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Spalletti: "Per me Rocchi ha fatto una buonissima partita"

Il tecnico dell'Inter nel post-partita: "Voi giornalisti dite falsità: non ho mai cacciato Totti da Trigoria, né l'ho fatto smettere di giocare"

La Redazione
02 Dicembre 2018 - 22:22

Il tecnico nerazzurro, Luciano Spalletti, ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue parole:

Voleva anche lei il controllo al Var sul contatto Manolas-Icardi?
"No, per quanto mi riguarda no. Quelli da fuori hanno la possibilità di farlo rivedere o no. Si è chiesto di andare a verificare le situazioni mezze e mezze. Se si fa intervenire sempre poi si va più lunghi. Ormai c'è sempre il problema che tutti vogliono avere la certezza di quello che è successo".

Non hai ancora visto gli episodi?
"Sentivo Gandini scatenato sul cambio di campo, che poi non è un cambio di fronte, perché lui si è fermato lì a ragionarne con quelli di fuori".

Vuoi vedere gli episodi?
"No. Per quanto mi riguarda mi sembra che Rocchi abbia fatto una buonissima partita. Ha scelto molte cose per bene, anche la mia espulsione. La mia reazione era per quello che è stato il fallo, perché mi ha interrotto una bella ripartenza. Mi ha detto che aveva visto che era fallo... Dai... Ha fatto bene. L'ho accettata. Sono andato negli spogliatoi, rinchiuso. La mia reazione è stata scomposta. Parliamo della partita ora ragazzi! La partita!".

Ci siamo divertiti, è mancato qualcosa nell'ultimo passaggio all'Inter?
"Più di qualcosa (ride, ndr). Perché in alcune situazioni siamo andati a forzare, senza vedere l'uomo libero, senza trovarlo mai. Però poi abbiamo trovato una Roma davvero tosta. Io pensavo che palleggiando un po' di più, la mia scelta iniziale con quei tre centrocampisti, pensavo che avrebbero mollato. Per me una partita bella, due squadre che hanno fatto una buonissima gara. Dice che un punto per uno non serve a nessuno, per me invece serve a entrambe, dà convinzione. Anche poi per andare a fare gol nelle situazioni di vantaggio, quando sei andato a superare un intero reparto e hai la superiorità numerica".

Ci colpisce sempre il gesto tecnico. Come il colpo di testa di Icardi.
"Lui è questo qui. E' veramente l'estensione del bomber in funzione del gol. Poi chiaro che diventa difficile chiedergli qualcosa di diverso. Perché lui si fa trovare pronto in queste occasioni. Valgono tutte e due, vale questo, vale a volte essere legato alla squadra e far salire. Loro erano bravissimi a metterci in ombra sempre un centrocampista con il loro pressing quando facevamo il retropassaggio al portiere, e quindi non si poteva sfruttare quel vantaggio nel palleggio. Loro venivano a pressare alto sul retropassaggio. Però Icardi ha una qualità enorme, e ha una sfacciataggine immensa quando si trova di fronte alla porta". 

Però contro il Tottenham si poteva fare...
"Ma allora è lo stesso discorso di quando mi dici: Perché hai sempre la testa abbassata? Il nostro lavoro è pensiero. Si va a migliorare un pochino i giocatori. Lui è un goleador, e le sue caratteristiche sono queste. A questi goleador forti poi il voto viene dato attraverso i gol che portano a casa. Secondo me ne farebbe di più venendo a giocare coi mediani. Perché si creerebbero spazio. Ma lui si sta impegnando per questo. Eppure viene da lontano questo suo atteggiamento. Non si può chiedere... gli si chiede eh! In tv dobbiamo sempre difenderli i nostri. Ma a lui si chiede. Con queste linee del fuorigioco allenate, con palla scoperta e palla coperta che viene letta molto bene, lui deve stare attento e bisogna stare sempre in guardia".

Dopo le parole del padre di Lautaro, come ti ha guardato il figlio il giorno dopo?
"Lui si è vergognato perché aveva parlato bene nello spogliatoio, poi si parla anche di questa cosa qui. Prima si parla con la squadra, che deve sapere come ti comporti con queste vicende. Poi lui è rimasto a parlare lì con me, ed è stato perfetto. Lui ha detto: Mister mi dispiace, io non sapevo nulla e gliel'ho fatto togliere dopo 5 minuti. Cosa che tutti mi hanno confermato. Il ragazzo è un calciatore veramente forte, di carattere, e si difende da solo. Anche Zanetti, uno della società, è venuto a sentire. Non vado a rovinare il rapporto tra il calciatore e la società. Se lui insisteva sulla posizione, ovviamente andavano prese decisioni... Poi io ormai sono abituato a gente che mi viene addosso".

Mogli, fidanzate, padri, parenti...
"Sono vaccinato. Non mi creo tanti problemi. Anzi ora mi fanno proprio divertire. E' lui che mette in difficoltà tutti quando va negli spogliatoi. Questa volta è stato tutto più facile per il suo atteggiamento".

Se arrivavi due minuti prima c'era Totti.
"A me faceva piacere salutarlo. Dite voi alcune cose che non sono corrette da dire... Dite cose non corrette, tipo che io l'ho fatto smettere. Quando rispondo a qualcuno poi voi vi compattate tutti. Io non l'ho fatto smettere. La società che io andavo via lo sapeva da inizio stagione. Ho detto: io, voi fate come volete, non rifirmo. Lui poteva continuare, invece ha smesso. Poi c'è una cosa da dire ancora. Voi dite che io l'ho mandato via da Trigoria. Io non ho mandato via nessuno. Io ho detto. Siccome era Totti, siccome era capitano, gli ho detto che non avrebbe fatto parte della panchina quel giorno lì. Siccome era un giocatore importante, non potevo portarlo alla riunione tecnica per dirglielo. Questo episodio qui è avvenuto con Vito Scala, con Andreazzoli e con uno della società, in quel caso il team manager. Li ho portati a sentire. Manolo Zubiria. Siamo andati in sala riunione. Quello che gli ho detto: le cinque partite vinte, non andava bene niente... va bene tutto. Ma visto che lui ha avuto questa uscita qui, che dopo 5 partite vinte non va bene nulla, lui è andato via. Io non ho mandato via nessuno da Trigoria. Vi portate dietro questi due cavalli di battaglia: che l'ho fatto smettere e che l'ho mandato via da Trigoria. Falsità. C'erano testimoni. L'altra volta con Lautaro ho portato uno della società. E si può risentire. Non l'ho portato in ufficio, io e lui. C'erano tre persone. Anche a quei tempi facevo così. Io devo avere un comportamento giusto".

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