"Prima della domanda vorrei chiedere scusa a Daniele Lo Monaco. Sei sempre stato corretto con me, fai il tuo lavoro come giornalista, anche bravo, ho interpretato male la tua domanda ieri, non c’era nessun motivo per la mia risposta. Ti chiedo scusa nello stesso modo in cui ho fatto la stupidaggine di ieri, pubblicamente".

Ha parlato di cose che non le sono piaciute: sul 2-0 la Roma si è sentita appagata. 
"Mi aspettavo questa cosa. Ho chiesto questa intensità a inizio gara, sapevo che c’era gente che non riesce a farlo, sapevo perfettamente che non avevamo benzina per tutto quello per 90 minuti. Questo non mi è dispiaciuto perché è una cosa che mi aspettavo. Ma quando abbassi il ritmo per necessità, la concentrazione deve aumentare. Se non hai aggressività per pressare alto e l’aggressività per essere verticale, come minimo non regali palla all’avversario e fai passaggi nella prima fase. Non è che loro abbiano avuto grande possibilità, ma hanno avuto 20 minuti dove il dominio del gioco era loro, il possesso era loro, noi ci siamo abbassati troppo e dovevamo essere intelligenti a gestire. È così che dobbiamo crescere, c’erano 5 giocatori che hanno iniziato la partita che non erano qui l’anno scorso, abbiamo bisogno di loro e abbiamo bisogno che loro capiscano come giochiamo, specie col blocco basso. Sei dominatore anche lì. Il 7-0 è troppo, non è che abbiamo fatto una partita stratosferica, abbiamo giocato bene, in qualche momento molto bene, non abbiamo sbagliato gol davanti alla porta e per questo motivo il risultato è questo, ma è esagerato".

Ci fa un punto sugli infortunati?
"Aouar stava uguale a come a tutti quelli che erano un punto interrogativo. Una cosa è quando sei recuperato clinicamente e un’altra quando sei in condizione di giocare. Aouar è arrivato con una sensazione di stanchezza in zona muscolare, quando il muscolo ti chiama e ti dice che c’è qualcosa di strano non si può rischiare. Ha giocato Renato, che al di là del cartellino giallo che mi ha aiutato a decidere di cambiarlo, è stato perfetto perché giocasse 45 minuti. Dybala 75 minuti, Paredes 75 minuti, dobbiamo gestire questi giocatori, facendoli allenare, giocare e non facendoli arrivare a situazione di stanchezza. Romelu per la sua condizione fisica, per la sua storia clinica e per come si è allenato da solo, è quello che si presenta in condizione migliore".

Diciassette giorni di sosta molto lunghi, lei ha ricevuto molte critiche, la risposta è nella qualità che la Roma può esibire?
"I giocatori fanno gli allenatori, gli allenatori aiutano i giocatori a essere migliori. Sono i giocatori che fanno gli allenatori. Qualche volta si parla di allenatori fenomeni, a volte devono fare i fenomeni anche nelle squadre senza giocatori fenomeni. Oggi si è vista qualità, qualità di gioco, per costruire dal basso bisogna che i giocatori lo sappiano fare. A volte abbiamo commesso errori, ma i giocatori stanno prendendo fiducia. Lukaku ha avuto un pallone davanti alla porta e ha fatto gol, queste sono cose importanti".

Oggi come valuta la prova di Ndicka? È stato un test abbastanza duro per lui?
"Non è un bambino che non ha giocato partite, ha 150 partite in Bundesliga, in una squadra che giocava a 3 in un modo diverso dal nostro. Non voglio dire esattamente i dettagli, perché non voglio regalarli al nemico, ma nel primo tempo che era davanti a me ho fatto un po’ di fatica con lui perché va guidato. Ha presenza, ha costruzione, è veloce, è un ragazzo che ha qualità. Con questi tre difensori centrali e con Smalling abbiamo quattro difensori centrali diversi, però di qualità. Quando manca uno ne abbiamo solo tre, ma sono giocatori affidabili".

Dybala ha giocato una grande partita e ora fa coppia con Lukaku. Cosa può portare?
"State tranquilli".