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L'obiettivo fair-play della Roma: a breve incontro con l'Uefa per sistemare i conti

Il piano stilato dai giallorossi sarà triennale e si baserà su 3 direttive: aumento dei ricavi che vuole dire trading, diminuzione delle spese e finanziamento soci

, di Mancini

, di Mancini

06 Aprile 2022 - 07:41

La matematica ci hanno garantito che non è un'opinione. E la matematica rapportata ai parametri del (precedente) fair-play finanziario al quale dovevano ubbidire le società, ci ha detto che la Roma, negli ultimi anni, dentro quei paletti non c'è stata. Complice pure la pandemia che ha fatto sballare i conti quasi a tutti club. L'Uefa già da tempo ha allertato sulla questione la società giallorossa (e molti altri club) spiegando come, una volta che saranno resi noti al mondo i nuovi parametri del fair play che cambierà nome in sostenibilità finanziaria, sarà necessario mettersi intorno a un tavolo per sanare i precedenti. Ora, per quello che si sa, l'Uefa domani, sette aprile, dovrebbe ufficializzare le nuove norme alle quali le società dovranno attenersi.

In base a questi nuovi parametri, la Roma dovrà presentare un piano per recuperare i numeri perduti. Tra il club giallorosso e l'Uefa nelle settimane scorse già c'è stato più di un contatto Tra le parti si è convenuto di incontrarsi faccia a faccia una volta ufficializzati i nuovi paletti, incontro che dovrebbe andare in scena probabilmente la prossima settimana. Incontro a cui la Roma si presenterà con un piano di rientro (ne sono stati stilati diversi) che dovrà convincere l'Uefa a non mettere mano a sanzioni che vanno da una multa all'esclusione di uno o più anni dalle coppe europee. Il piano che la Roma ha stilato sarà triennale e seguirà tre direttive: aumento dei ricavi; diminuzione delle spese; finanziamento soci.

Aumento dei ricavi

Forse non a caso ieri è stato ufficializzato l'arrivo di un nuovo dirigente a Trigoria. Si tratta di Ryan Norys, Chief Revenuer Officier (Cro) del club, quattordici anni di esperienza nello sport con club di baseball come i New York Yankee e Los Angeles Dodgers, di footbal americano come i Miami Dolphins e di calcio come il Manchester City. Il benvenuto al nuovo dirigente è stato ufficializzato con un comunicato con tanto di parole di benvenuto dell'Ad Pietro Berardi: «La nomina di Ryan è un altro fondamentale tassello strategico nelle ambizioni della società di migliorare in tutti gli aspetti del business. Supervisionerà i nostri sforzi sia per massimizzare le nostre opportunità commerciali già esistenti sia per esplorare nuovi flussi di ricavi, rafforzando la situazione finanziaria al fine di consentire la crescita futura in tutte le aree».

Appunto. E mister Norys è pronto ed entusiasta del nuovo incarico: «Sono felice di entrare a far parte della famiglia dell'As Roma. E' un club storico con una proprietà che ha chiarito subito la portata delle proprie ambizioni. Pochi, se non nessuno, club di calcio nel mondo hanno il potenziale commerciale della Roma». Riappunto. Si lavorerà forte, dunque, sull'aumento dei ricavi. Dalla biglietteria agli sponsor (mancano per esempio quelli di manica e di Trigoria), dal merchendeasing alle plusvalenze. E quest'ultima voce, plusvalenze, inevitabilmente vuole dire che si dovrà in qualche modo operare con il vecchio e mai amato trading. Cioè acquisto e rivendita di calciatori per garantire utili a un bilancio che deve essere messo a posto in un lasso di tempo che l'Uefa dovrà ratificare e accettare.

Diminuzione spese

E' un aspetto che si può ridurre a una sola voce: diminuzione del monte ingaggi. Un aspetto sul quale a Trigoria stanno lavorando da tempo ma che non è mai facile affrontare con decisione perché i giocatori bravi costano e la Roma dei Friedkin (come quella di Pallotta) ha l'ambizione di costruire una squadra in grado di vincere. La diminuzione del monte ingaggi che sarà proposta sarà ovviamente progressiva negli anni (e legata ad auspicabili qualificazioni in Champions) e rapportata (in percentuale) alle nuove direttive che emanerà l'Uefa.

Finanziamento soci

E' il possibile aspetto nuovo del fair pay. Ovvero la possibilità da parte dei proprietari del club di effettuare aumento di capitale sociale che, in parte, potrebbero essere utilizzati per sistemare i conti. Nella precedente regolamentazione lo sforamento consentito era di cinque milioni annui che potevano diventare venti-venticinque grazie alle voci virtuose delle spese, ovvero ristrutturazione di uffici e impianti sportivi, settore giovanile, squadra femminile. Ora pare che questi numeri nei prossimi parametri potrebbero diventare leggermente più consistenti (non troppo però perché altrimenti i club proprietari degli emiri farebbero ancora di più come gli pare). I Friedkin comunque contano che il finanziamento che peraltro garantiscono tutti i mesi, nei prossimi anni possa essere una voce più consistente per sistemare i conti. Ovviamente con un aumento dei ricavi, una riduzione delle spese e, anche se non soprattutto, tornando a sentire la musichetta della Champions.

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