AS Roma

Falsa partenza: 1 punto alla 3ª non succedeva da ben 28 anni

La Roma attuale di Mourinho come quella di Carlo Mazzone nel 1995-96 (che poi arrivò quinta). Successe anche con Nils Liedholm, poi fummo terzi

Bove, Pellegrini e Lukaku in azione contro il Milan

Bove, Pellegrini e Lukaku in azione contro il Milan (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
04 Settembre 2023 - 08:26

Ventotto anni: tanti ne sono trascorsi da quando la Roma raccolse lo stesso, misero bottino di un punto in tre partite. Era il 1995-96, in panchina sedeva Carlo Mazzone ed era la seconda stagione in cui in Serie A erano previsti i tre punti a vittoria: in campo c’erano Giannini (alla sua ultima stagione in giallorosso), Balbo, Aldair e un giovane Francesco Totti.

Dopo aver pareggiato 1-1 a Marassi contro la Samp al debutto, arrivarono due sconfitte casalinghe contro Atalanta (0-1) e Milan (1-2): un punto raccolto su nove disponibili, proprio come ora. La speranza è che, proprio come successe allora quando vincemmo a Cremona 1-0, la Roma possa trovare il primo successo stagionale alla quarta giornata.

E, da quel momento in poi, auspicabilmente ritrovare se stessa. Nel 1995-96 alla fine chiuse al quinto posto, centrando la qualificazione in Coppa UEFA, quindi tutto sommato - vista la falsa partenza - la stagione non andò poi così male. E andò proprio bene invece nel 1974-75, altro precedente nel quale dopo tre turni ci ritrovammo con un punto in classifica: in panchina c’era nientemeno che Nils Liedholm, l’uomo che otto anni dopo ci avrebbe guidato al secondo Scudetto. Prati e compagni persero 1-0 a Torino con i granata, pareggiarono 0-0 in casa col Napoli e caddero 1-0 anche a Bologna; poi però la squadra ingranò, tanto da riuscire a chiudere al terzo posto, ottenendo il miglior piazzamento da vent’anni a quella parte. 

Insomma, i due precedenti restituiscono un po’ di ottimismo dopo la partenza pessima della banda di Mourinho. Resta il fatto che, dall’inizio del XXI secolo, questo è il peggior avvio fatto registrare in campionato. Persino negli anni più duri i giallorossi sono riusciti a racimolare almeno un paio di punti in tre giornate (è stato così nel 2010-11, con Ranieri in panchina, e la stagione seguente con Luis Enrique, la prima della Roma americana); anche dopo il terzo Scudetto partimmo male, con due pareggi e una sconfitta nonostante il tricolore sul petto, ma poi ingranammo e chiudemmo al secondo posto alle spalle della Juve. In sostanza, tempo per invertire la rotta ce n’è: spetta a Mou e ai calciatori più esperti, quelli con maggiore personalità ed esperienza, indicare al gruppo la via da seguire per rialzare la testa e tornare dove ci compete. 

Striscia da dimenticare
Dal Milan al Milan, nelle ultime dieci partite di campionato (le ultime sette della passata stagione e le prime tre del 2023-24), la Roma ha raccolto soltanto una vittoria, e la miseria di 8 punti (media per gara di 0,8). La sfida coi rossoneri del 29 aprile scorso - la prima con la scritta SPQR sulla maglia - fu un 1-1 in extremis, a cui fece seguito un altro 1-1 in casa del Monza. Poi sono arrivati la sconfitta casalinga con l’Inter del 6 maggio (0-2), i pareggi con Bologna (0-0) e Salernitana (2-2), il ko in rimonta subito a Firenze (1-2) e quindi l’unica vittoria, il 2-1 in extremis con lo Spezia che ha chiuso la passata stagione, permettendoci di qualificarci in Europa League. 

Una volta ripartiti, il trend negativo non è stato invertito, anzi si è confermato: un pari casalingo con la Salernitana, seguito dalle sconfitte contro Verona e Milan. Ogni tipo di disfattismo è fuori luogo e prematuro, ma il campanello d’allarme - con i dati riferiti finora - deve scattare, eccome. I tifosi meritano molto di più, e la squadra (pur con tutti i suoi limiti) deve dare di più: due finali europee di fila non si raggiungono per caso; ora è tempo di alzare l’asticella anche in Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI