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Le parole

Mourinho: "Le due finali raggiunte con la Roma sono un traguardo speciale"

L'ex tecnico giallorosso ha parlato in esclusiva sul canale YouTube di Fabrizio Romano: "In alcuni club non bisogna fare solamente l'allenatore"

Mourinho durante una partita della Roma

Mourinho durante una partita della Roma (GETTY IMAGES)

La Redazione
26 Marzo 2024 - 16:19

L'ex tecnico della Roma José Mourinho ha parlato in esclusiva sul canale YouTube del giornalista sportivo Fabrizio Romano. Di seguito le dichiarazioni dello Special One.

Si vede dai tuoi occhi che sei pronto per un nuovo capitolo. Come ti senti?
"Giusto. Sono pronto per ricominciare. A volte quando finisci l'esperienza in un club senti il bisogno di riposarti, di pensare. In questo caso, il giorno dopo aver lasciato (la Roma, ndr) ero pronto per ricominciare. Mi sento forte, sto bene, amo il mio lavoro e sono davvero pronto; ma non voglio fare la scelta sbagliata. Non posso accettare qualcosa solo per le mie impressioni su di me, quindi devo essere paziente; siamo a marzo, aprile, e di solito è difficile che accada qualcosa , quindi il mio obiettivo è ripartire in estate".

Sei l'unico allenatore ad aver disputato due finali europee negli ultimi due anni: che cosa ne pensi?
"La prima sensazione è che sembra una cosa non accaduta, perché quando le persone parlano di me si concentrano soprattutto su quanto accaduto 10 anni fa, 8 anni fa... Ci sono tanti bravi allenatori in Europa e di solito i migliori allenano le migliori squadre, quelle che hanno più possibilità di raggiungere una finale. Negli ultimi anni sono arrivato 3 volte in finale: una con il Manchester United e due con la Roma. Se ci concentriamo sul recente passato sono l'unico ad aver raggiunto due finali europee. Vedo questa cosa con un po' di divertimento, ma sono anche orgoglioso perché l'ho fatto con una squadra che non ha storia in Europa, quindi è un qualcosa di speciale. In questa stagione non giocherò una finale, ma spero che l'anno prossimo possa dire: 'Sono stato l'unico ad aver raggiunto tre finali europee negli ultimi 4 anni'".

Come hai detto, molte volte si parla di te al passato. Ma i tifosi hanno nel cuore tutto quello che hai fatto, in Italia ma anche in Inghilterra, Spagna, Portogallo. Come ti senti quando vedi la passione di questi tifosi?
"Ho sempre detto che la cosa più bella che il calcio ha sono i tifosi, perché loro non fanno soldi con il calcio ma li spendono. Molte volte spendono soldi di cui hanno bisogno e fanno sacrifici per la loro passione, specialmente per la passione che hanno verso i loro club. Normalmente sono leali; quando ai tifosi non piacciono giocatori o allenatori succede per alcune ragioni. Non per gli occhi belli, non per il loro altruismo; amano o no per alcune ragioni. Nel mio caso, indipendentemente dal risultato, ho sempre avuto la fortuna di avere qualcosa da celebrare, qualcosa per fare in modo che i tifosi potessero ricordarsi in maniera positiva di me. Ma vedo che dopo quel qualcosa che tu fai per loro, resti legato a loro; e io sono sempre rimasto legato ai miei club. Ai tifosi non importa di quale paese, di quale club si tratti. Sento che i tifosi sentono che ho dato tutto per loro. E per via della mia personalità alla fine sono sempre stato più di un allenatore. In alcuni club devi essere l'allenatore, il direttore tecnico, il direttore della comunicazione, il difensore del club e dei giocatori. A volte i tifosi lo realizzano, ma allo stesso tempo questo è qualcosa che non piace all'allenatore. Perché io voglio essere un allenatore; lo scenario ideale c'è quando il club ha una struttura che permette all'allenatore di fare l'allenatore in campo, in allenamento, nello spogliatoio. Io ero il tecnico all'Inter, lo ero al Real Madrid, durante la mia prima esperienza al Chelsea, al Porto; in altri club non lo ero. Questa situazione è molto difficile per un tecnico, ma credo che il mio rapporto con i club in cui ho lavorato e i tifosi... Penso che la base di tutto sia quando loro vedono che arrivo, indosso la maglietta e lotto per loro".

Hai rifiutato il Portogallo e l'Arabia Saudita: queste due mete sono ancora nei tuoi pensieri in vista del futuro?
"Il Portogallo mi ha chiamato due volte: una volta fu ai tempi del Real Madrid e in quel caso avrei dovuto rivestire il doppio ruolo, ma Florentino Perez mi disse che non sarebbe stato possibile. La seconda volta, invece, è stata con la Roma. Se mi sono pentito dato che pochi mesi dopo la Roma mi ha esonerato? No, sono felice di non aver accettato e quindi non mi sono pentito. Se allenare una nazionale in futuro sarà un mio obiettivo? Non sono sicuro, se dovessi allenarla in vista di una competizione importante come il Mondiale o l'Europeo ti direi di sì, ma aspettare due anni prima di disputare quelle competizioni... Non saprei, forse un giorno accetterò. L'Arabia Saudita? Cristiano Ronaldo ha aperto le porte a quel mondo in termini calcistici. Quando mi arrivò l'offerta si trattò di una proposta economica molto importante, ma rifiutati perché per me erano più importante la Roma e il calcio europeo. In futuro mai dire mai, ma in questo momento non firmerò nessun contratto perché prima devo prendere la decisione migliore"

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