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Stasera a San Siro

Milan-Roma, Master Mind: lo Special One indica la via alla squadra

In una sfida dal pronostico chiuso, Mourinho è atteso all’ennesimo esame. Per questo sta preparando la squadra soprattutto dal punto di vista mentale

Mourinho segue con lo sguardo i suoi giocatori a Trigoria

Mourinho segue con lo sguardo i suoi giocatori a Trigoria (As Roma via Getty Images)

08 Gennaio 2023 - 09:30

Delle tre squadre migliori del campionato il Milan è forse la più sorniona. Quella cui neanche il titolo di Campione d’Italia orgogliosamente mostrato sul petto ha conferito la qualifica di favorita di stagione. Il Napoli per quello che ha fatto Giuntoli sul mercato e poi Spalletti sul campo e l’Inter per la solidità della rosa vengono sempre preferiti anche ai rossoneri nei pronostici di quelli che ci capiscono. Ma il Milan sta lì, il fregio tricolore è ancora suo, Pioli è perfettamente calato nel mood dell’allenatore santone, riconosciuto come tale tanto da saper gestire anche il crepuscolo di un totem come Ibrahimovic, che al Milan ha fatto quello che gli era stato chiesto - conferire una mentalità vincente quando di vincente c’era rimasto davvero poco - ma nessuno nella società, nello staff o nella squadra è rimasto poi schiacciato dall’ego dello svedese. Operazione perfetta, alla fine. Anche oggi Zlatan dovrebbe essere in panchina a fare da chioccia agli altri, a portare a casa la pagnotta saranno Brahim Diaz e Giroud, Leão e Saelemaekers, Tonali e Bennacer, con in porta Tătărușanu, uno che regali alla Roma già ne ha fatti. 

L’esame per la Roma è di quelli che valgono un master. I pronostici dei bookmakers non differiscono troppo uno dall’altro: un risultato diverso dalla vittoria dei rossoneri (data a 1,8, col pareggio in media a 3,6 e la vittoria della Roma oltre quota 4) sbancherebbe il botteghino. Non c’è, a dir la verità, troppa fiducia neanche in una parte della tifoseria romanista, quella un po’ schizzinosa che storce il naso di fronte alle vittorie non conseguite attraverso trame di gioco spettacolari. A vederla da una certa prospettiva è anche un bene, di solito questo è un pregio per tifoserie abituate a vincere tanto, e quando capita loro di farlo magari speculando un po’ (ricorderete il Real Madrid di Fabio Capello) c’era qualcuno che rumoreggiava lo stesso. Ma la situazione è differente. Da diverse stagioni, sulla panchina della Roma, sedevano allenatori di indubbio valore, magari non classificati nel firmamento dei top manager d’Europa, ma comunque bravi, capaci di far girare la squadra come un orologio, ma con un immutabile difetto comune: quello di non saper cogliere risultati di prestigio, quand’anche fosse la coppa Italia. Ecco perché l’arrivo di Mourinho ha decretato una svolta che tutto il Popolo giallorosso ha salutato con entusiasmo. Non è stato preso un “minestraro” qualsiasi, magari qualcuno che avrebbe potuto effettivamente dividere la tifoseria in mancanza di risultati. È stato preso un re, il più intelligente tra i re, uno che non a caso non si è mai fatto vanto di far parte di una categoria di allenatori, lui semmai si è sentito una categoria a parte, quella degli special, che in quanto tale conta per uno, anzi, one. 

Qui c’è la chiave di spiegazione per capire come sia antistorico e forse pure un po’ antiromanista contestare al vate di Setubal la scarsa brillantezza della squadra. Ci metterebbe poco, se solo lo volesse, a tirar giù una serie di esercitazioni tattiche tali da far migliorare la manovra giallorossa come neanche il miglior de Zerbi saprebbe fare. Ma lui è un’altra cosa, lui fa scelte diverse, lui ritiene che questa squadra non abbia bisogno di quello per centrare il suo obiettivo, ma di altro. E ad insegnare le sue materie resta un assoluto rettore. Non date per spacciata la Roma questa sera, il Milan è più forte e ha il pronostico della sua parte. Ma nella testa dei giocatori giallorossi stasera potrebbe essere stato ingenerato un chip capace di sconvolgere qualsiasi pronostico. Non è un caso che l’allenatore sia rimasto in silenzio tutto questo tempo, se un po’ lo conosciamo sta meditando qualcosa di sorprendente, che sia nella formazione o semplicemente nel lavoro di training autogeno. Sottovalutarlo è stato un errore commesso da tanti suoi colleghi. Pioli non lo farà sicuramente

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