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Storia giallorossa

Roma amarcord: quel 9-0 alla Cremonese del 13 ottobre 1929

Contro i grigiorossi la vittoria più larga in una sfida ufficiale nella nostra storia. In gol Chini, Bernardini e Benatti, oltre alle triplette di Volk e Ossoinach, il “Jesse Owens Bianco”

Roma-Cremonese 9-0

Roma-Cremonese 9-0

Vittorio Cupi
21 Agosto 2022 - 11:07

Il 13 ottobre 1929 non è una giornata qualunque per la Roma. Non lo è anche se nessuno può ancora immaginare che starà per ottenere la vittoria più ampia mai ottenuta in Serie A, con ben 9 gol di scarto (margine che sarà replicato in Coppa delle Fiere nel 1962 col 10-1 contro l'Altay Izmir). La partita contro la Cremonese, infatti, arriva in un momento molto particolare. È la seconda giornata del primo campionato di Serie A con il girone unico, che è iniziato con una brutta sconfitta per 3-1 subita ad Alessandria. Così la squadra temporaneamente affidata a Guido Baccani in attesa di tesserare come allenatore Herbert Burgess, è chiamata a un pronto riscatto. Dovrà farlo al campo della Rondinella, dato che lo Stadio Nazionale è occupato da un concorso ginnico-atletico, la costruzione di Campo Testaccio non è ancora ultimata e anche il Motovelodromo Appio è reduce da alcuni lavori. Si accede solo con i biglietti, la società infatti ha annullato le tessere, invitando i titolari a restituirle in cambio delle nuove che saranno utilizzate per l'accesso a Campo Testaccio. Nella Cremonese ci sono anche due futuri romanisti, Renato Bodini e Otello Subinaghi. 

Il primo tempo

Si parte alle 15.30. Prima della partita viene premiato Stefano Natale, che da poco si è laureato campione italiano di maratona e al quale vengono consegnate una maglia azzurra e una medaglia d'oro della Roma. L'inizio, sembra incredibile, è di marca grigiorossa. La prima giocata di rilievo, dopo pochi minuti, è una parata di Ballanti. La squadra giallorossa però si scuote subito e comincia ad attaccare. Al 7' arriva il primo gol con Chini, bravo a concludere in rete dopo un passaggio di Volk. La Roma continua ad attaccare e al 13' Ossoinach, su punizione battuta da Bernardini, riceve un passaggio in profondità e realizza il 2-0 con un tiro potentissimo. I pochi e timidi tentativi di reazione da parte degli ospiti s'infrangono su Gian Angelo Barzan, prima ancora che il pallone possa tornare dalle parti di Ballanti. Ancora Ossoinach, stavolta su passaggio di Benatti, realizza il 3-0 e il primo tempo si chiude dopo il quarto gol romanista realizzato da Volk grazie a uno dei suoi tiri improvvisi.

Il Secondo Tempo

Nel secondo tempo la Roma non si rilassa e dopo 7' è ancora Volk ad andare in rete grazie a un assist di Ossoinach. Il sesto gol arriva al 30' della ripresa dopo un'azione ben condotta da Degni e Bernardini che si chiude con una combinazione tra Volk e Ossoinach, che firma così la tripletta personale. Cinque minuti dopo va in rete Bernardini con un tiro da fuori e a 5' dalla fine tocca a Volk, ben imbeccato da una punizione di Degni, realizzare l'8-0. Finita così? Neanche per idea. È Oreste Benatti a completare la festa.

Luigi Ossoinach

Il grande protagonista del giorno, si sarà capito leggendo la cronaca, è Luigi Ossoinach, autore di una tripletta. È al suo esordio con la Roma e ha una storia molto particolare. È un attaccante che ama partire da lontano e negli ultimi venti metri riesce a fare la differenza per la sua tendenza a giocare di prima, semplificando l'azione. A 14 anni si era imbarcato su un piroscafo come aiuto cuoco per mandare soldi alla famiglia, si era aggregato nel 1919 alla seconda brigata che aveva seguito D'Annunzio a Fiume, senza mai mollare il calcio. In realtà, avrebbe potuto fare qualsiasi sport. Il giornalista Giovanni Pamich, padre del marciatore olimpionico Abdon, lo definì "un Jesse Owens bianco". L'affinità tra i velocisti e la Roma, tornata agli onori delle cronache ultimamente, con Marcell Jacobs che si fa immortalare con la maglia della Roma e pochi giorni dopo diventa campione d'Europa nei 100 metri, già c'era. Luigi Ossoinach praticava atletica leggera, correndo i 100, i 400 e i 110 ostacoli, canottaggio (nel 1923 fu campione d'Italia), lancio del disco e boxe. Come molte altre persone, al suo arrivo in Italia il suo cognome, originariamente Ossoinak o Ossoinack, venne italianizzato in Ossoinach. In taluni documenti è infatti ricordato con il cognome originale. Per assonanza, durante la sua militanza alla Roma venne soprannominato "ossobuco".

Nella Fiumana era la riserva di Volk, autore anche lui di tre reti in questo 9-0 dal sapore molto istriano. Da quel giorno, però, le strade dei due si separarono. Volk, arrivato già nel 1928, chiuderà la sua esperienza romanista con 106 gol in 161 partite. Ossoinach ne giocherà altre sette e poi si trasferirà al Cagliari, per chiudere la carriera ancora nella Fiumana. Ma il suo nome rimarrà per sempre scolpito nella storia della Roma per aver partecipato al 9-0 sulla Cremonese del 13 ottobre 1929.

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