AS Roma

Wesley risorsa in crescendo

Voluto fortemente da Gasp, ha passato il momento delle prime critiche. Ora è fondamentale

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Leonardo Frenquelli
26 Novembre 2025 - 06:00

Da luglio a novembre, da oggetto del desiderio del tecnico che “se lo voleva tanto, un motivo ci sarà”, a protagonista e risorsa imprescindibile in neanche cinque mesi, senza fermarsi un attimo. Ci ha messo poco l’esterno brasiliano Wesley a mostrare che sì, Gasperini aveva i suoi motivi ben fondanti nel volerlo tanto, anche a fronte di un investimento importante e una trattativa per portarlo a Roma che sembrava infinita. 

Il classe 2003 è ufficialmente un giocatore giallorosso dal 28 luglio scorso, ma i dialoghi col Flamengo (club nel quale è cresciuto) sono durati almeno un mese tra offerte, rifiuti, messaggi social. Alla fine sono serviti 25 milioni più 5 di bonus per dare Wesley a Gasp che lo aveva adocchiato anche ai tempi dell’Atalanta e, tra un segnale social e l’altro, il brasiliano ancora giocava col Flamengo. Il 25 luglio l’esterno ha disputato la sua ultima gara in rossonero (85’ nella vittoria 2-1 sul Bragantino), due giorni dopo è atterrato a Roma e il 31 è sceso in campo in giallorosso nell’amichevole col Cannes. Non ha avuto tempo di fermarsi, o un vera e propria “pausa estiva” ma, forte della più che palese fiduca del suo allenatore, si è messo sotto tra Trigoria e ritiro per diventare quello che sta già provando a essere per questa Roma. I suoi primi periodi sono stati quelli del “sì, corre ma tecnicamente è indietro” o, appunto, “se Gasp l’ha voluto tanto un motivo ci sarà”: oggi è evidente che i motivi ci sono eccome e già dall’esordio con gol partita contro il Bologna c’è stato un qualche assaggio anche per i più scettici.

Dalla prima giornata ha saltato solo Nizza ed è subentrato nel finale coi Rangers, mentre in campionato è stato un titolare inamovibile. Da subito una caratteristica è stata chiara: oltre alla gamba, ha una resistenza che va a fare male agli avversari quando sono più stanchi, un ritmo che è essenziale per rispettare i dettami gasperiniani. Quello che forse Gasp ha visto prima più di altri è come far crescere rapidamente Wesley anche dal punto di vista tecnico e tattico. L’ex Flamengo è arrivato per giocare sulla destra del 3-4-2-1 romanista e lì ha giocato stabilmente le sue prime partite, poi, sull’onda del “necessità-virtù” e delle sperimentazioni del tecnico, si sta rivelando una risorsa anche giocando a sinistra, complice anche l’assenza prolungata di Angeliño e uno Tsimikas che ancora deve convincere al 100%. Per la prima volta ha cambiato lato contro l’Inter e da quel momento è stato utilizzato su entrambi le fasce, dando sempre segnali di miglioramento nelle scelte e nei gesti tecnici oltre a garantire l’intensità e la corsa di cui si è già parlato.

Giocando tanto e conoscendo i suoi compagni ha preso le misure anche in proiezione offensiva, con i vari Soulé, El Shaarawy etc. che sempre più spesso riescono a mandarlo in profondità coi tempi giusti. Col Bologna ha segnato pressando e entrando in area dalla destra, a Cremona ha portato a termine un’azione codificata sviluppata sull’out di sinistra. Oltre 1.000 minuti in campo da inizio stagione (933’ in A e 197’ in Europa League), dopo un filo diretto che lo ha portato dal Brasileirao alla corte di Gasp senza mai fermarsi: per chi cerca ancora “i motivi”, Wesley fa parlare il campo, interpretando il ruolo in modo che più gasperiniano non si può. E ha appena iniziato.

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