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Contro il Feyenoord bisogna ribaltare lo 0-1 dell’andata per raggiungere le semifinali di Europa League e allungare così il sogno che porta a Budapest

Pellegrini e Mourinho esultano dopo il gol all'Udinese

Pellegrini e Mourinho esultano dopo il gol all'Udinese (GETTY IMAGES)

20 Aprile 2023 - 09:14

Il navigar gli è dolce in questi mari. Un quarto di finale di Europa League con il Feyenoord vale pompate di adrenalina per tutti i 70.000 che stasera convergeranno nella zona, congestionata dal traffico, del Foro Italico in un orario variabile tra le 18 e le 21, momento esatto del fischio d’inizio di una partita (telecronaca su Sky e Dazn, radiocronaca su Radio Romanista) che già profuma di epica per tutti, per quelli che prenderanno posto sugli spalti e per quelli che invece avranno l’onore di scendere in campo.

Per tutti tranne uno: José Mourinho, quell’attempatello signore portoghese dal sorriso mefistofelico che vedi impassibile quando l’eccitazione impazza e vedi dimenarsi diabolicamente proprio quando gli altri si rilassano. Lo studio delle reazioni del portoghese alle vicende del campo merita appositi trattati di sociologia. Per il momento ha un gran successo la cam a lui dedicata che nei social della Roma garantisce centinaia di migliaia di visualizzazioni di spettatori estasiati. Su un punto sono ormai tutti d’accordo: oggi Mourinho non divide più come una volta. La sua parabola almeno dal punto di vista del riscontro popolare l’abbiamo già vissuta con Totti, passato da quel rancoroso sentimento di irritazione che provocava agli avversari nella prima fase della sua carriera all’indulgenza popolare della seconda fase, quando veniva accolto anche negli stadi più ostili con il rispetto che si deve a chi nel suo ambiente scrive pagine indelebili di storia.

Per Mourinho è in corso lo stesso processo. Magari c’è ancora qualcuno ostile al suo gioco che fatica a tollerarne i difetti, ma quasi ovunque lo Special One viene vissuto con l’ammirazione che precede e poi scavalca qualsiasi altro sentimento contrario.
In Olanda, forse, ancora non l’hanno capito. Il presuntuoso Slot, ad esempio, si culla negli allori di un titolo ormai garantito nel suo campionato e affronta le conferenze stampa intorno alla sfida con la Roma con una prosopopea che potrebbe anche ritoglierglisi contro. Eppure dopo tante chiacchiere sulla differenza di mentalità e di coraggio tattico tra le due squadre, non appena ha trovato un fortunoso gol del vantaggio nella gara di andata si è chiuso a riccio come un Eziolino Capuano qualsiasi, beandosi a fine partita della buona sorte che ha aiutato i suoi ragazzi nell’impresa di non prendere un gol che sembrava maturo e che avrebbe drasticamente abbassato le loro percentuali di possibilità di qualificazione. L’uno a zero maturato all’andata fa pendere dalla parte degli olandesi il pronostico sulla qualificazione. Per i bookmakers il Feyenoord alle semifinali si gioca a circa 1,50, la Roma a 2,45.

L’aspetto tattico sarà importante ma non decisivo. Difficilmente vedremo una Roma gettarsi all’attacco in maniera sfrontata, è più ragionevole pensare che i giallorossi almeno nel primo tempo proveranno a controllare il possesso del pallone confidando anche nella spinta ambientale tenendo sempre però sotto controllo il numero dei giocatori chiamati a partecipare alla manovra offensiva. Della formazione parliamo a parte, alla fine restano due dubbi. L’utilizzo di Dybala dal primo minuto e chi gli lascerà il posto nel caso giocasse titolare. Nella conferenza stampa prepartita Mourinho ha preferito mantenersi vago ma stavolta difficilmente tirerà fuori dal cilindro qualche sorpresa.

C’è poi l’aspetto statistico: passare il turno significherebbe raggiungere per Mourinho la 12ª semifinale della sua carriera, finora cinque volte poi è arrivato all’ultimo atto tornando sempre a casa con la coppa. Per la Roma, invece, il traguardo nella Coppa internazionale in cui è chiamata a giocare sta diventando un’abitudine: sarebbe la quarta semifinale negli ultimi sei anni. In assoluto l’8ª della sua storia. Ma in questo caso le medie si abbassano: all’ultimo atto la Roma è arrivata quattro volte, solo due i successi finali.

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