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Roma, da Di Francesco a Ranieri: una stagione dietro le quinte

I giallorossi non sono mai rientrati tra le prime quattro nell'arco di tutta la stagione, una dato che non si verificava dal 2013: speranze Champions ridotte al minimo

Claudio Ranieri, di LaPresse

Claudio Ranieri, di LaPresse

07 Maggio 2019 - 08:28

Lo scellerato pareggio arrivato a recupero già in corso nella sfida contro il Genoa ha smorzato ogni entusiasmo. Anche i più cauti si sono dovuti arrendere all'evidenza di una classifica che vede a tre giornate dalla fine del campionato la Roma lontana tre punti dal quarto posto, l'ultimo utile per centrare la qualificazione alla Champions del prossimo anno. Tre lunghezze dall'Atalanta che sarebbero peraltro da considerare quattro, in virtù di confronti diretti in perfetta parità (due 3-3 sono scaturiti dai match coi nerazzurri) che introdurrebbero come ulteriore criterio per stabilire la quarta - in caso di arrivo a pari punti - la differenza reti complessiva, graduatoria nella quale i bergamaschi vantano un più 28, difficilmente colmabile (eufemismo) dall'attuale più 15 dei giallorossi.

Champions che si allontana, ma che in realtà è sempre stata distante. Uno, due, o più punti, fino ad arrivare anche a cinque lunghezze dal quarto posto. Nell'arco di questa tribolatissima stagione la Roma non ha mai centrato le posizioni utili. Evento che non si verificava dal 2013. Nemmeno una volta in trentacinque giornate. Con entrambe le gestioni tecniche che si sono succedute nel corso dell'anno. E nonostante le contendenti abbiano avuto rendimenti tutt'altro che irresistibili, come dimostra non solo il gruppone che ha nutrito (e in qualche caso nutre ancora) concrete speranze di arrivare fra le prime quattro, con continui scambi di posizioni. Sintomo di un torneo mai così all'insegna della mediocrità generale, tanto da tenere in vita anche squadre che a lungo hanno avuto ambizioni inferiori rispetto a un possibile ingresso nella coppa continentale più prestigiosa. Lo stesso rendimento delle milanesi - per gran parte del campionato in lizza per il gradino più basso del podio - è risultato molto inferiore alle attese.

Ma la Roma non è mai riuscita ad approfittare dei balbettii delle altre, finendo al contrario per essere risucchiata più spesso dal gruppone alle spalle. Perfino l'avvio di stagione con l'handicap (soli due punti ottenuti nelle giornate fra la seconda e la quinta, affrontando fra le altre Chievo e Bologna) non è riuscito a creare insormontabili distacchi, mandando i giallorossi a meno cinque dalla quarta posizione; e permettendo dopo una mini-striscia positiva di tre vittorie di riportarsi a meno uno. Il ciclo di partite disputate fra ottobre e novembre ha però impresso un marchio di discontinuità alla squadra, che ha oscillato fra i tre risultati possibili con avversari di ogni caratura, senza mai concedere la reale sensazione di essersi rimessa in carreggiata.

Il periodo migliore è arrivato proprio nei due mesi che l'anno precedente avevano segnato la prima grande crisi difranceschiana: fra le gare post-natalizie e la fine di febbraio. In quella fase la Roma ha centrato otto risultati utili consecutivi - la striscia positiva più lunga finora - accorciando fino a un punto dalla quarta di turno e mantenendo inalterato il distacco per sei giornate. Quella che a distanza di mesi può apparire una svolta verso un livello più elevato, è stata in realtà contrassegnata da almeno due grandi delusioni: il 3-3 rimediato a Bergamo nonostante il triplo vantaggio e la batosta di Firenze in Coppa Italia.

Due gare che hanno contribuito ad alimentare il clima di sfiducia in una squadra che anche nelle vittorie non ha mai dato percezione di solidità, tutt'altro. La brutta sconfitta nel derby e a distanza di qualche giorno l'eliminazione dalla Champions hanno portato al cambio in panchina. Ranieri si è trovato a fronteggiare il poco tempo a disposizione e le scorie del periodo precedente, su tutte quelle di carattere fisico. Eppure a fatica la Roma è riuscita a riportarsi in zona di classifica utile, tramite maggiore attenzione difensiva e qualche discreto risultato. Fino a domenica scorsa, quando a Marassi ha probabilmente interrotto i sogni di gloria, o quantomeno si è risvegliata più lontana. Ma con tre partite rimaste, le possibilità di recuperare sono ridotte al minimo. In fondo però basterebbe una giornata da quarti, purché sia l'ultima.

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