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Anche se barcolla non molla: la Roma è la squadra che segna più nel recupero

A Udine ennesimo risultato cambiato in extremis. Mai mollare: il diktat di stampo mourinhano maggiormente entrato nella testa dei giocatori

Pellegrini esulta dopo il pari a Udine (Getty Images)

Pellegrini esulta dopo il pari a Udine (Getty Images)

15 Marzo 2022 - 10:13

Crederci sempre. Anche quando tutto, perfino l'andamento dell'intera gara, indurrebbe a pensare il contrario. Quello della mancata resa è forse il diktat di stampo mourinhano maggiormente entrato nella testa dei giocatori della Roma. Il match di Udine ne fornisce testimonianza recente. Ma non unica. Alla Dacia Arena i giallorossi hanno offerto una prestazione a dir poco deficitaria, raddrizzata soltanto dal rigore di Pellegrini in pieno extratime. Il risultato finale senz'altro accompagnato (per una volta) dalla buona sorte, ma anche dalle doti di un singolo - nello specifico Rui Patricio, che ha evitato il possibile raddoppio allo scadere dei 90 minuti - certifica nuovamente che carattere e voglia di non mollare contano almeno quanto la qualità della performance.

E l'andamento del campionato romanista, pur condizionato da fin troppi alti e bassi, dimostra che l'episodio vissuto in Friuli si inserisce in una tendenza ben precisa: la Roma è la squadra di Serie A che segna nel recupero più di qualsiasi altra. Sei reti realizzate oltre il minuto 90 (contro le cinque dell'Atalanta e della stessa Udinese, seconde nella speciale graduatoria) rappresentano la prova più che l'indizio di una precisa attitudine. A non piegarsi. Inclinazione cresciuta nelle ultime giornate, quando non a caso gli uomini di Mourinho hanno infilato otto risultati utili consecutivi. Ed è probabilmente ancora meno casuale che la striscia positiva abbia fatto seguito a una cocente rimonta subita, in casa con la Juventus, che al momento rappresenta l'ultimo ko incassato. A partire da quel 9 gennaio, i risultati sono stati tutti raddrizzati sul gong in senso opposto. Quello giusto. Dal 2-2 sul campo del Sassuolo acciuffato oltre il recupero grazie a un gol di Cristante; alla firma di Abraham a La Spezia dopo 99 minuti di assedio senza sbocchi; al rigore di Pellegrini a Udine. E soltanto la grottesca decisione dell'arbitro Abisso e del Var Nasca ha sottratto dall'elenco un'altra vittoria a tempo scaduto, quella col Genoa all'Olimpico firmata dal capolavoro di Zaniolo, annullato dopo tempi biblici.

Seguendo la divisione dei match riportata dal sito della Lega in spicchi da quindici minuti, la statistica si amplia ulteriormente. Nell'ultimo quarto d'ora di gara, la Roma è andata a segno ben dodici volte (pari al 26% dei 47 centri realizzati finora); cifra che sale addirittura a quota ventisette (quasi il 58% del totale) comprendendo anche i gol all'attivo nei quindici minuti conclusivi del primo tempo. Nell'arco della stessa fascia oraria, le reti incassate sono appena sei (tre per frazione di gioco nei 15' finali).

Soltanto numeri, certo. Che però con tre quarti di campionato alle spalle diventano più che indicativi. In entrambe le direzioni. Tanto per dare una lettura il più possibile onnicomprensiva, si potrebbe aggiungere che il risultato raggiunto in prossimità della conclusione, oltre a costituire un continuo rischio, mette in risalto le lacune mostrate nel resto della partita. E nel caso specifico della Roma non sono state poche, anche nel corso delle sfide dominate, quando a difettare è stata la cattiveria sotto porta, o la precisione in manovra e rifinitura, o ancora quando sono apparse evidenti le falle difensive. Ma se le si chiede di non mollare, pur con tutti i suoi limiti, questa squadra risponde presente.

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