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Il futuro

Il rinnovo di Smalling passa per l'inglese: deve dare l'ok

Chris andrà in scadenza il 30 giugno, ma c’è una clausola che prevede il prolungamento al 50% delle presenze. Ma sarà valida solo se il giocatore sarà d’accordo

Chris Smalling durante il riscaldamento

Chris Smalling durante il riscaldamento (GETTY IMAGES)

16 Novembre 2022 - 11:30

Paulo Dybala. I continuativi sold out all’Olimpico e in trasferta. La vittoria a San Siro contro l’Inter, Chris Smalling. Sono queste le quattro fotografie che faremmo vedere nel momento in cui ci venisse chiesto il meglio di questa prima parte della stagione che si è conclusa domenica scorsa con l’amarezza del pareggio contro il Torino. raggiunto nei minuti di recupero. Sulle prime tre, crediamo non ci possa essere nessuno a contestarle. Paulo Dybala è stato la luce per usare il vocabolario mourinhano, contro il Lecce qualcuno ha spento l’interruttore che si è riacceso negli ultimi venti minuti abbondanti nella partita contro il Torino e non ci vuole uno sforzo di memoria per ricordare quello che di accecante è accaduto. I sold out dei tifosi non fanno quasi più notizia, del resto per chi conosce il popolo giallorosso non è legittima nessuna meraviglia. La vittoria a San Siro è stato il segnale di una Roma potenzialmente in grado di giocarsela con tutti a patto che si vada in campo tutti per uno, uno per tutti.

Sulla quarta fotografia, cioè quello Smalling che soltanto il ct inglese non ha capito di che livello sia il giocatore, magari qualcuno potrà essere in disaccordo. Forse ricordando il gol di Osimhen che ci ha castigato, sottovalutando peraltro che in quell’occasione è stato soprattutto il nigeriano a regalare un colpo da campione. Può essere, ma crediamo di ritrovare l’unanimità nel momento in cui sosteniamo che, Dybala a parte, il centrale difensivo inglese è stato il romanista con il rendimento migliore nelle prime ventuno partite ufficiali della stagione. Un rendimento evidenziato anche dai tre gol segnati tutti di testa che ne fanno il non attaccante più prolifico (di testa), dal primo posto come difensore che ha concretizzato più respinte (123) nel massimo campionato e, dulcis in fundo, l’unico giallorosso inserito da Opta nell’undici migliore della nostra serie A. Sono numeri e sui numeri non si può certo discutere. Numeri che sono stati avvalorati anche da pagelle che lo hanno sempre certificato tra i migliori in campo.

Ma c’è anche dell’altro, a nostro giudizio. Soprattutto alla luce delle problematiche fisiche con cui Smalling aveva dovuto fare i conti in particolare nell’ultima stagione fonsechiana trascorsa più in infermeria che in campo. Al punto che più di qualcuno aveva sollevato dubbi sulla possibilità che il giocatore potesse giocare con continuità. Pure qui, Chris sta smentendo tutti. Ventuno sono state le partite ufficiali giocate dalla Roma, ventuno le presenze, diciannove da titolare, due partendo dalla panchina (con il Monza in campo dopo ventotto minuti per l’infortunio di Kumbulla, con l’Helsinki all’Olimpico spedito in campo da Mou all’inizio della ripresa). Per il resto non solo le ha giocate tutte, ma è rimasto in campo per tutti i novanta minuti. E questo è un altro aspetto che ne certifica il ritorno a un’integrità fisica che si trasforma in un fattore considerando che il contratto dell’inglese andrà in scadenza il prossimo trenta giugno.

Anzi, no. Perché nel precedente accordo firmato all’epoca in cui il dottor Guido Fienga era l’amministratore delegato del club giallorosso, nel contratto fu inserita una clausola per il rinnovo automatico per un’altra stagione agli stessi numeri (tre milioni netti all’anno) e a certe condizioni. Quali? Il cinquanta per cento di partite giocate in questa stagione tra campionato e coppe (senza obblighi di un minimo di minutaggio). Nella migliore delle ipotesi, cosa che ovviamente auspichiamo con tutto il cuore, la Roma in questa stagione può giocare 58 partite: 38 di campionato, 15 di Europa League, 5 di coppa Italia. Il cinquanta per cento, facile facile, è ventinove. Considerando che l’inglese è già arrivato a quota ventuno, anche nella migliore delle ipotesi che, ribadiamo, ci farebbe felici (quasi) come a Tirana, ci sembra praticamente certo che Smalling raggiungerà la quota di gare necessarie per assicurarsi un automatico prolungamento fino al trenta giugno del duemilaventiquattro. C’è però una questione a cui l’inglese dovrà dare una risposta. Ovvero la clausola è unilaterale. A favore del giocatore. Ovvero dovrà essere Chris a dire ok facciamo il prolungamento. In caso contrario quella clausola varrà zero.

La questione, per quello che sappiamo, finora dalle parti non è stata affrontata. Ci sta. Ma è chiaro che la Roma a fronte di un giocatore che sta dando garanzie sotto tutti i punti di vista, di un’età, trentatrè anni da compiere il prossimo ventidue novembre che certo nel calcio di oggi non pesa più come qualche anno fa e di rapporti più che ottimi tra le parti, gradirebbe assai poter prolungare il matrimonio con il difensore inglese. Al punto, si mormora a Trigoria, di essere pronta a offrire anche un biennale a una cifra inferiore (2,2-2,4 milioni) cercando di convincere il giocatore a chiudere la sua carriera in giallorosso. 

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