Primavera, doppia doccia fredda: titolo sfumato e... nessun esordio con la Roma
Regular season eccellente per l'Under 20, eppure neanche un debutto: l'ultima volta era accaduto nel 1997-98. Ma le difficoltà in Serie A hanno contribuito

(GETTY IMAGES)
Zero trofei, zero esordi. La "sentenza" è arrivata lunedì sera, quando la Primavera di Falsini ha detto addio al sogno Scudetto. Un 1-2 della Fiorentina ha portato via le speranze e rincarato la dose in una stagione sì eccellente in Campionato, ma poco produttiva lato prima squadra. Non è forse un dramma: da De Rossi a Ranieri, passando per Juric, Niccolò Pisilli ha ritagliato il proprio spazio. Una nota di merito significativa per il vivaio romanista, dove il classe 2004 è cresciuto tra un inserimento e l'altro, in mezzo alla valanga di gol segnati. C'è da specificare, però, che quello di "Piso", in campo dal 1' per la prima volta all'Allianz Stadium, non è un debutto. Quest'ultimo era arrivato in data 6 maggio 2023. Sotto il comando di José Mourinho. Uno che, coi giovani, ci ha saputo fare.
Poi poco altro. Un paradosso bello e buono: da tutto a niente. Perché la lista fitta di nomi dello Special One si è praticamente svuotata con DDR e chi è arrivato dopo di lui. Portando agli zero esordi della stagione 2024-25. L'ultimo, andando a ritroso, è quello di Mattia Mannini, per la prima volta in maglia giallorossa (tra i grandi, sia chiaro) all'86' di quel Roma-Sheriff finito 3-0 il 14 dicembre 2023. Sempre con l'allenatore portoghese. Nella medesima partita della prima gioia di Pisilli, più di un anno fa: un lasso di tempo piuttosto lungo. Come quello che ci riporta all'ultima annata, oltre quella corrente, senza alcun debutto in prima squadra: si tratta del 1997-98. 27 anni fa. Un'altra epoca.
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— AS Roma (@OfficialASRoma) December 15, 2023
Una direzione necessaria
Più indietro ci sono il classe 2005 Joao Costa, in campo il 9 novembre 2023 nel ko per 0-2 contro lo Slavia Praga; poco prima Luigi Cherubini, in prestito alla Carrarese, sempre in Europa League con i cechi ma il 23 ottobre, nella sfida d'andata; poi Riccardo Pagano, ora al Catanzaro, alla prima della stagione 2023-24, con Francesco D'Alessio e, precedentemente, Giacomo Faticanti (oggi della Juve Next Gen) e Filippo Missori (Sassuolo). Il cambio di passo è evidente: nell'arco di una stagione è calata l'irrefrenabile necessità di buttare nella mischia "giovani apprendisti" per permettere loro di imparare. Crescere. Sbagliare, certo. Ma farlo con criterio.
Ecco, il punto è, forse, proprio questo. Perché sbagliare, nel 2024-25, a un certo punto non è stato più possibile. La direzione presa, quella di non concedere esordi ai giovani, è sembrata in linea con le difficoltà della squadra. Dalle sconfitte di inizio campionato alla risalita, fino alla speranza Champions: una situazione complicata, da sbrigliare con gli uomini fidati di Ranieri. Con semplicità, senza stravolgimenti tattici e pressioni in più, nella testa, per chi ha cercato di riportare il trofeo giovanile a Trigoria dopo nove anni di attesa. Sarebbe stato il nono della nostra storia. Per questo il 2024-25 ha riservato una doppia doccia fredda. Ma, come si suol dire, l'importante è saper cogliere la rosa e mettere da parte le spine.
Indicazioni importanti
"Delusione" non è affatto la parola chiave dell'annata dei Primavera. "Coraggio", più delle altre, mette in risalto i più piccoli. Il coraggio di un gruppo che di fronte alle avversità non ha mollato. Il coraggio di un tecnico come Falsini: all'esordio in Under 20 si è affidato a qualche 2005 (Misitano, Graziani, Marazzotti e Zefi) e tantissimi 2006 e 2007. Basti pensare alla crescita di ragazzi come Coletta, Reale, Marchetti, Nardin, De Marzi, Di Nunzio. E chi più ne ha, più ne metta. Non c'è tempo per disperarsi: il futuro è giallorosso.
In attesa della prima volta
Nonostante tutto, c'è chi ha assaporato l'ebbrezza della trasferta o il calore dell'Olimpico. Non dagli spalti: dalla panchina. L'esempio calzante è quello di Alessandro Romano: regista del 2006, tenace e possente, convocato da Ranieri col Bologna. Oppure i portieri De Marzi e Marcaccini, rispettivamente del 2007 e del 2008, chiamati in diverse occasioni. Per le gare, così come per gli allenamenti: tra gli altri, anche Graziani (che piace all'Avellino), Mannini, Reale, Zefi e Nardin hanno avuto l'occasione di lavorare osservando e rubando qualcosa ai grandi nomi della prima squadra. Il viaggio, in questo caso si può dire, vale il prezzo del biglietto. Con la speranza che la meta stupisca i passeggeri. E, magari, anche i tifosi.
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