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Tendenza

Senza mollare: nelle rimonte last minute affiora l'anima Mourinhana

Il gol di Elsha a Napoli è il 7° segnato nel recupero. Nessuno ha fatto meglio in Serie A e negli ultimi 5 minuti di gioco sono stati conquistati 9 punti

Mourinho dà indicazioni ai suoi contro il Napoli (As Roma via Getty Images)

Mourinho dà indicazioni ai suoi contro il Napoli (As Roma via Getty Images)

20 Aprile 2022 - 09:03

Sette. Nove. Quindici. Terno secco sulla ruota di Roma. Ma non si tratta di numeri buttati lì a casaccio, tantomeno di sogni (anche se i recenti risultati si avvicinano molto a quelle aspirazioni relegate alla fantasia fino a non molto tempo fa). Quelle cifre rappresentano invece rispettivamente i gol realizzati dalla Roma oltre il novantesimo; i punti conquistati negli ultimi cinque minuti di gioco (più recupero); e il totale delle reti messe a segno dai giallorossi nel quarto d'ora conclusivo delle gare di campionato della stagione in corso. Mica male. E sicuramente non casuale: il centro rifilato al Napoli al 91' da El Shaarawy lo ha confermato. Come a dire agli avversari: non ci sperate, questa squadra non muore mai.

Da anima fragile a spirito battagliero, la metamorfosi in atto nel 2022 è evidente e porta la firma di José Mourinho, condottiero del quale la sua ciurma assume ogni giorno di più le sembianze. Ha impiegato un po' per diventare l'archetipo del gruppo guidato dallo Special One. Ma il processo di trasformazione ha avuto tempi fisiologici che lo stesso tecnico aveva preannunciato fin dal giorno del suo approdo nella Capitale. È passato anche attraverso momenti non facili, perfino dolorosi in qualche caso. Ha vissuto un passaggio importante nel corso della sessione di mercato di gennaio. Poi il cambio di marcia, che i risultati fanno coincidere col post Juventus. La gara casalinga contro i bianconeri resta l'ultima sconfitta in campionato, prima dei dodici risultati utili consecutivi messi in fila da quel 9 gennaio. Soprattutto resta la partita dei maggiori rimpianti stagionali: dominata per tre quarti, prima dei sette minuti di bambola totale costati il clamoroso rovescio del punteggio, da 3-1 a 3-4, e l'aggancio in classifica, con la squadra di Allegri tre punti sopra prima del match, raggiunta a venti minuti dal termine e poi scappata via al triplice fischio arbitrale.

Da quel momento però qualcosa ha innescato il clic decisivo. Niente più sconfitte, diverse le rimonte - stavolta tutte all'attivo - tanti i gol realizzati nella parte conclusiva delle partite. A partire da un doppio pareggio consecutivo che lì per lì è apparso perfino un mini-ciclo scialbo, con Sassuolo in trasferta e Verona all'Olimpico, ma in cui forse si sono gettate le fondamenta del gruppo coriaceo di oggi. Contro gli emiliani era arrivata la prima - e fino a quel momento unica - vittoria nell'extratime, firmata guarda caso ancora dallo specialista last minute El Shaarawy (tre reti stagionali in A, tutte da subentrato e tutte oltre il 90'), nel giorno delle celebrazioni per le mille panchine di Mou, festeggiate con la famosa corsa del portoghese sotto la Sud. Poi soltanto un altro successo in tutto il girone d'andata ribaltando il punteggio, a Cagliari, grazie alla prima magistrale punizione vincente di Pellegrini, a 12' dalla fine.

L'inversione di tendenza è cominciata proprio al Mapei, dove Cristante (altro subentrato in quell'occasione) ha trovato il pari nel recupero. È proseguita poi contro l'Hellas, grazie ai baby Volpato e Bove, che l'hanno raddrizzata 6 minuti prima del novantesimo, e a Zalewski, che non ha conquistato il tabellino dei marcatori ma da quel giorno è diventato titolare pressoché inamovibile. Altro segnale forte targato JM. Il cortocircuito ha dato i frutti sperati già dal turno successivo, con il rigore realizzato da Abraham (al nono minuto di recupero) sul campo dello Spezia che ha interrotto la maledizione di un tiro a segno fino a quel momento stregato. Così il tiro dal dischetto di Pellegrini in casa dell'Udinese (al 94'), dopo un match tutt'altro che brillante. E ancora l'uno-due griffato Perez e Smalling all'Olimpico con la Salernitana, ultima rimonta prima del pari di Napoli, fin troppo stretto per quanto visto in campo (ma non al Var). Nessuna resa. Al contrario: grinta, caparbietà, voglia di non mollare. Mai.

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