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L'ora delle scelte: dalla lista restano fuori Azmoun e Kristensen

Presentata la “Lista A” alla Uefa per i gironi: out due dei nuovi acquisti. Il settlement agreement “impone” però di inserire gli infortunati Abraham e Kumbulla

Rasmus Kristensen in azione a Verona

Rasmus Kristensen in azione a Verona (GETTY IMAGES)

05 Settembre 2023 - 08:47

C'era una volta l’amore ai tempi del colera. C’è, adesso, il mercato ai tempi del settlement agreement. Una serie di meccanismi e incastri complessi, anche per le società stesse. Numerose variabili che hanno portato la Roma ad inserire nella “Lista A” presentata ieri sera alla Uefa - che in queste ore la sta controllando in ogni particolare, prima dell’ufficialità attesa in mattinata - due giocatori infortunati, piuttosto che due volti nuovi, arrivati nella Capitale in estate. Azmoun e Kristensen fuori, Abraham e Kumbulla dentro.

Questo è il responso atteso, che racconta anche il risultato di un mercato condotto da Pinto sul filo del rasoio, in uno slalom infinito tra paletti economici, cercando di fare i compiti a casa agli occhi della Uefa e con il fine ultimo di rinforzare la rosa a disposizione di Mourinho.

Tre mesi difficili, che il gm proverà a riassumere alle 14.30, quando risponderà alle domande dei cronisti presenti a Trigoria, dove andrà in scena l’ormai consueta conferenza stampa di fine mercato del portoghese. Un’estate fortemente condizionata dall’accordo - o piano di rientro, se preferite -, proposto dal massimo organo del calcio europeo e sottoscritto dai Friedkin, che guiderà le scelte in sede di trattative per la Roma almeno per le prossime due sessioni. In principio erano le plusvalenze, 40 milioni di plusvalenze per essere più precisi, da portare a casa entro il 30 giugno, potendole così ascrivere al bilancio in chiusura come step intermedio per arrivare, entro il 2026, ad un massimo di 60 milioni di deficit aggregato. Un obiettivo, come raccontato dal club, sfiorato da Pinto che, forte del consenso dei proprietari della Roma, si è potuto fermare a qualche milione dal traguardo, con Dan Friedkin che ha deciso di sua sponte di colmare il gap pagando la sanzione - già prevista - alla Uefa. Come se non bastasse, è arrivato poi il “transfer balance”.

Cercando di sintetizzare e rendere commestibile il tutto, si può affermare che il costo totale a bilancio della “Lista A” - l’elenco dei giocatori che una società intende utilizzare durante una competizione europea, fatta eccezione per i giovani, inseriti nella “Lista B” - non può superare il peso dell’ultima lista presentata, nello specifico quella inviata alla Uefa nel febbraio scorso per la fase a eliminazione diretta dell’Europa League 2022/23 - mentre quella presentata ieri sera farà da parametro per la prossima, da consegnare a febbraio 2024, nella speranza che la Roma disputi anche nella seconda fase della sua stagione una competizione europea. Anche sette mesi fa, ricorderete, c’erano state alcune difficoltà di compilazione. La Roma si era vista tornare indietro l’elenco presentato, dovendo fare a meno di Ola Solbakken, ma lasciando - elemento che all’epoca fece scalpore - Nicolò Zaniolo, già di fatto fuori rosa e che da lì a qualche giorno avrebbe salutato Trigoria per iniziare la sua nuova avventura in Turchia con il Galatasaray.

Scelte apparentemente incomprensibili, ma ben poggiate in realtà su logiche finanziarie. La permanenza di Zaniolo, ad esempio, ha aiutato la Roma in estate, con la plusvalenza frutto della sua cessione, a rispettare i paletti imposti. Meccanismo simile a quello che ha portato il club ad inserire Abraham e Kumbulla nell’elenco della “Lista A” ieri sera. I due, entrambi alle prese con il recupero da una lesione al legamento crociato, sono tra gli elementi della rosa più “pesanti” per il bilancio. Escluderli avrebbe limitato pesantemente la compilazione della prossima lista, rendendo difficile - se non impossibile - un loro futuro reinserimento o l’ingresso di un potenziale nuovo acquisto da accogliere nella finestra di mercato di gennaio.

Così, nelle articolate dinamiche di questo gioco, conviene avere a disposizione, per modo di dire, due lungodegenti piuttosto che due nuovi acquisti come Kristensen e Azmoun. Il sacrificio non risale a ieri sera, ma al momento in cui la dirigenza ha deciso con forza di portare Lukaku alla corte di Mourinho. Il belga, per la gioia comune dei romanisti, ha fatto saltare il banco di pochissimo. Come accaduto con Solbakken, infatti, le rinunce hanno riguardato due calciatori il cui costo a bilancio è esiguo. Arrivati entrambi in prestito, gravano sulle casse giallorosse quasi esclusivamente con il loro ingaggio lordo e non si parla di cifre da capogiro. Tradotto: il famoso “transfer balance” e il miracolo del pareggio a fine mercato era quasi riuscito.

Ora a parlare sarà il campo, a partire dalla trasferta in Transnistria contro lo Sheriff del 21 settembre. Nella speranza di non avere rimpianti e di poter alimentare un altro magnifico sogno.

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