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Il mercato già è in casa

Abraham, Belotti, Zaniolo, Pellegrini, Spinazzola e Zalewski: c’è bisogno che tornino a essere se stessi. A quel punto i risultati saranno una positiva conseguenza

Zaniolo e Abraham dopo un gol

Zaniolo e Abraham dopo un gol (As Roma via Getty Images)

28 Novembre 2022 - 10:00

Chi prendere? Fioccano i nomi. Più in generale i ruoli: un esterno destro per tappare il buco lasciato dal ribelle Karsdorp (sempre che vada via); un difensore centrale perché ce ne sono tre e il quarto, Kumbulla, lo abbiamo visto ricomparire soltanto in Giappone; un centrocampista per arricchire un reparto dove manca interdizione e corsa; un attaccante, ah no, quello è già arrivato, il norvegese Solbakken, unica operazione in entrata fin qui conosciuta da parte di un club italiano alla faccia di chi continua a parlare di una Roma immobile.

Sognare che a gennaio possano arrivare Odriozola, Ndicka e Frattesi, è assolutamente legittimo, ma poi ci si deve confrontare con una realtà che alla Roma impone di rispettare i paletti del nuovo fair play finanziario (lo ribadiamo per l’ennesima volta: saldo attivo di mercato, vietato aumentare monte ingaggi e ammortamenti dei cartellini a bilancio) e, anche, di fare una riflessione sull’attuale rosa a disposizione di Jovè Mourinho, rosa in tutto e per tutto avallata dal tecnico portoghese. Una riflessione che deve partire da una domanda: ci si può aspettare di più come rendimento dai giocatori che ci sono? E in particolare da chi? Una risposta istintiva può essere che da tutti, a eccezione di Dybala e Smalling, ci si pò aspettare di più, da Rui Patricio a Mancini, da Cristante a El Shaarawy e via discorrendo. Ma se si prova ad andare più nello specifico, nella prima parte della stagione, pur per motivi diversi, ci sono sei giocatori che non hanno confermato o lo hanno fatto soltanto in parte, le aspettative che c’erano nei loro confronti. E sono sei nomi pesanti: Abraham, Belotti, Spinazzola, Pellegrini, Zaniolo e Zalewski, quattro titolari e due alternative di primissima qualità (il polacco sulla fascia sinistra e il Gallo come centravanti di scorta). E se fossero loro, tornando a giocare con continuità e con un rendimento alla loro altezza, il vero mercato della Roma che il quattro gennaio tornerà a farci palpitare il cuore affrontando all’Olimpico il Bologna alla ripresa del campionato?

Crediamo che nessuno dei sei si possa sentire offeso se sosteniamo che nella prima parte della stagione non ha garantito quello che tutti si aspettavano. Anzi, siamo sicuri che sono proprio i sei i primi a non essere soddisfatti di quello che hanno fatto e che è stato in assoluta controtendenza rispetto a quello che ci si aspettava.

A partire, per esempio, da Tammy Abraham, capace nella sua prima stagione in giallorosso di segnare ventisette gol complessivi, autentico trascinatore della prima Roma mourinhana in grado di farci tornare a far festa dopo il trionfo europeo di Tirana. Aveva talmente convinto l’inglese, che già si era formato il partito di quelli preoccupati che alla fine di questa stagione il Chelsea lo avrebbe riportato a casa pagando gli ottanta milioni previsti dalla clausola nel contratto. Oggi si pensa l’esatto contrario, magari il Chelsea ci dà quei soldi e se lo riprende. Del resto Tammy fin qui è stato la controfigura di quello visto nella passata stagione, non tanto e non solo per i soli tre gol messi a segno, quanto quasi per un senso di estranietà dal gioco (quando c’è) e dalla Roma che lo ha portato a sentire pure i fischi dell’Olimpico. Del resto la mancanza dei gol è stato uno dei tratti più negativi della prima parte di questa stagione. E quindi non è un caso che tra i recuperi da concretizzare, ci siano anche i nomi di Belotti e Zaniolo (entrambi due gol complessivi). Il Gallo fin qui è stato il fratello scarso di quello di cui si erano innamorati i tifosi del Torino. Forse paga la complessa estate trascorsa e la disabitudine a essere un’alternativa piuttosto che un titolare quale è sempre stato. Ora però si sarà abituato e sperare di rivederlo su buoni livelli non può essere soltanto un esercizio di ottimismo. Concetto, quello dell’ottimismo, che a maggior ragione deve valere per il ventidue. Zaniolo ha qualità da potenziale campione e non lo diciamo perché ci sta simpatico, ma perché lo ha fatto vedere (a Tirana per esempio). I crociati sono alle spalle, il rinnovo contrattuale non può essere un’attenuante, c’è bisogno del vero Zaniolo per vedere una Roma migliore.

Così come c’è bisogno del vero Capitano, Pellegrini. Dopo la scintillante stagione passata, in questa ha pagato pure una serie di acciacchi che comunque non gli hanno impedito di mettersi a disposizione della Roma. Ora questa lunga sosta dovrebbe aver risolto i problemi fisici di Pellegrini e alla ripresa ci si può aspettare la sua miglior versione che è quella di un grande giocatore. Infine Spinazzola e Zalewski, i due che dovevano garantire una fascia sinistra come poche altre al mondo. Siamo troppi ottimisti a sperare che l’azzurro torni quello dell’Europeo e il polacco quello della passata stagione? Ecco, recuperare questi sei ai loro livelli, vorrebbe dire aver fatto il miglior mercato di gennaio di sempre.

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