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Il polacco

Con Mourinho Nicola è diventato Zalewski: dalla Primavera a Tirana

Dai primi minuti con i grandi ai cori cantati con i tifosi nella notte della finale di Conference. La perdita del papà e il rapporto con lo Special One

Zalewski festeggia davanti ai tifosi giallorossi la vittoria della Conference (As Roma via Getty Images)

Zalewski festeggia davanti ai tifosi giallorossi la vittoria della Conference (As Roma via Getty Images)

Matteo Vitale
16 Giugno 2022 - 07:39

Sono passati 9 mesi dal giorno in cui Krzysztof Zalewski se ne è andato. Oggi Nicola sarà presente al "1º Memorial Krzysztof Zalewski - in ricordo di un amico" che avrà luogo a Poli, città dove vive Nicola, giocatore e gioiello della Roma. Durante l'evento scenderanno in campo Nuova Spes Poli, Audace Calcio, Villa Adriana e Guidonia Calcio, ci saranno un triangolare tra i ragazzi del 2010 e un quadrangolare tra i ragazzi del 2014. L'evento inizierà alle 17:30 e Nicola Zalewski non solo sarà presente, ma addirittura premierà personalmente i partecipanti. Dopo l'iniziativa dedicata al padre, l'esterno giallorosso andrà in vacanza per un paio di settimane, non di più, perché il 4 luglio a Trigoria si inizierà a lavorare in vista del prossimo anno, in cui lui sarà uno dei protagonisti, (non dovrebbero essere previsti giorni in più di vacanza per i nazionali) Nicola ha vissuto due stagioni in una: dall'ingresso in campo nel finale del derby, arrivato dopo il lutto del papà, ne è passata di acqua di sotto i ponti, il 59 è cresciuto tanto, circondato da chi gli vuole bene e dalla sua famiglia giallorossa, che lo ha adottato a tutti gli effetti e lo ha aiutato a superare momenti duri e complicati. Quanti romanisti avranno sentito il cuore stringersi per la strabordante gioia, quasi travolgente, per le immagini di Nicola a cantare Campo Testaccio dopo il trionfo in finale? Sentirlo cantare ha chiuso un cerchio: la stagione è iniziata con Lorenzo Pellegrini che ha spinto per far riproporre "Mai Sola Mai" allo stadio, canzone a cui era legato da bambino, e si è chiusa con Nicola Zalewski che, a 20 anni, ha intonato con orgoglio la canzone che per tanti romanisti, di lunga data o meno, è stata ed è il sottofondo delle stagioni giallorosse.

Dalla Roma alla nazionale

Tornando al campo: da quegli 8' nel derby il numero 59 ha fatto passi da gigante, è cresciuto ancora, totalizzando 783' in Serie A ha iniziato a fare i primi passi verso la vita adulta. Sta diventando uomo, anche in campo: dopo una prima fase iniziale di stagione di apprendistato, è entrato a gara in corso contro il Verona di Tudor il 19 febbraio, in quella che è stata probabilmente una delle peggiori prestazioni stagionali dei giallorossi, in cui la differenza in positivo rispetto a Viña è stata evidente, una gara negativa che lui ha contribuito direttamente a indirizzare verso orizzonti felici per la Roma, una prestazione che oggi sa quasi di appuntamento con il destino. Da allora non è più uscito dalle rotazioni del tecnico. In quei 45' di fuoco, in cui si è messo in mostra come e anzi più di Bove e Volpato che quel giorno hanno addirittura segnato, Nicola ha ottenuto progressivamente la titolarità con José Mourinho. Lo Special One ha grande occhio per il talento e ogni pensiero volto verso il bene della Roma, quindi era chiaro che i minuti crescenti non fossero regali, né contentini, ma frutto di duro lavoro motivato dagli evidenti miglioramenti dell'ex trequartista della Primavera di Alberto De Rossi.

Prima la maglia della Roma, poi la nazionale: la Polonia e non l'Italia, per la sua famiglia, soprattutto per papà Krzysztof, che lo ha sempre seguito e che ha fatto in tempo a coronare il sogno di vederlo giocare con la maglia biancorossa della nazionale polacca di andarsene. L'esordio è avvenuto il 5 settembre del 2021, poi un periodo con l'u-21 e da giugno è tornato tra i convocati della nazionale maggiore, con cui è sceso in campo quattro volte consecutive (17' con con il Galles, 9' con il Belgio, 90' e un assist con l'Olanda e altri 58' da titolare contro il Belgio). Pochi giorni fa addirittura con la maglia numero 10, nel ruolo di esterno sinistro, con l'obiettivo di assistere il numero 9, un certo Robert Lewandowski.

Nicola si è fatto grande: sul solco dei capitani del passato, da raccattapalle innamorato della Roma e della sua nazionale, è diventato un uomo capace di stare in campo al livello dei suoi idoli. Tra le due cose, fra la titolarità conquistata in giallorosso e la maglia 10 della Polonia, c'è stata la notte che nessuno di noi dimenticherà, a partire dal giovane talento di Tivoli: quella di Tirana. Roma-Feyenoord Nicola l'ha iniziata dal 1', con una responsabilità grande e con il peso di una notte storica sulle spalle, da dividere con ogni altro romanista, sia chi era a casa sia chi era in campo con lui. Lorenzo Pellegrini, per esempio. Il suo capitano, che dopo aver alzato la coppa al cielo, abbracciando Nicola ha detto: «Dobbiamo ripartire da ragazzi come Nicola che stanno sempre sul pezzo anche se tante volte possiamo essere un po' duri. Lui ha qualità impressionanti, non deve porsi limiti perché può arrivare ovunque, gli dico sempre di provare, di sbagliare, di stare sul pezzo...». E il suo giovane compagno lo ha preso in parola. Oggi a Poli, al "1º Memorial Krzysztof Zalewski - in ricordo di un amico", Zalewski rivivrà ogni singolo momento vissuto durante questa lunga stagione, contrassegnata da un dolore enorme, uno di quelli difficili anche solo da immaginare, ma anche da tutto l'amore infinito che solo questa piazza può dare ai propri figli, perché nessun romanista è e sarà mai solo, a prescindere da tutto.

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