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A prova di bomber, aggrappati a Dzeko: Edin può già giocare

L'attaccante bosniaco è tornato nel finale della gara di Torino dopo un mese. La sua importanza e la scarsa vena di Schick lo spingono in campo

Dzeko, di LaPresse

Dzeko, di LaPresse

24 Dicembre 2018 - 08:35

L'importanza di chiamarsi Edin. Ancora più evidente quando un'assenza di un mese sembra lunga un secolo. Quando un rientro nella lista dei convocati viene atteso alla stregua dell'Avvento. E un ritorno in campo, sia pure negli ultimi dieci minuti di una sfida difficilissima da raddrizzare, rappresenta più di una speranza. È una luce in fondo al tunnel. La parte conclusiva della gara di Torino - quella nella quale ha rimesso piede sul rettangolo di gioco - è stata troppo breve per dare indicazioni sul suo stato di forma, che dopo uno stop tanto prolungato difficilmente potrà essere dei migliori. In quel concitato finale del match contro i bianconeri peraltro il gioco è stato fin troppo spezzettato. Fra ricorso al Var, esultanze, proteste, sostituzioni, il pallone è rimasto più fermo che in movimento. Da qui il capannello finale dei giocatori della Roma intorno all'arbitro Massa, inviperiti per un recupero tanto esiguo quanto vanificato dalle continue interruzioni.

Fra i giallorossi protagonisti delle proteste più vibranti al triplice fischio, è stato facile scorgere proprio Dzeko. Talmente plateale nelle sue contestazioni (sacrosante) da essere punito con una salata ammenda dal Giudice sportivo (di cinquemila euro) per essersi rivolto polemicamente nei confronti del quarto ufficiale di gara. Non è fortunato quest'anno il bosniaco con gli organi di giustizia calcistica: l'ultimo precedente che lo riguarda risale a fine ottobre, quando a Napoli gli fu negato un rigore solare per una spinta alle spalle da parte di Albiol. In quell'occasione il numero 9 fu incredibilmente ammonito per simulazione e qualche giorno dopo al danno si aggiunse la beffa, con un'altra ammenda inflitta ai suoi danni.

La stagione ha preso una piega diversa dalle ultime due per il centravanti anche su altri versanti. Il numero dei suoi gol è più in linea con l'anno d'esordio in giallorosso (5 reti prima di Natale, 3 in campionato e 2 in Champions), che con quelli successivi. Caratterizzati da una vena prolifica che gli ha prima permesso di vincere due titoli di capocannoniere - in Serie A e in Europa League - e poi di diventare il trascinatore indiscusso dello splendido cammino romanista nella massima competizione continentale. Da agosto ad ora lo score del bosniaco è ottimo in Champions (5 centri per lui), ma fermo a quota due in campionato. Il primo, meraviglioso, realizzato alla prima giornata a Torino, che ha regalato alla Roma il successo last minute. L'altro a Empoli, che ha chiuso la gara contro i toscani sempre nel finale, permettendo di portare a casa un'altra vittoria esterna. L'ultima conquistata dai giallorossi. Poi il periodo negativo della squadra, gli infortuni in serie (fra cui proprio quello di Edin) e la scarsa consistenza di Schick alla prova dei fatti. Tutte circostanze che inducono a pensare che il numero 9 possa essere della partita contro il Sassuolo. Anche se difficilmente potrà avere i novanta minuti nelle gambe. Ma la sua presenza è di per sé già un conforto.

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