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La Roma del futuro: Petrachi c’è, Conte ancora no

Il direttore arriverà a prescindere. Il tecnico ha già dato la sua disponibilità di massima. Scavalcata l’Inter, resta l’insidia della Juve o del Psg

Gianluca Petrachi e Antonio Conte, di LaPresse

Gianluca Petrachi e Antonio Conte, di LaPresse

30 Aprile 2019 - 07:00

La rivoluzione a Trigoria è quasi completa. Manca ancora la pedina più importante - la firma dell'allenatore che si farà carico sul campo di questo processo - ma ormai gli elementi sono tutti sul tavolo, compreso il nome del direttore sportivo: sarà Gianluca Petrachi.

E dalle macerie di una stagione nata su brillantissime premesse (quella semifinale di Champions League di cui proprio giovedì si ricorderà l'anniversario...) e poi naufragata in una serie di errori che hanno man mano ingrossato la valanga che è venuta giù travolgendo tutto (e quasi tutti), è nata la nuova scommessa di Pallotta, che, per la prima volta da quando la proprietà è americana, si fonderà su un nome forte in panchina.

Il profilo, ormai noto a tutti, è quello di Antonio Conte. È lui la prima, e al momento unica, scelta della Roma. Manca il suo sì, e non è certo un dettaglio secondario, ma dopo che gli sono stati illustrati persino nel dettaglio i parametri tecnici, sportivi, economici e finanziari si può dire oggi che la Roma a Conte piaccia eccome.

Tanto che la sua adesione al progetto si può ritenere che non dipenderà né dalla qualificazione alla Champions, né dal piano mercato e nemmeno dalla retribuzione o dalla sua durata: questi sono dettagli che andranno ovviamente discussi al momento opportuno, ma su cui l'allenatore in linea generale ha già dato un primo ok.

La concorrenza

Quel che potrebbe ancora complicare i piani della Roma è la concorrenza che in Italia è rappresentata dalla Juve – non dall'Inter e vedremo perché – e all'estero dal Paris Saint Germain. Ma presto sarà tolto il velo ad ogni progetto e i tifosi della Roma sapranno chi sarà l'uomo forte su cui appuntare le prossime speranze.

Alternative concrete a Conte al momento non ce ne sono, ma esiste ovviamente un piano B: e anche se adesso nessuno può affermarlo con certezza, l'unica figura credibile sarebbe Sarri (più di Allegri). Ma si parla appunto di tecnici sotto contratto e, dunque, per ora neanche consultabili, se non da qualche mediatore che magari si sta facendo carico sottotraccia del lavoro "sporco".

Quel che invece è ormai certo è che dai piani B (e C) sono spariti i nomi meno carismatici: gli allenatori con profili del livello di Gasperini o Giampaolo, al di là della stima che a Trigoria si nutre per loro e che a un certo punto li ha fatti considerare tra le possibili alternative per il prossimo anno, sono stati scartati. La Roma dal 1° luglio 2019 sarà affidata a un top coach. E il nome scelto è quello di Antonio Conte.

Il ruolo di Petrachi

A sponsorizzarlo fortemente è stato l'uomo che Pallotta ha individuato per guidare la direzione sportiva dei prossimi due anni: si tratta dell'attuale ds del Torino, Gianluca Petrachi, che sarà annunciato solo quando sarà risolto il suo rapporto di lavoro con il presidente Cairo.

Domenica il proprietario del Toro ha espresso pubblicamente la sua soddisfazione per aver "ritrovato" in un abbraccio l'affetto del suo dirigente, omettendo di dire magari che nei precedenti sei mesi i due non si erano praticamente neanche parlati. Tanto che nell'ambiente calcistico si sapeva che Petrachi sarebbe andato via da Torino e che Cairo era intenzionato a sostituirlo promuovendo probabilmente l'attuale responsabile del settore giovanile, Massimo Bava.

Ma quando ci sono contratti in essere (e quello di Petrachi scade tra un anno) gli avvocati consigliano prudenza e suggeriscono mosse di rilevanza pubblica. Da qui il balletto delle dichiarazioni di Cairo a Rmc («Mi sorprenderebbe se Petrachi andasse via, trattare con una concorrente configurerebbe anche un conflitto d'interesse»), con la risposta del ds via Ansa («se qualcuno mi chiamasse sarebbe un segnale che abbiamo lavorato bene al Torino, non vedo come si potrebbe configurare questo conflitto d'interesse. Mi dispiace constatare che forse è il presidente Cairo che non ha più fiducia nei miei confronti e ne prendo atto con rammarico») e del riavvicinamento di domenica, subito raccontato a Sky.

Ma tutti sanno ormai che Petrachi arriverà alla Roma senza alcun dubbio tanto che addirittura il suo contratto è svincolato da quello di Conte. Sarà lui il nuovo ds anche se Antonio alla fine dovesse dir no alla Roma. Ma di sicuro da quando ha ottenuto l'accordo con il dirigente la Roma sa di avere un'altra arma di persuasione in più per convincere Conte. In fondo a gestire il focoso tecnico salentino avere uno che... parla la sua stessa lingua è un innegabile vantaggio.

Pieni poteri a Conte

Di Conte piace intanto l'attitudine al comando. È diffusa convinzione tra i dirigenti romanisti che nella gestione del gruppo sia assolutamente necessario ripristinare quella forma elementare di disciplina che non sempre è stata rispettata in nessuna delle gestioni tecniche degli anni americani, per diversi motivi.

Ogni allenatore ha permesso che qualche virus di intolleranza si sviluppasse, quasi sempre senza intervenire in maniera immediata ed efficace, magari a salvaguardia dell'umore generale del gruppo a breve termine, ma perdendo qualcosa sotto il profilo della competitività a lungo andare.

Con Conte questi rischi non si correranno: sarà un uomo forte con massima libertà d'azione. E ovviamente piace la sua capacità di dare alla squadra quell'impronta caratteristica offensiva e di grande temperamento. E, in attesa di scendere nei dettagli, qualche indicazione iniziale sulla composizione della squadra l'ha già data. A lui, ad esempio, Dzeko piace molto: e come prima mossa ha chiesto la conferma del bosniaco.

Massara ai saluti

E Massara? Resta immutata la stima per le sue competenze, ma Pallotta non dev'essere rimasto particolarmente colpito dal colloquio che c'è stato lo scorso 16 aprile a Boston. E ha deciso di cambiare. E dunque Massara si unirà al gruppone di professionisti, tutti di indubbio valore, che con diverse gradazioni di responsabilità hanno operato a Trigoria nell'ultima stagione e che però hanno sottovalutato la portata di una serie di errori commessi fino a dover lasciare la Roma: e dopo Di Francesco, Monchi, il medico Del Vescovo e il capo dei fisioterapisti Stefanini toccherà anche a Massara e a gran parte della struttura dello scouting.

E chissà se la diaspora finirà qui. La piramide operativa del prossimo anno dell'As Roma farà capo per le questioni di tipo amministrativo/finanziario al Ceo Guido Fienga (peraltro tra i più determinati nell'operazione Conte), per gli aspetti sportivi al direttore Petrachi, affiancato da Francesco Totti con un ruolo ritagliato su misura, e all'allenatore Conte per il campo, mentre Pallotta continuerà ad avvalersi del suo consulente londinese, Franco Baldini.

Che, come succede già da tempo, propone, ma non dispone: e lo dimostra il fatto, ad esempio, che la candidatura Campos sia stata bocciata. Tutte le decisioni verranno prese a Trigoria e quella sarà la base operativa di Petrachi (mentre il dirigente attualmente al Lille eventualmente sarebbe rimasto a lavorare a Montecarlo...) e ovviamente di Totti.

L'Inter fuorigioco

Un'ulteriore conferma della vicinanza di Conte alla Roma è arrivata quando si è capito che l'unica offerta concreta oltre a quella giallorossa finora recapitata all'indirizzo dell'ex tecnico del Chelsea è giunta dall'Inter, ma era comunque subordinata alle decisioni che evidentemente non sono state ancora prese a Milano sul futuro di Spalletti.

Conte al riguardo s'è indispettito e alla Roma hanno preso atto con soddisfazione che una delle opzioni alternative possibili s'è già bruciata. In più c'è la convinzione di aver saputo trasmettere all'allenatore, nei due incontri sin qui tenuti, la linea di una società che oggi è più solida e vanta maggiori prospettive tecniche dell'Inter.

Resta ora da capire come si muoverà la Juventus con Allegri. Nell'agenda di Agnelli l'incontro decisivo col tecnico è fissato per oggi: sarà ufficializzato il rinnovo o, come ritiene qualcuno, si sancirà il divorzio? In questo caso, non si può evitare di considerare Conte tra le teoriche alternative possibili per il futuro juventino.

Anche se dopo il costosissimo coupe de theatre dello scorso anno con Ronaldo, pare che Agnelli sia tentato di offrire la panchina addirittura a Guardiola, per un colpo che sarebbe davvero sensazionale. Resta in piedi poi l'opzione Psg: ma Conte è orientato a riavvicinarsi a casa. E lo ha ribadito anche a un suo fraterno amico proprio domenica. Si chiama Gianluca Petrachi.

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