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Il match-winner: Veretoutto subito

Due gol all'esordio. Ha saltato per infortunio buona parte del precampionato, ma il francese è immediatamente tornato protagonista, dopo i 10 centri del 2020-21

Jordan Veretout contro la Fiorentina, di Mancini

Jordan Veretout contro la Fiorentina, di Mancini

24 Agosto 2021 - 20:38

L'hanno decisa gli ultimi arrivati la prima partita all'Olimpico di José Mourinho: resta negli occhi la magnifica prestazione di Tammy Abraham - due assist vincenti, un'espulsione provocata, del portiere avversario, una traversa di testa e un dribbling di tacco per cui si è alzato tutto lo stadio - ma sul tabellino c'è la doppia firma di Jordan Veretout. Che non è certo un nuovo acquisto, visto che a 28 anni è alla terza stagione con la Roma, che lo aveva preso proprio dalla squadra a cui ha fatto due gol (senza esultare) domenica sera, ma è arrivato per ultimo perché aveva un problema muscolare, e per buona parte del ritiro in Algarve è stato costretto a lavorare a parte, saltando le prime 7 amichevoli, in cui spesso Mourinho - che non a caso continua a chiedere un centrocampista in più - ha fatto giocare due che lo scorso anno erano in Primavera come Bove e Darboe. Rispetto a quel periodo, in cui l'alternativa ai due giovani era il solo Diawara, sono rientrati Villar, portato in panchina dopo aver recuperato dalla distorsione di primo grado al ginocchio sinistro rimediata a fine luglio, e Cristante, che aveva avuto il supplemento di ferie post Europeo, ma per Veretout cambia poco: il suo posto è al sicuro, e lo resterà anche se dovesse arrivare Zakaria, o chi per lui, a rinforzare numericamente la linea di centrocampo. Perché la Roma sta cercando un regista, un profilo con uno spessore diverso rispetto a Diawara e Darboe, e con caratteristiche diverse rispetto a Cristante, che quest'anno smetterà di fare il difensore centrale (cosa che gli riusciva meglio con una linea a tre che con quella a quattro di quest'anno) ma resta più un mediano che un organizzatore di gioco: un incursore come Veretout in rosa non c'è, cosa che lo rende l'unico vero insostituibile.

Occhio a Bove

Anche se Mourinho sembra aver visto qualcosa in Edoardo Bove, classe 2002, un prodotto del vivaio che Paulo Fonseca aveva lanciato in serie A nel finale della gara con il Crotone, insieme a Zalewski (che però aveva già debuttato in Europa League, contro il Manchester United, propiziando l'autogol della vittoria). Un centrocampista completo, veloce e tecnico, che eccelle negli inserimenti in fase offensiva: lo scorso anno, pur dovendo fare i conti con vari problemi fisici, che gli hanno fatto giocare solamente 21 partite su 31, il centrocampista che Mourinho ha messo in campo al 42' della ripresa, proprio al posto del francese, preferendolo a Villar e Diawara (oltre ovviamente a Darboe, convocato ma dirottato in tribuna col terzo portiere Boer) ha segnato 3 gol, uno ogni 7 gare, senza battere i calci piazzati. Il giocatore che gli ha lasciato il posto invece è diventato il rigorista della Roma, e ha ben altri numeri: lo scorso anno è stato, con gli stessi 10 gol in campionato di Borja Mayoral, il vice-capocannoniere della Roma, dietro Mkhitaryan (13), mentre al termine della prima giornata, con i due gol di domenica sera (il primo di sinistro, su assist di Abraham, il secondo di destro, su filtrante di Shomurodov, entrambi di prima intenzione) è capocannoniere della serie A, insieme a Zaccagni e De Silvestri. Giovedì, contro il Trabzonspor, toccherà di nuovo a lui: Bove è un ottimo prospetto, ma il vantaggio acquisito dalla Roma vincendo 2-1 l'andata non è tale da permettere troppi esperimenti, in una gara a eliminazione diretta. Più facile che tocchi a Shomurodov, che in Turchia aveva segnato, e pure domenica è sembrato in forma: Abraham, stanchissimo, è uscito al 69' mettendosi del ghiaccio sul flessore, in Conference non partirà titolare.

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