AS Roma

Speranze e dubbi per Mourinho: la Roma pronta a ripartire

Dall’Empoli al Cagliari, facendo i conti con gli infortuni che colpiscono tutti i reparti. Nell’incertezza, José punta sulla voglia di Lukaku

Romelu Lukaku in campo con il Milan

Romelu Lukaku in campo con il Milan (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
13 Settembre 2023 - 08:59

Essere o non essere... in campo. Come lo shakespeariano Amleto, personificazione del dubbio, anche in casa giallorossa i giocatori devono essere alle prese con l’incertezza. Un’incertezza che - è bene specificarlo - non è necessariamente negativa, perlomeno in alcune circostanze; è, piuttosto, il sintomo di una maggiore competitività in tutti i reparti, frutto di una rosa più ampia ora a disposizione di Mourinho, che nelle due stagioni precedenti aveva dovuto fare di necessità virtù.

Se, in passato, lo “Special One” s’era dovuto reinventare dei calciatori in ruoli mai ricoperti prima, affidandosi quasi sempre a un ristretto manipolo di 13-14 fedelissimi, adesso in ogni reparto ci sono dei potenziali ballottaggi. Prendiamo il centro del campo, dove Cristante, Paredes, Bove, Renato Sanches, Aouar e Pellegrini sono in lizza per tre maglie; o le corsie laterali, con Kristensen, Karsdorp e Celik da una parte, e Spinazzola, Zalewski e (in caso) El Shaarawy dall’altra. Ad oggi non è affatto semplice ipotizzare l’undici titolare della Roma contro l’Empoli, né quello per l’esordio in Europa League contro lo Sheriff Tiraspol.

Colpa degli infortuni, soprattutto. Con otto stop (tutti di natura muscolare) nei primi due mesi di stagione, Mou si trova al momento a dover fare i conti con l’incertezza in ogni reparto: pur non avendo riportato lesioni, restano monitorate di giorno in giorno le condizioni di Mancini e Pellegrini; ottimismo invece per Renato Sanches, Zalewski e Aouar, che di sicuro torneranno tra i convocati domenica, ma che di certo non saranno al top della condizione, avendo dovuto fare i conti con dei guai muscolari. Lo stesso dicasi per Dybala, pronto a giocare dall’inizio in coppia con Lukaku, ma lui stesso reduce dall’infortunio all’adduttore che lo ha costretto a rimanere ai box dalla fine di agosto. 

La luce
Nell’incertezza generale che accompagna l’avvicinamento a Roma-Empoli, la speranza si chiama Romelu Lukaku: è in lui che Mourinho ripone fiducia per dare una scossa alla squadra in vista di questo mini-ciclo che, da qui alla prossima sosta per le nazionali, porterà i giallorossi a giocare 7 partite in 21 giorni. Dopo l’Empoli sarà la volta dello Sheriff in trasferta, poi si andrà a Torino e a Genova, quindi Frosinone e Servette in casa, e per finire l’8 ottobre viaggio a Cagliari. Quattro gare fuori casa, con un viaggio piuttosto impegnativo fino in Transnistria (Moldavia), le altre tre con la spinta degli ormai immancabili 60mila. La voglia di “Big Rom” di ricambiare l’affetto ricevuto nel giorno del suo sbarco è tanta, e su di essa intende fare leva anche il tecnico, che non vede l’ora di poter schierare il belga al fianco di Paulo Dybala: la coppia d’oro dovrà cercare di rilanciare le ambizioni romaniste, finora tarpate da sfortuna e prestazioni insufficienti. Se negli altri reparti regna l’incertezza (e in alcuni persino il dubbio amletico), in avanti tutto appare chiaro: la luce alla fine del tunnel è rappresentata dal centravanti e dalla “Joya”. O perlomeno: questo è ciò che si augurano Mourinho e tutti i romanisti. 

Del resto, finora i nuovi acquisti si sono visti poco causa infortuni: Ndicka e Azmoun non sono mai scesi in campo, Sanches e lo stesso Lukaku hanno collezionato soltanto uno spezzone a testa. Ma niente paura: man mano che i rinforzi arrivati dal mercato si integreranno, l’asticella della competitività si alzerà. Come è giusto che sia, se si intende competere ai massimi livelli.

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