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Il caso

Mourinho punge Orsato: «Manca un rigore gigante su Ibanez»

Lo Special One non ci sta ma elogia la prova dei suoi uomini «Orgoglioso di questa partita, la mentalità della squadra non cambia mai»

Mourinho a colloquio con Orsato

Mourinho a colloquio con Orsato (GETTY IMAGES)

Andrea Di Carlo
15 Maggio 2023 - 09:28

Forse non se lo sarebbe aspettato nemmeno lui di uscire dal Dall’Ara con il rammarico che la sua Roma avrebbe potuto vincere la partita. Con un pizzico di convinzione in più, ma anche con qualche chiamata arbitrale diversa da parte di Orsato. Se qualcuno si aspettava nel post partita un José Mourinho già con la testa alla sfida di Europa League contro il Bayer Leverkusen sarà rimasto deluso. Lo Special One si è presentato sereno, ma battagliero a difendere le ragioni della sua squadra: «Oggi abbiamo affrontato una squadra organizzata, è un pareggio solido. Abbiamo avuto anche l’opportunità con Belotti per fare l’1-0, inoltre manca un rigore gigante». 

Il riferimento del portoghese è alla manata di Lykogiannis che ha colpito in pieno sul volto di Ibañez: «Orsato è un bravo arbitro, uno dei migliori. Tecnicamente è molto bravo, gli piace venire da me per far vedere che è in controllo della situazione e questa cosa un po’ mi fa sorridere. Ma ha sbagliato lui e ha sbagliato il VAR. Se poi mi chiedi se lo vorrei per la prossima partita, ti dico di sì, perchè mi piacciono gli arbitri bravi». Sistemata la questione arbitrale, Mourinho è tornato ad analizzare la prova della Roma al Dall’Ara: «Sono orgoglioso di questa partita. Anche se gioca uno della Primavera o una ragazza della Femminile la mentalità della squadra non cambia. Cambia la qualità, ma non i principi di base. Svilar era alla prima partita come Missori, Tahirovic non ha giocato spesso da titolare. È stata una bella partita contro un’ottima squadra». 

Lo Special One, poi, si prende del tempo per elogiare la prestazione e la crescita di molti ragazzi che hanno trovato poco spazio in questa stagione, in primis Svilar: «Mile? La gente lo ha giudicato tropo presto, in un momento dove non era preparato, dopo appena una gara di Europa League dove non ha giocato bene. Lui aveva solamente bisogno di lavoro, di principi, di potenziare le sue qualità. Non è facile lavorare ogni giorno con intensità senza giocare mai. È un ragazzo molto tranquillo, tecnicamente bravo, bello da vedere, un portiere che ha una bellissima presenza in campo». 

Gli brillano gli occhi, invece, quando lo Special One parla dei suoi bambini, che ora sono diventati grandi: «Ho sempre avuto la fama sbagliata di non puntare sui giovani, poi penso a Varane o a McTominay. Adesso è chiaro che lo faccio anche per necessità, sono obbligato, però alla lunga si vede la qualità, hanno solo bisogno di fiducia. In campo c’erano Bove, Zalewski, Tahirovic e Missori, quando sono arrivato a Trigoria si allenavano sul campo di plastica». 

Ma Bologna-Roma rimane la giornata di Missori, com’era stata all’andata quella di Tahirovic: «Missori si allena con noi dallo scorso anno, ha debuttato in Conference League, fa parte del gruppo anche se non aveva minuti. Il merito è suo, dei suoi allenatori ma ha fatto un’ottima partita. Tahirovic? Se la testa va bene, ha un potenziale incredibile. Dico sempre che qualche volta è svedese, tranquillo e equilibrato, altre volte bosniaco. Quando diventa il mio guerriero ha un potenziale incredibile».

La nota stonata della trasferta bolognese è l’infortunio di Celik, che ha chiesto il cambio, scombinando i piani di Mourinho: «Volevo far giocare a Cristante 60 minuti e a Mancini 30 minuti, ma con l'infortunio di Celik è cambiato tutto. Come sta? Se si tocca e chiede il cambio, suona l’allarme. Gini ha recuperato, Dybala rimane un grande dubbio».

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