripensarci ma studiai delle alternative. E l'alternativa era Gasperini. Fu subito entusiasta, ma temeva che i nove anni juventini potessero condizionare l'opinione di parte della tifoseria. Gli dissi che i tifosi lo avrebbero apprezzato subito, ma Preziosi non lo liberò. Ventura tornò dalle vacanze e decise di continuare. L'anno dopo, Gasperini passò all'Atalanta».

Ma quella torinista non è stata l'unica panchina sfiorata dal sessantunenne di Grugliasco. Nel maggio del 2011, quando il rapporto tra Mazzarri e De Laurentiis aveva raggiunto i minimi storici, Napoli e Gasp raggiunsero un'intesa di massima, saltata definitivamente dopo la riappacificazione tra il tecnico toscano e il produttore cinematografico. A proposito di Napoli, si vocifera anche di un tentativo fatto di recente con l'allenatore dell'Atalanta, viste alcune divergenze di vedute con Ancelotti sull'allestimento della rosa per la prossima stagione. Proprio sul tema mercato, Gasperini ha spesso mostrato i muscoli, entrando in rotta di collisione con le strategie dirigenziali e anche dopo la qualificazione in Champions ha ribadito le critiche alla società per il mercato estivo. «Siamo usciti fuori dall'Europa perché non eravamo attrezzati», ha detto in merito all'eliminazione avvenuta contro il Copenaghen.

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