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Lupatelli: "De Rossi avrà una gran carriera. Svilar merita la riconferma da titolare"

Le dichiarazioni dell'ex portiere giallorosso: "Del portiere belga mi ha stupito soprattutto la mentalità. Daniele per la Roma è perfetto"

Cristiano Lupatelli

Cristiano Lupatelli (GETTY IMAGES)

La Redazione
23 Marzo 2024 - 11:57

L'ex portiere Cristiano Lupatelli è intervenuto a "Radio Romanista". L'estremo difensore, laureatosi Campione d'Italia con la Roma nel 2001, ha così parlato della stagione conclusasi con il tricolore, oltre che del "nuovo" primo portiere giallorosso Mile Svilar. Queste le sue parole:

Pensando alla stagione dello scudetto, le prime immagini che ti vengono in mente quali sono?
“Sicuramente la festa del Circo Massimo, penso sia stato qualcosa irripetibile, vedere la gioia di tutti quei tifosi per lo scudetto è stata una cosa unica”

Tu sei arrivato a Roma l’anno precedente, durante la preparazione della stagione 2000-2001 avevi la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso?
“Io sono arrivato a Roma molto giovane, avevo 21 anni e poca esperienza. Ricordo un ambiente cambiato dall'arrivo del mister e dal suo staff, con Capello i presupposti per fare qualcosa di importante c’erano. Il ritiro dell’anno dello Scudetto rispetto a quello precedente era stato diverso perché c’erano stati gli Europei, la Copa America e le Olimpiadi, perciò eravamo pochissimi con tanti primavera, i senatori arrivarono dopo. Facemmo una settimana di ritiro al completo a Berlino, poi uscimmo dalla Coppa Italia contro l’Atalanta e da lì iniziò la volata verso lo Scudetto”.

Delle partite giocate da titolare, molte anche importanti come il derby o a San Siro con l’Inter, che ricordi hai?
“Giocai anche contro la Juve. Ero molto giovane, me le vivevo con spensieratezza, è un peccato averne giocate poche ma è andata bene così”.

Una in particolare, quella del 10 dicembre 2000, è ricordata per il gol al volo di sinistro di Totti contro l’Udinese. Ti ricordi questo gol?
“Francesco tirò dal cilindro uno dei suoi colpi, tra l’altro decisivo perché vincemmo 2-1. Totti dimostrò ancora una volta la sua classe”.

Successivamente dalla Roma passasti alla Fiorentina, e contro i giallorossi Totti provò a segnare da centrocampo ma parasti per un soffio. Quando voi portieri affrontavate giocatori come Totti, avevate la sensazione, la paura che potesse fregarvi in qualche modo?
“Con Totti dovevi sempre stare attento, anche perché il cucchiaio era la sua specialità, poi però non sapevi mai cosa avrebbe potuto fare. Molte volte fingeva il tiro di potenza per tirare fuori dal cilindro il cucchiaio”.

Dopo lo Scudetto passi al Chievo Verona, squadra al debutto in Serie A, con cui disputate una stagione che ancora oggi viene ricordata e che vi vedrà arrivare in Europa. Nel calcio di oggi è un qualcosa di replicabile? Come nacque l’idea di prendere la maglia numero 10 pur essendo un portiere?
“Quella al Chievo fu una bellissima esperienza. Io arrivavo dallo Scudetto con la Roma, e passai da una città come Roma ad un quartiere di Verona. Non conoscevo l’ambiente, ma mi venne prospettata l’idea di giocare con regolarità in Serie A e accettai subito. L’idea del numero 10 nasce da un’asta di beneficenza per le maglie, per la quale un amico mi propose di fare questa scelta particolare”.

Che ne pensi di Svilar? Può essere il titolare per il prossimo anno?
“Secondo me si, ha dimostrato solidità anche dal punto di vista mentale. Parare a Roma non è facile, lui ha fatto molte belle parate ma ciò che mi ha stupito di più è l’aspetto caratteriale e la personalità”.

La Roma dovrebbe puntare su De Rossi?
“Sta facendo molto bene, nelle partite e anche nelle interviste. Daniele farà una gran carriera da allenatore, poi ha il cuore giallorosso, quindi è perfetto”.

Hai avuto esperienze importanti anche come preparatore dei portieri. Progetti futuri?
“Appena ho appeso gli scarpini al chiodo mi sono dedicato a questo ruolo, poi quest’anno ho deciso di prendermi una pausa. Con la nuova stagione vedremo il da farsi”.

 

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