Mancini suona la carica: «Pronti a costruire con Gasperini»
Parla il vice capitano giallorosso: «Sono felice di lavorare nuovamente con lui, mi ha permesso di diventare calciatore. Il ritiro sarà duro»

(GETTY IMAGES)
Una stagione da protagonista assoluto e da capitano in pectore, un nuovo inizio da scrivere con chi nel calcio dei grandi lo ha messo in luce. Mancini ritrova Gasperini dopo sei anni e stavolta non è più l’Atalanta ma è la Roma, lui non è più un giovane di belle speranze ma un capo saldo della difesa romanista, Mancio è cresciuto e il tecnico pure. «In questi anni ha dimostrato tutto il suo valore - ha detto il 23 giallorosso sul suo nuovo allenatore a Sky Sport - quanto fatto a Bergamo è stato unico. Mi ha insegnato molto a livello calcistico e professionale e mi ha dato la possibilità di diventare un calciatore. Alla Roma sarà una grandissima sfida per vedere cosa porterà alla squadra. Sappiamo benissimo qual è il suo calcio, il ritiro sarà tosto ma siamo pronti per costruire qualcosa di bello durante la stagione. Chiede tanto a tutti, ha allenato grandissimi calciatori e alla Roma ce ne sono tanti. Sono curioso e felice di poter lavorare con lui».
Niente chiacchiere
Nell’ultima stagione Mancini è cresciuto tanto a livello di leadership, di gioco e di gestione delle partite (diminuito sensibilmente il numero dei cartellini gialli), ora è uno dei pochi ad aver già lavorato con il neo-tecnico e questo non potrà che dargli un’ulteriore centralità nella costruzione della nuova Roma. A quella ha contribuito in campo e lo farà ancora da dirigente anche Ranieri, unito alla squadra e all’allenatore per un traguardo che agli occhi di Mancio è molto chiaro e che in giallorosso manca da troppo tempo: «Il ritorno in Champions deve essere un obiettivo forte, non a chiacchiere ma a fatti. Ranieri ha fatto un qualcosa di unico quando è arrivato e sapere che è in società, che ci vede, ci fa stare tranquilli».
In azzurro
Nonostante il suo rendimento di alto livello, ha fatto discutere come Mancini non sia stato convocato dall’ormai ex ct dell’Italia Spalletti per le sfide contro Norvegia e Moldavia nelle qualificazioni ai mondiali, chiamando Coppola in prima istanza e poi Rugani per sostituire Acerbi. Sebbene, visti i risultati, la decisione non trovi ancora sufficienti spiegazioni, Mancini ha detto la sua sull’argomento e placato ogni tipo di polemica: «L’Azzurro è unico, sia per chi ci gioca sia per chi guarda. La sconfitta contro la Norvegia ha fatto male e mi dispiace per i compagni che erano lì. Io penso che se vieni chiamato in Nazionale devi prendere di corsa il treno, altrimenti devi essere il primo tifoso. Il mister avrà fatto le sue considerazioni ma non c’è mai stata nessuna problematica personale con lui, anzi gli sono grato per avermi portato all’Europeo».
«Perché non capiti più»
Tutte queste considerazioni il vicecapitano romanista le ha fatte in sede era all’evento “Matti di te”, organizzato a San Romano, in provincia di Pisa, nel ricordo di Mattia Giani, morto nel 2024 giocando a calcio a soli 26 anni passato non si può cancellare. Quella tragedia toccò direttamente Mancini (era il fratello del fidanzato della sorella) e gli aveva già tributato una maglia in occasione di Roma-Milan in Europa League, vinta anche con un suo gol. Ieri ha contribuito a organizzare l’evento: «Si è trattato di un lutto tosto, Mattia era un ragazzo eccezionale, sarà fiero di noi. Questa giornata è tutta per lui, per ricordare il ragazzo che era. Il paese è piccolo ma quando ci uniamo riusciamo a fare grandi cose, come questa. È importante sensibilizzare sull’importanza del defibrillatore, del primo soccorso, per far sì che quello che è successo a Mattia non capiti mai più».
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