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Stadio Franchi, ore 18

Firenze lo sai: ultima tappa prima della sfida col Siviglia

A quattro giorni dalla finale di Budapest, l’obiettivo contro la Viola sono i tre punti per sperare ancora (e zero nuovi guai in vista dell'Europa League)

Mourinho durante una seduta di allenamento a Trigoria

Mourinho durante una seduta di allenamento a Trigoria (GETTY IMAGES)

27 Maggio 2023 - 08:27

Quando è stato varato il calendario del girone di ritorno, e come sempre accade l’occhio tifoso si è soffermato sulle tappe finali della corsa della Serie A, chissà quanti avranno avuto la capacità di immaginare che la sfida di questo pomeriggio a Firenze (calcio d’inizio ore 18, telecronaca in esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) sarebbe stata vissuta come un fastidio necessario a quattro giorni da uno degli eventi più importanti della storia internazionale romanista, secondo solo a quello vissuto (male) il 30 maggio 1984. Di sicuro ci siamo ritrovati a pensare a quanto avrebbe potuto pesare una trasferta così nella corsa a un piazzamento per la Champions League, sapendo quanto è storicamente ostica per i nostri colori una trasferta al Franchi.

E invece senza avere il minimo dubbio di poter essere tacciati di antisportività, ci pare di capire che per entrambe le tifoserie la partita di stasera conti davvero poco. Per loro capita addirittura tra due finali, una appena persa in Coppa Italia e un’altra tutta da giocare tra 10 giorni con il West Ham, per avere l’onore di scrivere il proprio nome dopo la Roma nell’albo d’oro della Conference League. Noi col pensiero fisso alle condizioni di Dybala e alla finale di Budapest con la rabbia ormai già assimilata che deriva dalla consapevolezza di arrivare a un appuntamento tanto importante senza il conforto del giocatore più forte della rosa. 

Quello di oggi sarà poco più di un allenamento nel programma verso la Puskas Arena, eppure i tre punti potrebbero ancora significare qualcosa. Perché per qualche combinazioni di risultati neanche tanto astrusa la Roma potrebbe ritrovarsi tra una settimana a giocare all’Olimpico contro lo Spezia con una possibilità ancora aperta di guadagnare il quarto posto. Se a Budapest le cose dovessero andar bene potrebbe essere solo un fantastico vezzo, se andranno male una irripetibile possibilità a tempo quasi scaduto. Comunque, varrebbe la pena provare a vincere oggi per valutare poi i risultati delle altre domani. 

La formazione è un rebus di cui parliamo a parte, chi la indovina ha diritto a un biglietto gratuito nel posto più centrale della tribuna principale della Puskas Arena e, soprattutto, a un passaggio aereo gratuito, il vero lusso di questa primavera inoltrata del 2023. Anzi, complimenti a chi consente queste “legali” speculazioni sui voli che raggiungeranno Budapest in tempo per la partita: una vergogna internazionale (anche in Spagna stanno montando feroci polemiche) su cui nessun ente riesce ad intervenire. Stanno trasformando lo sport ad alti livelli in una cosa per ricchi, di fatto sporcandone il presupposto dell’egualitarismo, che poi è il fondamento stesso di ogni federazione sportiva e in qualche modo il principio di base per permetterne la più alta condivisione possibile. 

Impossibile invece immaginare il tipo di partita che si svolgerà questo pomeriggio anche se dal punto di vista tattico potrebbe essere anche una sorta di prova generale della partita di mercoledì. La Fiorentina di Italiano ha lo stesso modo aperto e a volte un po’ suicida di giocare. Paradigmatico, in questo senso, lo svolgimento della finale di Coppa Italia di mercoledì scorso. Per le sue potenzialità la squadra viola avrebbe avuto molte possibilità di portare a casa la coppa, ma le ha gettate al vento una per una, dimenticando il presupposto principale di chiunque si cimenti in un confronto calcistico: ogni sforzo deve portare alla vittoria altrimenti diventa vanitoso orpello. Dall’altra parte, sulla panchina giusta, c’è l’uomo che incarna invece a perfezione il principio opposto. Lui vive per la vittoria e ogni suo sforzo, adesso, è concentrato su quello, a costo anche di lasciare oggi tre punti. Splendido paradosso.

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