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Una Roma mai in partita raccoglie punti in misura superiore ai meriti

Un rigore per un tocco di mano di Zeegelaar trasformato da Pellegrini davanti ai tifosi del settore al 94° regala un punto ai giallorossi. È andata di lusso

Pellegrini esulta dopo il gol (Getty Images)

Pellegrini esulta dopo il gol (Getty Images)

14 Marzo 2022 - 08:36

Finisce in gloria, con Pellegrini che ringhia davanti al settore degli oltre mille tifosi della Roma per il pareggio raggiunto su rigore all'ultimo tentativo, al 94° di una brutta partita che l'Udinese stava portando a casa grazie a un gol segnato al 15° del primo tempo e soprattutto grazie a un controllo deciso del gioco, nonostante il possesso palla lasciato ai giallorossi. La gloria stavolta è un pareggio, ma è andata di lusso, bisogna ammetterlo: basti pensare che all'89° e al 90° prima Pussetto e poi Samardzic hanno avuto la palla buona per chiudere la gara col raddoppio, approfittando degli enormi spazi concessi dallo schieramento tattico finale della Roma, con due soli difensori di ruolo (Smalling e Ibañez), due centrocampisti (Cristante e Veretout), un trequartista (Pellegrini) e cinque punte-cinque (in ordine sparso Perez, Zaniolo, Shomurodov, Felix ed El Shaarawy). Mourinho si era giocato tutti i suoi jolly nel disperato tentativo di cambiare l'inerzia di una gara che era apparsa sfavorevole sin dalle prime battute e in qualche modo l'obiettivo è stato raggiunto. Anche se è la seconda volta consecutiva, dopo Arnhem, che la Roma raccoglie punti in misura superiore ai meriti.

Peggio del primo tempo della Roma, per esempio, c'è stato solo il comportamento della regia televisiva della sfida trasmessa da Dazn che ha privato i suoi utenti della visione degli ultimi due minuti di gara, forse impietosita dallo scarso spettacolo offerto dalla squadra giallorossa. In pratica, il bis del primo tempo col Vitesse, solo che in Olanda avevi avuto la fortuna di andare all'intervallo in vantaggio di un gol, piuttosto casuale, mentre qui più razionalmente ad andar sopra è stata l'Udinese e anche stavolta l'impressione è stata che sia andata persino bene. Roma mai in partita, slegata tra i reparti, lunga nelle transizioni negative, corta quando doveva ripartire, completamente aperta alle iniziative avversarie sul proprio reparto sinistro (e vedremo perché), incapace di far fruttare il controllo nel possesso (64% a 36% nel primo tempo) perché si concretizzava in un improduttivo giro palla tra i difensori, ma quando poi si doveva risalire la corrente era un trionfo di trasmissioni del pallone sbagliate, con gran fatica per arrivare dalle parti di Zaniolo e Abraham, costretti peraltro a giocare sempre spalle alla porta e sistematicamente bloccati dagli aggressivi difensori bianconeri. Di contro l'Udinese sembrava assistita dalla brillantezza dei giorni migliori, a partire dalle pressioni azzeccate sulla trequarti avversaria: i due attaccanti Deulofeu e Beto a dividersi la marcatura dei tre centrali Mancini, Smalling e Ibañez, col supporto persino comodo della mezzala di parte (Makengo a sinistra e Pereyra a destra) nell'uscita sul terzo difensore, visto che Mourinho aveva scelto il centrocampo a due (Cristante e Oliveira, e scusate la perplessità ma i due davvero si fa fatica a vederli insieme) per mandare Pellegrini dalle parti dei più avanzati Zaniolo (stavolta a sinistra) e Abraham, sempre fermati dal posizionamento strategico del regista Jajalo a supporto dei tre difensori Becao, Pablo Marì e Perez.

Dove però l'Udinese ha sempre sfondato è sulla proprio catena di destra, dove si è spostato a giocare Deulofeu, vertice di un triangolo con Molina e Pereyra con continue iniziative che partivano da metà campo senza ostacoli per travolgere il povero Zalewski, che dovrebbe essere un trequartista (e palla al piede ha mostrato anche ieri di essere l'unico della Roma col dribbling secco) e invece è stato utilizzato praticamente da terzino sinistro. Da quella parte l'Udinese ha sfiorato il gol al 10° al terzo tentativo di sfondamento, con un rimpallo su Ibañez sfruttato da Pereyra, che poi ha provato ad ingannare Rui Patricio con un colpo sotto diagonale che è terminato oltre il palo più lontano. Un minuto dopo è ripartita bene la Roma ma Abraham e Zaniolo non hanno saputo sfruttare il due contro uno con Perez che è stato bravo a temporeggiare, così la tardiva conclusione di Tammy è stata masticata fuori. Al 15° Cristante e Zalewski si sono fatti superare banalmente a centrocampo da Molina che ha ancora impensierito Rui Patricio: e sul corner la palla è stata respinta fuori area e raccolta da Molina che di prima col sinistro ha pennellato un interno collo su cui il portiere portoghese, forse coperto, ha staccato con un attimo di ritardo, facendosi superare. Il vantaggio non ha determinato alcuna reazione nella squadra giallorossa. Al 26° Deulofeu è stato ammonito per simulazione dopo un contrasto in area con Cristante, al 32° la Roma si è fatta vedere dall'altra parte con un destro pretenzioso di Oliveira, controllato da Silvestri. Al 38° Zalewski in difficoltà nella propria area si è fatto soffiare il pallone da Makengo che si è girato in un fazzoletto di campo e ha scaricato un gran sinistro che non è entrato per un miracolo di Rui Patricio e della buona sorte: il tiro è stato deviato dal portiere portoghese di polpastrello sulla parte bassa della traversa, poi la palla ha colpito la testa di Rui, ha sbattuto sul palo ed è tornata in campo per essere definitivamente spazzata via. Clamoroso rischio corso per un raddoppio che ci sarebbe stato tutto.

Zalewski marca Pereyra (Getty Images)

Nel tentativo di aggiustare almeno parzialmente l'evidente squilibrio, Mourinho ha dato fiducia sin dall'avvio del secondo tempo a El Shaarawy, togliendo dal campo Oliveira, abbassando Pellegrini in regia con Cristante e mantenendo l'assetto con tre giocatori più offensivi. La Roma si è un po' spezzata in due e al 10° l'Udinese ha costruito la prima azione del secondo tempo che avrebbe potuto portare al raddoppio, con un'azione che da destra è arrivata al centro con la linea della Roma tutta schiacciata, con l'opportunità per Makengo di calciare sull'uscita rischiosa di Karsdorp: per fortuna il tiro è andato fuori, ma il francese avrebbe potuto servire alla sua sinistra Udogie lasciato completamente proprio da Karsdorp. L'Udinese ha cominciato allora a preoccuparsi di mantenere il vantaggio e ha abbassato la sua pressione, consentendo alla Roma di rialzare un po' la testa. Al 15° Cristante con un lancio dei suoi ha trovato in buona posizione El Shaarawy che però ha colpito di testa senza dare la giusta potenza alla conclusione. Al 20° Mourinho ha tolto Zalewski e Abraham per inserire Shomurodov e Felix, abbassando in fascia sinistra proprio il Faraone. E Felix ha avuto subito la palla giusta, con un bel destro improvviso sfilato vicino al palo su assist di Karsdorp. Al 28° l'olandese ha lasciato a Veretout e la Roma di fatto ha giocato senza esterno a destra, con la posizione presidiata teoricamente da Zaniolo, già piuttosto stanco. L'Udinese ha cominciato a perdere tempo, il collaboratore di Mou Foti ha protestato forte e Di Bello l'ha espulso. Al 30° un gran servizio di Pellegrini ha trovato El Shaarawy nell'inserimento giusto, sul cross Silvestri ha respinto di mano e prima Veretout e poi Pellegrini hanno provato a ribattere in rete trovando l'opposizione di Pablo Marì e Pereyra. Al 40° è entrato anche Perez per Mancini, a disegnare il definitivo 2-2-1-5. La Roma ha imbarcato acqua, l'Udinese ha sfiorato due volte il 2-0, poi una punizione lunga di Veretout allungata in area da Ibañez è stata controllata da Shomorudov e sporcata di mano da Zeegelaar, entrato da poco al posto di Perez. Pellegrini ha segnato il 7° sigillo in 20 partite facendo dimenticare l'errore con la Juventus.

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