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I conti

Il bilancio: record negativo ma nessun allarme

Per l’esercizio 2021-22 il club registra 219,3 milioni di perdite, ma erano previste da oltre un anno

Dan e Ryan Friedkin

Dan e Ryan Friedkin (As Roma via Getty Images)

03 Gennaio 2023 - 10:00

I numeri parlano molto chiaro ma nessun allarme tra viale Tolstoj e Trigoria. Durante la giornata di ieri Sport&Businessha riportato il contenuto della documentazione contabile della Roma, in particolare per quanto riguarda il bilancio relativo all’esercizio 2021-22.  Il club giallorosso ha registrato una perdita consolidata di 219,3 milioni, un numero che rappresenta un record oltretutto in crescita rispetto alle passate stagioni (il dato si attestava a -204 milioni per il 2019-20 e a -185 nel 2020-21. Tra tutti i club italiani nello stesso esercizio tra le società di Serie A soltanto la Juventus ha riportato un deficit più pesante attestandosi a -239,3 milioni, poi ci sono l’Inter (-140,1) e il Milan (-66,5 milioni).

Sono diverse le voci “in entrata” che hanno evidenziato un significativo calo andando dunque a pesare sul computo totale: tra queste rientrano le voci delle plusvalenze che hanno superato di poco i sei milioni di euro, o gli ammortamenti passati da 88,8 dell’annata precedente a 77,5 milioni in quella presa in esame. Crollo anche per quanto riguarda gli introiti derivanti dalle sponsorizzazioni principali, fermi a 8,2 rispetto ai 17,2 del 2020-21. In aumento invece altri dati significativi quali le spese per il personale (182,8 milioni, quasi 155  per gli stipendi dei calciatori) e i soldi per le commissioni per gli agenti (17,4).  Alla luce di un dislivello così evidente tra perdite e ricavi (che sono intorno ai 200 milioni), sono fondamentali i continui versamenti nelle casse del club da parte dei Friedkin, che già nella semestrale pubblicata il 31 dicembre 2021 avevano segnalato la previsione di perdite di una simile portata: a partire dall’agosto 2020 sono i 500 milioni sborsati, senza considerare quanto speso per l’acquisto da Pallotta e l’Opa che ha portato al delisting.

Cifre pesanti dunque, ma non preoccupanti perché il club giallorosso era consapevole che gli effetti del Covid sulla biglietteria sarebbero continuati anche fino al 2021-22 (l’Olimpico non è stato aperto al 100% prima dell’aprile 2022) e sapeva che nel bilancio preso in esame da Sport&Business pesavano contratti onerosi (Pastore, Florenzi e Santon per citarne alcuni). In più, la situazione era chiara anche nei termini del “settlement agreement” stipulato con l’Uefa. Il risultato è che la Roma sul mercato non potrà comprare senza aver venduto e intanto i Friedkin continueranno i loro investimenti per appianare la situazione finanziaria.

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