Gasperini: "Volevo di più ma siamo uniti e forti"
In mattinata la riunione con Massara, Ranieri collegato e Friedkin jr. Poi le parole che fanno chiarezza

(GETTY IMAGES)
Furioso no, entusiasta nemmeno. Semplicemente Gian Piero Gasperini. Un allenatore che, come tale, non potrà mai essere soddisfatto al 100% del mercato fatto dalla sua società, senza per questo essere sull’orlo di una crisi di nervi, come già era stato dipinto dalle voci di una città meravigliosa, che è anche un po’ un paese. Ha deciso di fermarle lui queste voci, usando la sua, in un’intervista rilasciata ai canali del club, ma fortemente voluta da Gasp stesso, nel primo giorno dopo la chiusura del calciomercato e subito dopo la fine di una riunione con i vertici dirigenziali e societari della Roma nella quale, oltre al tecnico di Grugliasco, c’erano: Frederic Massara (saldo nel suo ruolo di ds), Ryan Friedkin e Claudio Ranieri (da remoto).
«Spesso le ultime ore di mercato sono frenetiche, vengono chiusi più affari che nelle settimane precedenti. La Roma è chiaro che avesse voglia e necessità di fare qualche operazione ma, pur con la disponibilità economica del club, si è deciso di non farle perché, per quanto mi riguarda, non avrebbero portato un vantaggio tecnico adeguato all’esborso economico». Insomma, spendere tanto per farlo non è il caso, soprattutto per una società che si muove dentro i paletti dell’accordo firmato con la Uefa. Parola di Gasp. Quell’investimento mancato (leggasi Sancho e non le sue alternative dell’ultimo momento), magari, può essere solo rimandato: «A questo punto la società avrà modo di operare con maggiore tranquillità e successo a gennaio». Insomma, la necessità è rimasta tale, l’esterno d’attacco non è arrivato e Gasperini non lo nasconde: «Per me la priorità era la fase offensiva. Per come vedo il calcio, mi andava bene un centrocampista in meno con un attaccante in più. Davanti sono arrivati Ferguson e Bailey, poteva arrivare qualcun altro, ma il mercato è sempre più complicato, con tanti attori tra società, giocatori, agenti e così via. Avevamo individuato figure favorevoli (Sancho di nuovo, ndr), ma poi la realtà non ti permette di arrivare sempre a quello che vuoi».
Un’assenza di cui si è discusso anche dentro le mura di Trigoria, ma che non ha reso incompatibili Gasperini e Massara o, tantomeno, non ha fatto rimpiangere a Gian Piero l’addio dopo nove anni da favola all’Atalanta o il “no” alla Juventus di quest’estate: «L’ho detto e lo ripeto: fin dal primo momento c’è stata unione d’intenti e il giusto feeling con la società. Le disponibilità economiche, diverse da altri anni per via del Ffp, sono state comunque sufficienti a garantire le operazioni che si volevano fare». E su Massara: «I nostri sono lavori molto diversi. Il mercato ha le sue strategie, io non entro nelle trattative, ma è chiaro che ci debba essere una sinergia tra direttore sportivo, allenatore e società. La presenza del club è stata continua ed efficace. Come pretendo una squadra in campo, senza troppi battitori liberi, ce ne deve essere anche una fuori». Ed unità per noi.
Se qualcuno non è arrivato, altri non sono partiti, ma anche su questo Gasperini precisa: «Voglio recuperare Dovbyk: si è impegnato moltissimo. Baldanzi e Pellegrini anche, sono giocatori che mi hanno dato risposte incredibili. Partiremo con loro, guardiamo avanti, abbiamo le condizioni per esprimerci bene. Mentalmente i ragazzi sono perfetti. Dobbiamo soltanto lavorare sul campo per migliorare le prestazioni di tutti, non solo le loro». A proposito del lavoro sul campo: «C’è uno spirito encomiabile, sono molto contento. Siamo partiti bene con queste due vittorie, ma c’è molto ancora da fare. Sento la spinta della città, dei tifosi, la passione che c’è qui. L’obiettivo è dare soddisfazioni a loro, senza promettere traguardi. Poi è chiaro che ci auguriamo tutti di arrivare il più in alto possibile». Più su. Tutti insieme.
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