AS Roma

Resta un punto di sutura: a Monza arriva solo un pareggio

El Shaarawy illude i 2500 giallorossi, Caldirola trova il pareggio. Poi una soffertissima ripresa e il risultato non cambia. La squadra appare stremata

El Shaarawy in azione contro il Monza

El Shaarawy in azione contro il Monza (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
04 Maggio 2023 - 10:41

L’immagine della Roma di oggi è Pellegrini piegato sulle ginocchia al fischio finale di Chiffi, a rendere materia da archivio l’1-1 che si è appena concretizzato all’U-Power stadium, un altro pareggio nel segmento decisivo della stagione, con la squadra a pezzi (per l’Inter persi anche El Shaarawy per infortunio muscolare e Celik per un’evitabilissima espulsione) e la classifica che si è fatta asfittica: nel turno infrasettimanale della 33ª giornata hanno vinto tutte le rivali nella corsa alla Champions tranne il Milan, e ora la classifica vede la Roma al quinto posto proprio a pari merito con Atalanta e Milan e alla vigilia di un’altra sfida spareggio, con l’Inter che ieri ne ha fatti sei al Verona.

Piove sul bagnato, dunque, per una squadra stremata e capace di dar qualche cenno di vita ieri solo nel primo tempo, concluso con la parità poi trascinata fino alla fine con le reti di El Shaarawy, su regalo di Di Gregorio, e di Caldirola, su regalo di tutta la difesa romanista. Poi nella ripresa chi si attendeva la spinta decisiva per prendersi i tre punti è rimasto fortemente deluso: Dybala, Belotti, Smalling e gli altri infortunati sono stati chiamati in panchina solo per onor di firma (e Paulo l’ha messa rimediando anche un giallo per proteste nel nervoso finale) e quella vista in campo era solo la Roma C, con Tahirovic e Camara in mediana, e Volpato sulla trequarti. Male Solbakken, male Celik, male Spinazzola, spremuti Pellegrini e Abraham, impalpabile Zalewski, dignitose solo le prove dei difensori. 

Qualche piccolo vantaggio sulle formazioni iniziali Mourinho se l’era preso presentando in campo gli undici uomini che era lecito attendersi, ma mischiando un po’ i ruoli, e quindi destinando Cristante al centro della difesa quale vice Smalling, lasciando Celik nella sua posizione di esterno di destra, con Zalewski dalla parte opposta, Pellegrini retrocesso in mediana con Bove, ed El Shaarawy restituito al suo ruolo preferito, quello di punta di supporto di centrosinistra, con Solbakken omologo di (centro)destra e Abraham punta centrale. Schieramento a specchio per Palladino, premiato prima dell’inizio della partita come allenatore del mese della Serie A e fresco di una salvezza raggiunta con sei turni d’anticipo: nel suo 3421 i duelli si sono formati naturalmente sul campo, con Izzo opposto ad El Shaarawy, Pablo Marì a Abraham, Caldirola a Solbakken, e poi sulla mediana Ciurria a Zalewski, Pessina a Pellegrini, Rovella a Bove, Carlos Augusto a Celik, e poi Colpani a Ibañez, Caprari a Mancini e Mota a Cristante. Logico che con una partita così impostata, come sempre succede contro le squadre di ispirazione gasperiniana, siano gli errori nei duelli individuali a permettere agli avversari di prendersi un vantaggio.

L’avvio della Roma, e in particolare di Celik, è stato da film dell’orrore, con due errori in rifinitura che hanno determinato le prime due occasioni della partita (la prima addirittura dopo 35 secondi, bravo Rui Patricio a chiudere su Mota Carvalho, e poi Cristante a chiudere su Caprari). Poi la Roma ha preso metri e coraggio, si è disposta con più coraggio sul campo, con baricentro più alto e pressioni estreme, e ha fatto valere il maggior tasso tecnico, riuscendo spesso a mettere in difficoltà la retroguardia dei padroni di casa, con tiri magari non irresistibili, ma a getto continuo. La prima occasione vera è capitata dopo 13 minuti con una delle diverse punizioni da lontano perfettamente calciate da Pellegrini, deviata da Cristante verso la porta di Di Gregorio e approssimativamente respinta, peccato che Ibañez e Solbakken dal dischetto si siano ostacolati sulla paternità del tentativo di tap-in. Al 24’, improvviso, il gol del vantaggio romanista, favorito da un clamoroso errore di Di Gregorio (uno degli eroi di questa splendida stagione brianzola), nell’occasione lento e goffo sulla rimessa dal fondo e sulla pressione di Abraham, poi sul pallone intercettato El Shaarawy ha superato con uno scavetto proprio il portiere di casa e ha calciato di sinistro in porta, Marì ha respinto ancora sui piedi del Faraone che stavolta ha mirato e portato in vantaggio la Roma. Casuale anche l’occasione per il pareggio al 32’ per Mota Carvalho che ha cercato un triangolo con Caprari ma l’ha trovato con Mancini, poi il destro è finito fuori di pochissimo.

Al 33’ un’ingiustificata protesta del Monza (Rovella lamentava una spallata in area di El Shaarawy, il replay ha evidenziato la simulazione del biondo di casa) ha fatto scaldare gli animi tra le panchine, con Chiffi che è intervenuto ammonendo Mourinho e l’incolpevole Palladino. Al 34’ un’altra punizione di Pellegrini incornata stavolta da Ibañez ha chiamato ancora Di Gregorio all’intervento risolutivo. Poi, al 39’, il pareggio: su un’altra punizione da lontano ben calciata, stavolta da Rovella, è stato il Monza a sfruttare la dormita della difesa romanista, con Caldirola lasciato completamente solo sul secondo palo, mentre Abraham stringeva troppo centralmente su Izzo, un po’ come aveva fatto Spinazzola su Thiaw contro il Milan quattro giorni prima. Gelo nel foltissimo settore ospiti romanista (oltre 2500 i tifosi presenti), gioia nel resto dell’U-Power, l’antico Brianteo.

Al rientro dall’intervallo il Monza s’è acceso con l’ingresso di Birindelli (in fascia destra) al posto di Colpani, con lo spostamento di Ciurria sulla trequarti. E al 2’ una bella azione avvolgente partita a destra e conclusa a sinistra ha portato alla costruzione di quella che sarà comunque l’unica vera palla-gol dei padroni di casa (sinistro di Carlos Augusto, deviato fortunosamente in corner da Rui Patricio), mentre l’unica occasione della Roma è stata di Ibañez durante il recupero, incornata deviata in tuffo da Di Gregorio su imbeccata di Tahirovic. Tra una conclusione e l’altra, in mezzo c’è stata una partita brutta e sporca, giocata con i reduci della Roma senza qualità e con il Monza a cercare il varco per portare a casa altri tre punti. Cristante e Pellegrini sono stati ammoniti per gioco scorretto, Mourinho ha provato a rafforzare l’intensità togliendo l’inguardabile Solbakken e l’appannato Zalewski per inserire Camara a metà campo e Spinazzola in fascia, con Pellegrini rialzato sulla trequarti. Un lampo di Spina (taglio di El Shaarawy in area ben servito, ma Stephan invece di scaricare per Pellegrini ha provato una conclusione complicata) ha illuso che qualcosa potesse cambiare, ma le troppe interruzioni, i nuovi cambi (Machin e Valoti per Rovella e Caprari, Volpato per El Shaarawy, poi Tahirovic per Bove, Marlon per Caldirola, Gytkjaer per Mota) e gli errori tecnici da una parte e dall’altra (clamoroso un sinistro di Carlos Augusto terminato in fallo laterale) hanno spezzettato troppo lo svolgimento della gara.

Nel finale assai nervoso, Celik ha prima rimediato un’ammonizione stupida (protesta su un fallo laterale, con lite annessa con Izzo), e poi preso pure il rosso in seguito ad una scivolata scambiata per fallo dal disattento Chiffi, poi bastonato da Mourinho a fine partita. E dopo l’uscita del turco, per poco la Roma ha rischiato la beffa su una punizione lunga calciata diretta su Carlos Augusto, arrivato all’appuntamento stremato e in scivolata disperata, contenuta da Rui Patricio. Ma Mou non l’ha vista, era già uscito per evitare di prendersi un altro rosso.

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