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Pazza idea

Mourinho in Portogallo, ma soltanto in tournée

Lusinghe. La federazione portoghese lo tenta con la panchina, ma José ha intenzione di restare alla Roma. E il doppio incarico adesso è improponibile

Mourinho in partenza per il Portogallo

Mourinho in partenza per il Portogallo (MANCINI)

16 Dicembre 2022 - 09:09

Sposando in pieno uno dei tanti paradossi calcistici, l’idea è talmente surreale da diventare reale. O quantomeno realistica. Perché l’interesse e anche qualcosa in più (leggasi lusinghe) della federazione portoghese nei confronti di José Mourinho per il ruolo di prossimo commissario tecnico della nazionale è autentico. D’altra parte sarebbe strano il contrario. Lo Special One rappresenta per la panchina quello che Ronaldo incarna sul campo: il rappresentante ultravincente del Portogallo nel mondo. E se la stella di CR7 si avvia verso l’inesorabile declino, quella di Mou è ancora alta in cielo. Merito anche del quinto trofeo europeo in carriera conquistato con la Roma a Tirana.

E proprio il club giallorosso costituisce lo scoglio più grande al presunto rientro di José nel proprio Paese, per quanto dalla porta maestra. Il contratto che lo lega alla squadra della Capitale termina nel giugno del 2024, ovvero fra un anno e mezzo. L’ipotesi delle dimissioni nel cuore della stagione nemmeno è contemplata dalle parti. Quella del doppio incarico al momento non è proponibile: il regolamento non la vieta e sono diversi gli esempi in tal senso anche in tempi recenti (da Hiddink diviso fra Chelsea e Russia a Terim allenatore del Galatasaray e selezionatore della Turchia), ma la situazione attuale in casa romanista impone il massimo della concentrazione, fra giocatori da recuperare e obiettivi da inseguire. Le stesse parole rilasciate ai canali ufficiali del club da JM alla vigilia della partenza per il ritiro pre-natalizio (guarda caso proprio in Portogallo) non lasciano adito a interpretazioni differenti.

Che le strade della Roma e dello Special One possano poi separarsi prima della data di scadenza del contratto resta una possibilità, anche in base ai risultati (e alle reali prospettive del prossimo mercato estivo). Che possa realizzarsi prima del termine della stagione, appare però un’eventualità più che remota. Certo è che la pressione della federazione e dei media portoghesi tratteggia una discreta tentazione per lo Special One, che resta tuttora il capostipite di una genia di tecnici “di grido” e capaci di incidere in Europa e Sudamerica, soprattutto negli ultimi decenni (da Conceicao a Jardim, da Paulo Sousa a Espirito Santo, da Fonseca alla meteora Villas Boas). L’era di Fernando Santos resta comunque di primissimo livello, fra la conquista della vetta continentale nel 2016 e il lancio di una genia di talenti sbocciati soprattutto grazie all’eccellente lavoro del settore giovanile del Benfica. La gestione di una rosa di livello così elevato forse nemmeno ai tempi di Figo e Rui Costa, fra campioni già affermati e altri in procinto di esplodere definitivamente, può esercitare fascino su chiunque. Compreso Mou. Che però è abituato a salutare soltanto una volta raggiunto l’apice del ciclo.

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