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L'opinione

Adesso basta, smettetela di parlare di Zaniolo

I media e non solo si accaniscono su Nicolò a colpi di gossip, critiche e pressioni. Lui, nonostante i due gravi infortuni e l'età, dimostra una tigna invidiabile

Nicolò Zaniolo palleggia

Nicolò Zaniolo palleggia (As Roma via Getty Images)

Mauro De Cesare
04 Dicembre 2022 - 11:45

Quando le aspettative rischiano, anzi troppo spesso, riescono a soffocarti, a renderti la vita durissima. Nell’arte, nello sport, nella cultura, senza limiti e confini. Meglio evitare paragoni, inutili e fuori luogo. Parliamo solo di calcio, di quello che viviamo sulla sponda giallorossa del Tevere. Il riferimento non è certamente a Josè Mourinho, uomo non solo di sport, ma con una carta d’identità che lo mette al riparo da tante turbolenze, perfino “tempeste”. Già al suo arrivo aveva fatto dissotterare l’ascia di guerra dei “no-Josè”. Di chi lo ha sempre addirittura detestato. Oggi, dopo poco più di un anno, si parla già di un possibile addio. Ma lui è “Special”. E corazzato contro le altrui aspettative.

Penso a un altro personaggio da prima pagina, che a Roma cercano sempre e comunque di mettere sulla graticola. Nicolò Zaniolo da Massa, 23 anni, attaccante della Roma e della Nazionale. Giocatore di piede mancino, dotato di potenza fisica, tecnica, dribbling, capacità negli inserimenti e di ottimo tiro dalla distanza. Arriva alla Roma, nel 2018, dall’Inter. Dimostra le sue enormi qualità. Nel gennaio 2020 il suo ginocchio destro fa crac. Dura per un ragazzino di 21 anni. Soffre, lotta, torna in campo. Nel settembre 2020, crac: l’altro ginocchio. Provate a entrare nella sua testa, dove abitavano fantasmi, paure e l’angoscia di non sapere se poter tornare a vivere il suo sogno di bambino. Rischi di essere sconfitto. Il gossip fa di tutto per travolgerlo. Ma non sorprende, proprio perché gossip. Si aggrappa alle sue vicende sentimentali, alla presenza di una mamma difficile da sottomettere. Nico, a poco più di 20 anni, dimostra di avere personalità e forza, molto più (anche lui) di quanto potrebbe dire la sua data di nascita. Sembra avere la “tigna” di chi, 30 anni prima, nato e cresciuto a Roma, ha subìto un trattamento molto simile: il Pupone. No, Francesco Totti. Ma questo non vuole essere assolutamente il paragone tra un leggenda del gioco del calcio e un giovane ancora in ascesa. Ma di due caratteri, sì. Nicolò Zaniolo ha subìto due incidenti che avrebbero sconquassato anche il futuro di un impiegato, seduto dietro una scrivania. I legamenti crociati hanno, da sempre, fatto e disfatto nella storia del calcio. A Roma? Boni, Peccenini, Rocca, Ancelotti, Tommasi, Strootman. Chi più fortunato, altri meno, ma per tutti è stato comunque terribile. Per Nico, ogni partita è un esame di laurea. Vivisezionati anche i passaggi di pochi metri. "Non è quello di prima, non passa la palla, non segna, magari ci dessero… ce lo porto pure a piedi". E non è una novità che Roma sappia esaltare, ma anche “divorare”. Un po’ come la storia dell’Italia delle Repubbliche Marinare, dei Comuni, dei Guelfi e Ghibellini. Ma non si può stare sempre in trincea. Uffici, bar dello sport, social, redazioni hanno vissuto per tre anni su schieramenti contrapposti. Promosso, bocciato, rimandato. Forse può bastare. O no? Daje Nico!

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