RM-CA a/r, l'eterno viaggio di Claudio Ranieri
Il tecnico di San Saba torna in Sardegna, con l’anima divisa fra i “suoi” due club
(GETTY IMAGES)
A volte ritorna. Perfino lui. Estemporaneo quanto familiare da quelle parti, come un soffio di Maestrale. E inatteso. Perché appena diciotto mesi fa Claudio Ranieri aveva annunciato il suo addio. Doppio: alla Sardegna e al calcio. Dopo l’ennesima impresa, anche quella doppia: il Cagliari condotto alla promozione in A e subito dopo alla salvezza, entrambi obiettivi insperati. E allora lo stop alla soglia dei 73 anni proprio dalla panchina che lo aveva lanciato, dopo un lungo girovagare per mezza Europa e il riconoscimento ormai ecumenico per il miracolo Leicester, era apparso la scelta più sensata. Standing ovation da ogni angolo del globo e via, verso una tranquilla e meritata pensione.
Ma al cuore non si comanda e quello di Claudio batte pur sempre - e da sempre - per la Roma, nonostante il consistente spazio dedicato al Cagliari. Quando la casa madre chiama, non c’è razionalità che tenga. E a sei mesi dall’addio urbi et orbi, rieccolo in panchina per un’altra mission impossible o quasi. La squadra della Capitale annaspante in una palude, in piena crisi tecnica e dirigenziale, lontana anni luce dai vertici e con prospettive di lieto fine prossime allo zero. Tutto da perdere, sulla carta. Non nella pratica, se si torna al rifugio sicuro, all’aggiustatore per antonomasia. Che risponde appunto al nome del tecnico di San Saba. Detto fatto. Il tempo di un breve rodaggio e poi una corsa ai limiti del paranormale: 19 risultati utili consecutivi in campionato con 47 punti all’attivo (56 totali), altri due derby da imbattuto, qualificazione in Champions sfiorata. Eroico, tanto da ricevere il tributo di una coreografia della Sud ad personam, evento più unico che raro per un singolo protagonista. In più, la proposta dei Friedkin di proseguire la cura dell’amata Roma da una scrivania (in realtà arrivata prima della strabiliante striscia positiva), appena dismessa - questa volta davvero - l’attrezzatura di campo. In stagione non c’è stato però modo per Ranieri di tornare a Cagliari. La trasferta in Sardegna era stata la partita d’esordio della stagione, con De Rossi alla guida e la scellerata scelta Juric nemmeno alle liste. Mentre all’Olimpico i sardi sono arrivati quasi al culmine della miglior serie, diventando la sesta vittima delle 7 consecutive. Ma il proverbiale aplomb di Sir/Sor Claudio non ha mai celato quel coacervo di sentimenti contrastanti negli incroci fra le due squadre: il triplo carpiato in Sardegna dalla C alla A a inizio carriera, la spettacolare e struggente rimonta in giallorosso sull’Inter, poi le due avventure finali, altrettanto strepitose. Alfa e omega di chi ha scritto pagine di storia sui due versanti del Tirreno.
In quel regno dell’imponderabile e dell’aleatorio che è il calcio, esiste una certezza: la sfida fra Cagliari e Roma rappresenta lo specchio della carriera e dell’anima di Ranieri. La sua partita del cuore.
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