Le richieste di mercato di Gasperini: tra Genova e Bergamo tanti colpi da subito
Col Grifone squadra stravolta. Nell’Atalanta ha fatto di necessità virtù

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Sin dall’annuncio di Gasperini come nuovo allenatore della Roma in tanti si stanno ponendo una domanda piuttosto legittima: la rosa giallorossa avrà le caratteristiche necessarie alle richieste di gioco che fa il tecnico? Difficile che sia così, almeno non al 100% e di conseguenza viene da chiedersi se il torinese abbia in mente di rivoluzionare l’organico. Ranieri l’ha sostanzialmente bollato come impossibile, quindi più probabilmente, servirà trovare un equilibrio tra l’ottenere i rinforzi richiesti (un titolare per reparto porta esclusa) e valorizzare le forze già a sua disposizione.
Guardando indietro nella carriera del neo tecnico romanista, specialmente alle esperienze con Genoa e Atalanta cioè le più durature, si nota come nell’estate del suo arrivo Gasp abbia sempre cambiato davvero tanto, ovviamente parametrandosi alle capacità economiche del club cui era legato. Al suo primo mandato in rossoblù nell’estate del 2006 per esempio, quando l’obiettivo era quello di risalire dalla Serie B alla A (raggiunto con il terzo posto) l’organico a disposizione del tecnico fu comprensibilmente rivoluzionato e ampliato: registrata la doppia cifra sia di cessioni sia di arrivi, con anche acquisti che poi sarebbero rimasti come fedelissimi di Gasp stesso o del Grifone come l’allora 19enne Criscito o l’attuale tecnico dell’Atalanta Juric. Al ritorno a Genova a 7 giornate dal via dell’annata 2013-14, il tecnico potè mettere mano soltanto nel mercato invernale, salvo poi ritornare a fare tantissimi movimenti sia in entrata sia in uscita nell’estate successiva, puntando sempre alle caratteristiche più che ai nomi, ma comunque cambiando molto in base alle sue ambizioni.
Discorso diverso è quel che riguarda la lunghissima esperienza all’Atalanta. Lì Gasperini è arrivato con pochissimi favori della piazza nell’estate del 2016, con le operazioni di mercato già nelle sapienti mani di Sartori (rimasto fino al 2022): nella prima estate arrivarono, tra prodotti del settore giovanile e “pescate” dall’estero, giocatori come Mancini, Cristante, Bastoni e Hateboer, mentre partiva in prestito per una sola stagione in Inghilterra De Roon, che dopo il suo ritorno Gasp ha col tempo reso il suo faro a centrocampo. Il “trading” di giocatori a Bergamo è stato uno dei punti di forza del club, mentre tra Sartori e Gasperini si era instaurata una sinergia particolare: nelle sempre movimentate estati, non sempre il ds prendeva giocatori esplicitamente richiesti dall’allenatore, anzi, ma lui poi in campo ha trovato spesso il modo di valorizzarli e renderli affini al suo gioco, ha fatto di necessità virtù. Si è visto anche nelle stagioni successive, con la marea di plusvalenze fatte registrare nel corso degli anni, pur non perdendo in continuità di risultati. Questo è quanto dovrà accadere anche alla Roma, la ricerca tra equilibrio e pretese, tra nomi nuovi e miglioramenti: ancora una volta servirà fare di necessità virtù.
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