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I prossimi avversari

L'aquila regalata da Lotito e la foresta pazza: ecco il Ludogorets

Il curioso aneddoto raccontato dal presidente Domuschiev nel 2014, quando i bulgari eliminarono la Lazio proprio in Europa League. L'esordio in massima divisione nel 2011

Ante Simundza, allenatore del Ludogorets

Ante Simundza, allenatore del Ludogorets (GETTY IMAGES)

Matteo Vitale
07 Settembre 2022 - 14:10

Il calcio in Bulgaria negli ultimi 11 anni ha portato il nome di una sola squadra: Profesionalen Futbolen Klub Ludogorec 1945, meglio nota come Ludogorets. Si tratta di un club che ha sede a Razgrad (città di oltre 50mila abitanti), comune situato nell’omonima regione nel nord est della Bulgaria (dove è molto forte la comunità turca: Ludogorie è il calco dal termine turco “Deliorman”, ovvero “foresta pazza”). Da qui viene il nome della società calcistica, fondata per la prima volta nel 1945, periodo in cui ha giocato nella terza divisione bulgara, e rifondata nel 2001: negli ultimi undici anni è diventata la squadra bulgara per eccellenza, avendo vinto il campionato ogni anno, consecutivamente, dalla stagione 2011-2012 a quella dello scorso anno. Un vero e proprio dominio. Ovviamente in questo periodo ha collezionato numerosi record e titoli, come per esempio quella di essere la prima squadra bulgara a fare il “triplete” da neopromossa: campionato, coppa e supercoppa.

Da neopromossa, esatto, perché l’esordio nella massima divisione bulgara risale proprio al 2011. Le sorti del club sono cambiate con l’arrivo del ricchissimo (uno dei più facoltosi del paese) Kiril Domuschiev, che ha acquistato il club e lo ha reso uno dei club egemoni della Bulgaria. Lo stadio che ospita la squadra pluricampione bulgara è l’Huvepharma Arena (in precedenza Ludogorets Arena) e prende il nome dall’azienda (che opera nell’industria farmaceutica) di proprietà del presidente Domuschiev. Definita sul sito ufficiale del club “tempio del calcio del nord-est”, la struttura è stata costruita negli anni ‘50 e poi ricostruita nell’estate del 2011, ovvero il momento del risorgimento del Ludogorets. Ospita circa 10.442 posti a sedere. 

Il logo del club è verde (rappresentazione fedele del contesto geografico della regione) e bianco e  su di esso campeggia un’aquila, il simbolo della squadra. I tifosi hanno scelto con un sondaggio sul sito del club il nome della mascotte, optando per “Fortuna”. Il club bulgaro condivide, quindi, simbolo e mascotte con il Benfica e con la Lazio, dettaglio questo non indifferente, ma non è finita qui. Il rapporto tra la squadra biancoceleste e i prossimi avversari della Roma è infatti molto stretto: l’aquila Fortuna è stata addirittura regalata da Claudio Lotito al presidente Domuschiev. Il caso è curioso ed è stato raccontato dallo stesso presidente dei bulgari a Forbes: il tutto è nato il giorno della sfida tra le due squadre che portò all’eliminazione dei biancocelesti dall’Europa League, nel 2014. Lotito era così certo della vittoria che propose una scommessa al presidente avversario: se avessero vinto loro, gli avrebbe regalato un’aquila. E così è successo: “Dopo che li abbiamo eliminati ho ricevuto un regalo da Lotito”, Fortuna. 

Sul rettangolo verde

Per quanto riguarda il campo: la stella dei bulgari, allenati da Ante Simundza (da gennaio di quest’anno), è senza dubbio Kiril Despodov (ex Cagliari, conoscenza della Serie A), ma Mourinho dovrà trovare delle valide contromisure ai giocatori più pericolosi della squadra biancoverde, ovvero l’esterno Tekpetey, ghanese classe 1997 (già 4 gol in stagione) e il giovane attaccante brasiliano Igor Thiago, il quale ha già segnato 2 gol da inizio anno. Il modulo di riferimento è il 4-2-3-1, con Thiago e Tissera a giocarsi gara per gara la maglia da titolare al centro dell’attacco.

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