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L'ira di Monchi: "Colpa di Orsato"

Lo spagnolo da quando è a Roma non aveva mai protestato per i torti arbitrali ma l'episodio di ieri sera gli ha fatto perdere la pazienza

Monchi

Monchi

04 Novembre 2018 - 13:55

Cominciamo con un grazie. È per Alessandro Florenzi che con il suo sinistro vincente ha evitato un'ingiustizia di proporzioni bibliche. E ora ci permette di dire quello che pensiamo dopo aver visto. Cioè uno scempio. L'ennesimo nei confronti della nostra Roma. Ed ennesimo è riferito a questa stagione, perché non stiamo qui a rinvangare un passato che, pure, tanto per dirne una, portò la classe arbitrale a chiederci scusa. Quello che è successo ieri a Firenze ha un colpevole e un complice (Banti). Il maggiordomo, perché è sempre il maggiordomo il colpevole, è un signore che quando c'è di mezzo la Roma riesce a non vedere, non sentire, non parlare. Ieri il signor Daniele Orsato di Schio ne ha combinata un'altra. Sancendo un inedito, cosa che ormai credevamo impossibile nel calcio. Confermando il calcio di rigore fischiato da Banti (un altro bono) in campo per una facciata di Olsen sullo scarpino di Simeone, peraltro lanciato da una sciocchezza di Under in un primo tempo stradominato dai giallorossi.

Perché questo è stato, senza se e senza ma che pure i professori televisivi hanno provato ad argomentare forse perché maggiordomi amici del maggiordomo di Schio. In sostanza lo svedesone si è preso una scarpinata in faccia e gli hanno fischiato rigore contro. Roba da manicomio. Che è arrivata a completare (si spera) la serie di errori nei confronti di una Roma che dall'undici febbraio scorso non ha più avuto un rigore a favore (Benevento in casa). Per gli smemorati, ricordiamo pure quello che è successo in questo campionato: il rigore non dato su Dzeko contro la Spal, il rigore dato allo Spal, il rigore ancora su Dzeko a Napoli trasformato in ammonizione per simulazione, un possibile rigore ieri a Firenze per un fallo di mano in area di un giocatore viola. Basta per sbottare? Basta e avanza. Lo ha certificato un signore come Monchi nel dopo partita. Perché se a sbottare è una persona per bene come il dirigente spagnolo, allora vuole dire che il vaso è colmo.

Monchi furioso

Da quando si è trasferito alla Roma, sono trascorsi diciotto mesi. Bene, se la memoria non ci inganna, e crediamo proprio che non ci inganni, Monchi non lo avevamo mai sentito parlare di arbitri e dintorni. Eppure nella passata stagione, particolarmente in Champions League (sfide con Barcellona e Liverpool in particolare), ce ne sarebbero stati di motivi per puntare il dito nei confronti di pessimi e colpevoli fischi arbitrali. Disse giusto qualche parola (soprattutto dopo il Liverpool), ma niente di che. Tutto il contrario di quello che è accaduto ieri nel dopo partita del Franchi. Quando abbiamo scoperto l'altra faccia di Monchi. Che non ha avuto nessun timore o remora a puntare il dito nei confronti del signore (signore?) di Schio che, evidentemente, in occasione del rigore fischiato da Banti, doveva essere andato al bagno colpito da improvvisa dissenteria. Al fischio finale dobbiamo confessare che avevamo temuto che la Roma continuasse a tenere un profilo basso, peraltro lodevole tra le urla di un calcio italiano che nonostante la tecnologia continua a infangare la giustizia. E invece ecco Monchi a mettere i puntini sulle i: «Di questa partita non mi è piaciuto praticamente nulla, a parte il gioco della Roma che invece è stato vicino a quello che deve essere. Non credo di dire una sciochezza, sostenendo che la Roma meritava di più. Mi dispiace perché c'è stata una decisione che ha cambiato la partita. Sono qui da diciotto mesi, non ho mai parlato di arbitri e non ne voglio parlare, penso che non sia stato responsabile di nulla. Ma oggi abbiamo la possibilità di utilizzare il Var, che può essere utile in situazioni come quelle di oggi».

E chi c'era al Var? Il signore (signore?) di Schio. E allora il capo d'accusa è diventato molto più circostanziato e senza possibilità di essere equivocato. Con Orsato sul banco degli imputati: «La Fiorentina ha segnato su calcio di rigore. Il problema è che quel rigore non c'era, come peraltro dicono tutti. Bisognava rivederlo, dobbiamo fare una riflessione perché noi non parliamo mai, ma anche contro la Spal abbiamo subito un rigore contro, mentre a Napoli non ce ne è stato dato uno. L'arbitro in questo caso è l'ultimo responsabile, ma c'è una persona che non è la prima volta che si rende protagonista di queste situazioni. C'era anche l'anno scorso contro l'Inter (chiaro riferimento a Orsato al Var quando non fece rivedere a Irrati un evidente fallo di Skriniar su Perotti in area con la Roma in quel momento in vantaggio, ndr). Chiedo un po' di certezza e di giustizia. Sono convinto che nessuno lo faccia di proposito, rispetto gli arbitri ma la Roma non può sempre restare zitta. Se dobbiamo parlare, parliamo. Ma non penso sia questa la strada: la strada sarebbe semplicissima, è quella di utilizzare il Var. Io sono un difensore ad oltranza del Var, credo che protegga tutti, a partire dagli arbitri. Qui a Firenze era una situazione chiara in cui il Var doveva intervenire».

E invece non è intervenuto come lo scorso anno contro l'Inter e guarda caso davanti alle telecamere c'era sempre il signore (signore?) di Schio. E la cosa non è andata giù a Monchi ma a tutta la Roma, al punto che Orsato, in qualsiasi veste, il club giallorosso non lo vorrebbe rivedere più. L'ira di Monchi non si è placata neppure quando hanno provato a dirgli che il signore (signore?) di Schio in base al protocollo Var, aveva le mani legate e non poteva intervenire: «Posso capire tutto ma credo che il Var debba intervenire quando c'è un errore in flagranza. Ogni volta che guardo l'episodio mi arrabbio. L'arbitro è l'ultimo responsabile, c'è una persona che guarda tutto tranquillo e seduto su una sedia... Almeno il Var deve richiamare l'arbitro per far rivedere un episodio. Non dimentichiamoci che siamo in tanti a lavorare per questa squadra e per questi tifosi». E meritano rispetto.

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