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La partita

Dybala ci riporta in Europa: ecco la Joya finale all'Olimpico

Colpita a freddo al 6’ da Nikolaou, la squadra giallorossa di Mourinho supera le sviste di Maresca e completa la rimonta con Zalewski e con Paulino

Paulo Dybala esulta

Paulo Dybala esulta (GETTY IMAGES)

05 Giugno 2023 - 08:38

Un’altra partita infinita, chiusa stavolta al 115’, un’altra direzione arbitrale discutibile, un’altra serie di intemperanze dalla panchina (espulsi Foti, il sostituto di Mourinho, e pure Salzarulo, il sostituto di Foti nel secondo tempo) e alla fine la gioia, al 91’, per il gol su rigore di Dybala che riporta la Roma in Europa League siglando il controsorpasso sulla Juventus, corsara a Udine, e costringe lo Spezia a giocarsi la salvezza con il Verona, a sua volta battuto dal Milan. Dunque finisce al sesto posto il campionato della Roma con una vittoria ottenuta solo nel finale di una partita dominata ma che lo Spezia avrebbe anche potuto vincere (dopo il vantaggio iniziale di Nikolau e il pareggio di Zalewski, Zurkowski ha spedito alto il pallone del possibile 1-2 in ripartenza al 26’ del secondo tempo) e che Dybala, rimasto in campo fino alla fine, ha indirizzato definitivamente. La vittoria in campionato mancava dal 16 aprile (3-0 all’Udinese), ma è costata anche le ammonizioni a Pellegrini e Dybala (diffidati, salteranno la prima del prossimo campionato) e purtroppo un grave infortunio ad Abraham che complica anche i piani di mercato di Pinto. La serata è finita con Mourinho in campo a salutare i tifosi rimasti, dopo il giro di ringraziamento della squadra, e a rassicurare tutti sulla sua volontà di restare anche il prossimo anno.

Mou anche stavolta aveva provato a sorprendere Semplici, l’allenatore avversario, presentando all’inizio a 4 la sua linea difensiva senza che la scelta trovasse stavolta giustificazione nel sistema di gioco avversario: se contro la Fiorentina di Italiano la mossa aveva avuto un senso per la pura contrapposizione tattica in campo, contro lo Spezia si è rischiato qualcosa per qualche ripartenza inevitabilmente lasciata alla gestione non limpidissima del centrocampo avversario. E infatti nel secondo tempo si è tornati all’antico. Rinunciando all’inizio sia a Ibañez sia a Llorente, Mou per il tramite di Foti ha schierato da destra Celik, Mancini, Smalling e Zalewski, con Bove e Cristante a centrocampo e Pellegrini schierato nel doppio ruolo di mezzala in non possesso e trequartista centrale nelle offensive, con Dybala alla sua destra, El Shaarawy alla sua sinistra e Belotti, alla vana ricerca del suo primo gol in campionato, riferimento più offensivo. Solito 352 per Semplici, diventato rapidamente 532 dopo l’estemporaneo e casuale vantaggio iniziale trovato da Nikolaou: Amien e Reca gli esterni, Wisniewski, Ampadu e Nikolau i centrali, con Zurkowski, Esposito e Bourabia in mezzo e Nzola e Gyasi attaccanti centrali. Dopo un paio di mancati gialli di Maresca che hanno subito scaldato l’atmosfera dei 62242 dell’Olimpico (34’ sold out semiconsecutivo, solo la gara col Genoa di Coppa Italia mandò invenduti un pugno di tagliandi), lo Spezia si è trovato in vantaggio quasi a sua insaputa: su una respinta della difesa romanista su calcio di punizione laterale, Bourabia ha svirgolato la conclusione, azzeccando però una strana parabola che è stata deviata dalla parte opposta, all’altezza del secondo palo, dal centrale greco Nikolaou che è scivolato alle spalle di Celik ed è stato tenuto in gioco da una risalita non rapidissima di Cristante e Zalewski.

La Roma ci ha messo un po’ a riorganizzarsi perché le linee difensive dello Spezia si sono fatte ovviamente strette e compatte, e il rischio di una ripartenza letale ha frenato gli ardori. Ad andare vicino al gol è stato per primo El Shaarawy, autore di un bel destro a giro dei suoi, su assist di Celik, ma la parabola è terminata sulla parte alta della traversa. Nella fase centrale del tempo lo Spezia si è difeso con ordine, gli esterni bassi romanisti faticavano ad andare in sovrapposizione perché mancava qualche automatismo da 433, con lo spazio che non veniva liberato nei tempi giusti dagli attaccanti,  soprattutto Dybala che andava dove lo portava l’istinto. Pellegrini e Bove cercavano senza trovarli spazi nelle terre di mezzo, Cristante si occupava della prima impostazione senza mai dar fondo al suo lancio, viste le linee basse degli avversari. Per trovare un altro pericolo si è dovuti attendere quindi il 38’, con un sinistro di Dybala alto di poco, seguito ad altri tentativi velleitari da fuori di Celik e Mancini. Poi al 43’, casuale come quello dello Spezia, il gol di Zalewski (rivendicato da Bove): su un cross tagliato da sinistra col destro dal polacco, prima il Gallo e poi Edoardo hanno provato ad arrampicarsi alla ricerca della deviazione giusta, ma la traiettoria in realtà non è mai cambiata e la palla è finita all’angolino a sinistra di Zoet, rimasto bloccato in attesa di un colpo di testa che non è arrivato. Prima dell’intervallo un’ammonizione a Pellegrini è stata accolta dal pubblico con fischi e contumelie varie per Maresca.

Ad inizio secondo tempo Mourinho si è rimesso con la difesa a tre per evitare quelle infilate centrali che avrebbero potuto complicare il destino della gara visti i risultati in bilico tra Udine e Milano, in un’altalena che ha portato le squadre coinvolte ad alternarsi tra salvezza e Europa League. La Roma ha sfiorato il vantaggio con un altro bel cross di Zalewski per Pellegrini, la cui deviazione fuori misura ha risentito però del tocco precedente di Zoet. Foti non è rientrato dall’intervallo, colpito evidentemente da un provvedimento disciplinare al rientro negli spogliatoi. Così ad orchestrare la squadra in campo nella ripresa c’era Salzarulo: lui ha ricevuto l’input di mettere in campo al 19’ Abraham al posto di Belotti e Matic al posto di Bove e subito dopo Dybala ha sfiorato il gol del vantaggio con una transizione letale con Pellegrini a portargli via i difensori e Paulo a calciare in diagonale, fuori di un soffio. Al 26’ il momento sliding doors con una ripartenza di N’Zola, cross basso sul secondo palo per Zurkowski e tocco in scivolata alto oltre la traversa. Due minuti dopo è montata la dura protesta dello stadio Olimpico e di tutta la panchina per un clamoroso rigore negato a Dybala, autore di uno strepitoso doppio scambio con Pellegrini e con Abraham e poi colpito sul piede d’appoggio in aria da Bourabia. Incredibilmente Mazzoleni non ha richiamato il collega alla revisione sul campo e da lì la partita è diventata una corrida, con ammnizioni sventolate quasi a casaccio e il gioco continuamente spezzettato.

Abraham si è fatto male saltando in maniera innaturale sulla gamba sinistra, inarcata completamente all’indentro, ed è stato sostituito da Spinazzola, mentre Wijnaldum, fischiatissimo dallo stadio, è entrato al posto di Mancini. Al 36’ ci ha provato Llorente di testa, fuori di poco, al 40’ ha calciato ancora Dybala costringendo Zoet all’ennesimo intervento risolutore. Al 42’ una torre di Matic è rimasta inevasa, poi al 43’ una verticalizzazione ancora del serbo è stata trasformata da Wijnaldum in un prezioso assist per El Shaarawy che è entrato in area tenendosi dietro due avversari con Amian che lo ha tirato giù: inevitabili il (secondo) giallo e quindi il rosso, e il rigore, trasformato tre minuti dopo da Dybala. Nel finale lo Spezia ha tentato il tutto per tutto mettendo in campo anche Shomurodov, Krollis e Cipot, ma è stata la Roma a sfiorare due volte con El Shaarawy il gol del tre a uno. Poi la festa.

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