AUDIO - Candela: "Il ko col Torino è stato una sorpresa. Koné? Fortissimo, ma non ha il gol nelle corde"
Parla l'ex calciatore della Roma su Radio Romanista: "Sono fiducioso, Gasperini ha fatto cose meravigliose. Credo che l'allenatore punti su Dovbyk"

(GETTY IMAGES)

Nel corso della trasmissione "Secondo Tempo" di Radio Romanista, Vincent Candela ha parlato della sconfitta della Roma contro il Torino e di tanti altri argomenti. Ecco le parole dell'ex calciatore giallorosso.
Come stai?
"Sto bene. Dalla sconfitta si cresce, ma non è una frase retorica: non mi aspettavo il ko col Torino. Pensavo che potessimo farcela. Ma è solo una partita. Credo in ciò che i ragazzi stanno facendo".
Tu pensi che sia normale giocare a settembre alle 12.30?
"Non penso che possa essere un alibi. Giocherei... Adesso non più (ride, ndr), ma avrei giocato a qualsiasi ora. La bellezza del calcio è questa. Quando uno è forte, può giocare a qualsiasi ora. Sicuramente fa più caldo. Ma noi giocavamo sotto la pioggia, il gelo. Non abbiamo perso per quello".
In estate sei stato a Liverpool. Hai parlato col Mister?
"A livello sportivo non abbiamo avuto troppo tempo. Ma l'ho studiato quando è stato annunciato, mi piaceva. Le chiacchiere le porta via il vento. Ciò che ha fatto con l'Atalanta a livello italiano ed europeo è stato meraviglioso. Lui porta un giocatore da 5 a 8. E noi non siamo da 5, ma da 7: da un po' di anni sbagliamo per colpa nostra. Se fossero arrivati i 2-3 giocatori in più chiesti da Gasperini, sarebbe stato meglio. Ma le fondamenta ci sono. Se confrontate a quelle di Mourinho: magari lui, anche se un vincente, non aveva Massara come ds o Ranieri come consulente sportivo. La società ha speso molto e ora c'è tutto. Lo Stadio è sempre pieno di tifosi, da 5-6 anni. Già è pieno per Verona. Mi piace. Ci sono fondamenta importanti e questo mi dà sicurezza".
Secondo te cosa è mancato col Torino?
"Ci sono state sorprese in formazione. Dybala a sinistra rende un po' di meno rispetto a quello a cui ci abitua. Qualche volta si è spostato e si è accentrato: non so se per stanchezza o per caldo, l'ho visto un po' lento. Il Torino ha giocato bene ed era sul pezzo fisicamente. Rispetto alle prime due partite, in cui si era già vista l'impronta di Gasperini, è mancata un po' la base che abbiamo visto a livello di pressing e aggressione".
Questa sconfitta può compattare il gruppo. Come pensi possa sfruttare Gasperini questa battuta di arresto?
"Io ricordo la contestazione dopo la Coppa Italia, non potevamo uscire subito e quella contestazione ci ha fatto bene. Ora sono altri tempi, questa sconfitta non se l'aspettava nessuno. Gasperini ha dato dei segnali, anche con la risposta sul centravanti: bisogna ascoltarlo e fare quello che dice lui, solo così i calciatori cresceranno".
A proposito di giocatori da far crescere: Manu Koné in queste due settimane ha fatto parlare di sé in Francia. E ci hanno trattato anche male... Tu vedi dei margini di miglioramento? Che cosa può diventare?
"In questo momento hanno da pensare anche ad altro... Si è parlato di lui sul mercato, di lui e di Svilar. Poi sono rimasti. Si parla bene di lui e già lo scorso anno era titolare in nazionale. Lui può passare dall'essere un giocatore da 8 a 9: nell'ultimo passaggio deve essere un po' più incisivo. Non è il suo compito. Ma è fortissimo. E può migliorare. Anche Cristante è sempre lì, mi piace tanto, magari tocca meno palloni. Ma in attacco è incisivo. E possono crescere insieme".
Cambiano gli allenatori, gioca comunque Cristante.
"Anche in Nazionale...".
Gasperini non è sembrato convinto su Koné come giocatore offensivo...
"Ma può crescere nell'ultimo passaggio. Fisicamente deve crescere anche, il gol non lo vede, non ha il tiro. È un grandissimo centrocampista e può, delle volte, velocizzare e verticalizzare un po' di più".
Se avesse avuto i piedi di Candela... Sarebbe costato 120 milioni.
"Tecnicamente me la tiro! (ride, ndr) Ma si poteva crescere anche lì... Anche noi al tempo abbiamo sofferto in Europa. Non è andata mai bene al tempo mio, 8-9 anni".
Pensi che Dovbyk possa essere aiutato dalla non considerazione di Gasp? Che cosa ne pensi di lui?
"Il primo anno con la Roma, lo comparo a quello di Dzeko, che considero uno dei più grandi centravanti di sempre. Ecco, Dovbyk ha fatto comunque i numeri, 17 gol, non male come Dzeko al primo anno. Il campionato italiano non è facile per chi arriva dalla Spagna: è forte fisicamente ma c'è da lavorare tatticamente e tecnicamente. Sicuramente, come ha detto il mister, deve lavorare di più. Fa parte della rosa ed è importante. Ferguson ha fatto assist e non gol, mi piace tantissimo; è giovane e bisogna puntare su di lui. Io non sono lì e non posso sapere che cosa si è detto Gasperini con Dovbyk. Ma penso che ci conti, sono segnali. Quando si parla è meglio dire la verità".
È molto diretto, non si nasconde. E questa cosa spesso è servita. Come nel caso di Lookman.
"Sono rari quelli che dicono esattamente come la pensano. È giusto così. Questo fa crescere i giocatori. È il suo carattere".
In conferenza ha parlato di un centro sportivo da Champions. Come hai trovato cambiata Trigoria?
"I campi sono più campi, di ultima generazione. Anche la parte fisioterapeutica, le piscine... La Roma è da Champions e tutto questo fa bene. È cambiato tantissimo in confronto a quando c'era. Anche il biliardo che avevamo non c'è più! (ride, ndr) È bello avere quell'attrezzatura. Noi avevamo solo quello".
Ha fatto notizia la presenza di De Rossi a Trigoria per l'intitolazione del campo per Giacomo Losi.
"Daniele lo conoscete meglio di me, a Roma è una persona importante. È molto intelligente, è venuto con grande piacere. Non è facile perché ci è rimasto male per quello che è successo. Ora è senza panchina e aspetta un'occasione per ripartire, ma l'ho visto con la battuta pronta e il sorriso. Vuole tornare ad allenare, a Trigoria è tornato per la famiglia di Losi. Anche io ho conosciuto Giacomo, allo stadio. Pizarro? È tornato sul mercato (ride, ndr). Sta bene, anche con l'Everton era uno di quelli che correvano di più. Non ci ho mai giocato insieme, ma è stato un grandissimo calciatore. Anche Aldair, era allo stadio con il Torino".
Chi è tra le legends il compagno più divertente?
"Ce ne sono tanti. Uno che non pensereste mai, Damiano Tommasi. Anche Delvecchio. Tommasi è un compagno di spogliatoio perfetto".
Al derby è meglio arrivarci carichi o dopo una sconfitta?
"Io non sono scaramantico, sempre meglio arrivare dopo una vittoria. Il derby è sempre una partita speciale, ai miei tempi forse ancora di più. Prima, forse è brutto dirlo, c'era solo il derby. Pensavamo solo a quello, era importante. Oggi è importante perché al di là di tutto, ti aiuta anche nelle partite successive con ancora più consapevolezza. Non serve essere carichi per il derby, lo si è già a prescindere".
Ti sei giocato un derby che valeva uno scudetto.
"Sì, come ho detto è una partita speciale. Se ne parla sempre, tra sfottò e altro. Bisogna arrivarci bene, poi quando vinci è ancora più bello. Sarà fuori casa, poi siamo sempre a casa nostra".
Settimana scorsa hai dedicato una storia Instagram per Mancini, dopo la prestazione con l'Italia contro Israele.
"Io non conosco personalmente i giocatori, li rispetto tutti. Ho trovato immeritate le critiche nei confronti di Mancini. Quando prendi 4 gol da Israele la colpa è di tutti. Era solo un mio pensiero su Gianluca, non pensavo avesse fatto una brutta partita. È un giocatore che è cresciuto tanto, con Mourinho ancora di più. Mi piace, è aggressivo ed ha grande maturità. Mi faceva piacere anche dire la mia sulle critiche, che un calciatore sente sempre soprattutto in Nazionale. Mi faceva piacere ripetergli che fosse forte".
Cosa cambieresti al derby?
"Secondo me ci sarà un centravanti, credo Ferguson. Starei attento sulla fascia destra nostra, visto che hanno Zaccagni. Lì bisognerà stare attenti, è il loro punto forte. Bisogna vedere Wesley come andrà questa settimana, ma solo questo. Poi mi aspetto più o meno gli stessi di Roma-Torino, Dybala non ci sarà quindi vediamo se ci sarà El Shaarawy. Hermoso a me piace, già lo scorso anno non era l'ultimo arrivato: magari all'inizio è mancata un po' di fiducia. Quest'anno ha iniziato bene, è un calciatore bravo".
Come te la cavi col padel?
"Io e Totti ci divertiamo. Uno sport bello. Roma è la terza città al mondo con più campi di padel!".
E qual è l'ex calciatore più forte?
"Ceccarelli, ex Bologna. Poi ci sono Toni, Perotti, Pizarro... E dopo ancora ci sono Totti, De Rossi. Però il più forte... Andiamo avanti! (ride, ndr)".
A proposito di derby e giocatori da recuperare... La società ne avrebbe venduti tre e tra di loro c'è Pellegrini.
"L'anno scorso è tornato titolare nel derby e ha fatto gol. Poi non ha giocato per altre dieci partite... Lorenzo mi piace. Fonseca magari ha sbagliato quando ha tolto la fascia a Dzeko e l'ha data a un giovane Pellegrini. È una grande responsabilità. Ma Lorenzo, e lo ha detto anche Mourinho, è un giocatore che piacerebbe a tutte le squadre. Tante volte ha giocato da numero 10 e penso che non sia il suo ruolo preferito. Ma è tecnico, veloce, fisico. Bisogna coccolarlo di più: quando si giocando grandi partite, lui incide. Bisogna crederci e dargli fiducia. È un giocatore da recuperare. Non è stato venduto ma fa parte del gruppo; è stato male e ora si sta allenando bene".
Ma lo schiereresti nel derby?
"Io non li vedo tutti i giorni in allenamento. Abbiamo perso una partita ma sono contentissimo di Gasperini e ci può stare che questo ko sia arrivato. Ma non mi sorprenderebbe vedere Pellegrini nel derby. Mi affido completamente a lui".
Abbiamo di fronte a noi una persona il cui destino sembrava tracciato... Poi però il calcio fa cambiare le cose.
"Avrei dovuto lasciare la Roma per l'Inter. Litigavo tutti i giorni con Zeman e mi sono ritrovato sul mercato. Ma questo è il calcio: lì è arrivato Capello, mi ha dato fiducia e per lui avrei dato tutto. L'ho fatto nei suoi 5 anni. Quello del possibile addio è stato un mese difficile, i fischi dei tifosi fanno male. Ma io non volevo andare via, mi volevano mandare via. Poi sono rimasto e abbiamo vinto. Serve la fiducia dell'allenatore e dei tifosi. Io sono favorevole al fischio, ma i giocatori vanno anche coccolati. Lo stipendio non porta il calciatore a camminare di più. Quella è l'ultima cosa. Il calcio è una nostra passione, i soldi non fanno la differenza. Le colpe sono nostre se giochiamo male, ma se tutto intorno c'è armonia si gioca meglio".
In una recente intervista, Nakata ha raccontato che con Capello era più difficile la partitella il giovedì che la partita la domenica.
"Difficilmente si faceva la squadra titolare. Io giocavo spesso contro Cafu! Quella è stata l'intelligenza di Capello: era fantastico nella gestione. Il problema di Nakata era Totti, in un certo senso. Ma Nakata rispondeva alla grande quando entrava, era un grandissimo giocatore. E comunque, con Cafu non ci si poteva far tunnel... Davamo il 100%! E quando abbiamo vinto lo Scudetto, ci tengo a dirlo, tra Montella e Capello non c'era un grande rapporto: così, io ho preso Capello, l'ho portato da Montella e l'ho fatto per costruire un bel rapporto. Non è servito a nulla, ma io volevo aiutare il mister dove aveva difficoltà. Era il mio allenatore. Io l'ho chiamato per farlo venire a Liverpool, mi ha detto subito di sì. Sempre lucido, una persona intelligente".
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