AS Roma

Il Totti che avrei voluto rivedere di nuovo

Sarebbe bello rivederlo la prossima estate sulla sabbia di Sabaudia, con i tre figli e tanti conoscenti o sconosciuti di ombrellone, giocare a pallone, sorridere, scherzare sereno

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Mauro De Cesare
22 Novembre 2022 - 13:32

“Speravo de morì prima”. La serie tv sulla vita di Francesco Totti. Il Capitano. Oggi, senza nostalgia, ma con un po’ di amarezza penso che…
Avrei voluto… Rileggere per la sesta o settima volta la sua autobiografia. Soprattutto per gli amici di cui racconta tutto e che oggi, dignitosamente, restano al coperto. Ma, soprattutto, avrei voluto rileggere le sue parole, quelle dello Sceriffo, quelle di mamma Fiorella. Il profondo senso di rispetto familiare, che come figlio ha potuto assaporare e raccontare. Avrei voluto… Ricordare sempre il “coatto romano”, che va ai Mondiali con il parrucchiere privato, Luciano. E, rigore contro l’Australia a parte, ascoltare il silenzio di chi lo ha sempre denigrato. Perché? Perché era il più coraggioso di tutti e quel pallone lo ha preso, mentre i compagni si nascondevano, si allontanavano da quel dischetto di gesso bianco. Shhhhh. Silenzio. Tira Totti! Avrei voluto… Rivedere, anche qui, il filmato dei suoi 307 gol, quando ci siamo alzati dal seggiolino di uno stadio, trovandoci tre file più sotto, confusi in un abbraccio per il suo ennesimo gioiello. Mentre, a casa, il vicino di casa laziale bussava contro il muro, ancora una volta umiliato. Dal Pupone? Anche.

Avrei voluto… Continuare a provare la sensazione di essere una farfalla posata su quel pallone che, alto, alto fino al trionfo, e con una parabola disegnata da un artista, superava tutti e si spegneva morbida in fondo alla rete. Pallonetto, scavetto, cucchiaio. E quel pollice sulle labbra che veniva succhiato per l’ennesima volta e la testa dondolare. Avrei voluto… Che quel pomeriggio, il 28 maggio 2017, il giorno del suo addio al calcio, rimanesse per sempre tale. Nessuno potrà mai cambiarlo o modificarlo. Ma ogni scena, ogni immagine, ogni frammento, oggi dà (forse) più dolore di allora. Avrei voluto… Che non fosse messo “al centro del villaggio”, non per l’ennesima sua prodezza, ma per quel gossip morboso che forse sta “sporcando” sia il campione, che l’uomo. Sul pianeta si separano milioni di coppie. Con rabbia o pacificamente. Ma borse, rolex, scarpe… e basta per favore! 

Avrei voluto… Un messaggio del Capitano di 30 secondi: “Le mie vicende familiari sono solo mie. Qualsiasi cosa dovessi leggere o ascoltare su di me, sulla mia famiglia, sui miei figli, avrà una fonte, un autore. Chiunque fosse, ne risponderà in Tribunale. Niente di più. E per ora (solo per ora) vita monastica. Alzare una “Muraglia” come quella cinese, o come le mura Aureliane che sfiorano la casa e il quartiere dove è nato, costruite per proteggere “Roma caput mundi” dai barbari. Ma questa è solo una piccolissima parte di quanto mi/ci ha donato. E avrei voluto…Invece vorrei… Rivederlo la prossima estate sulla sabbia di Sabaudia, con i tre figli e tanti conoscenti o sconosciuti di ombrellone, giocare a pallone, sorridere, scherzare sereno. Confesso, del red carpet del Qatar ne avrei fatto molto volentieri a meno. Un Capitano, c’è solo un Capitano. 

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