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Delneri: "A Roma esperienza sfortunata. Totti era più completo di Del Piero"

L'ex tecnico intervistato in vista del match di sabato: "Francesco avrebbe potuto giocare anche da regista alla Corini. Nel 2005 con la Juve sarebbe servito il VAR..."

Luigi Del Neri ai tempi della Roma, di LaPresse

Luigi Del Neri ai tempi della Roma, di LaPresse

La Redazione
20 Dicembre 2018 - 17:07

Luigi Delneri, ex allenatore di Roma e Juventus, è uno dei protagonisti del match program della sfida di sabato. Ecco uno stralcio della sua intervista:

Che le è rimasto del periodo romano?
"Furono mesi di lavoro intenso e duro. Si doveva ricostruire dopo le cessioni di Emerson e Samuel. Qualche risultato arrivò, ma non fu abbastanza. L'ambiente di Roma è molto esigente, c'è un bisogno sfegatato di vincere. Quando non succede, viene meno la fiducia. Ma è normale che sia così. Con un pizzico di fortuna in più, magari…".

Allude a qualche episodio sfortunato in particolare?
"Beh, ad esempio meritavamo di ottenere un risultato diverso nella gara contro la Juventus dell'Olimpico. Avessimo preso punti quella serata, magari, la stagione avrebbe preso una piega diversa. Considerando che quella partita in particolare, in quella stagione con Capello in bianconero, era molto attesa dai tifosi per rivalsa".

Diciamo che dal punto di vista arbitrale la Roma non fu aiutata quel 5 marzo 2005.
"Esattamente. Ci fu una vera e propria bagarre in quella partita. Andò così, con un gol assegnato in fuorigioco e un rigore concesso per un fallo fuori area. Col Var sarebbe stata diversa, probabilmente…".

La gestione dello spogliatoio fu la problematica principale di quella stagione?
"Non direi. Lo spogliatoio andava ricostruito considerando gli addii che c'erano stati, con uomini di forte personalità come Emerson e Samuel. È normale che ci siano stati momenti di fermento, d'altronde le rivoluzioni possono portare a questo. Però quell'esperienza fu molta preziosa successivamente per me".

Più complicato l'anno a Roma o alla Juventus?
"Dico Roma. Come detto, Roma ha bisogno di essere vincente, di recitare un ruolo da protagonista. In quella stagione non era possibile fare più di quello che ottenemmo. Per questo rassegnai le dimissioni a marzo dopo Cagliari-Roma 3-0. Lasciai, comunque, la squadra al sesto posto, con i punti che poi furono decisivi per raggiungere la salvezza. I calciatori forti che avevamo diventarono il punto di forza della Roma di Spalletti. Penso a Mexes, Perrotta, lo stesso Ferrari, De Rossi. E, naturalmente, Totti".

Totti è stato il calciatore migliore che ha allenato in carriera?
"Sicuramente il più completo. Ne ho avuti anche altri di forti come Del Piero, Cassano, ma Francesco sapeva fare tutto. Era universale. Un fuoriclasse a tutto campo".

È vero che l'aveva immaginato anche regista di centrocampo alla Corini?
"Sì, secondo la mia visione di calcio. Aveva tutto per fare quel ruolo: fisico, capacità nell'uno contro uno, lancio, visione di gioco, spessore, personalità. Poteva giocare lì, ma poteva stare davvero ovunque. Non a caso da centravanti ha segnato gol a raffica".

Vedrà la sfida di sabato sera dell'Allianz Stadium?
"La vedrò, certo. Da appassionato di calcio. La Juventus è fortissima e questo si sa. La Roma è in fase di rilancio. Vedremo. Mi auguro sia una bella partita".

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