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La nostra idea di azionariato popolare (del) Romanista

A Palazzo Brancaccio i soci del giornale, le aziende e la Roma nella data speciale del ventennale del terzo Scudetto. Celebrata da un film

Un momento dell'intervento di Stefano Scalera

Un momento dell'intervento di Stefano Scalera

27 Giugno 2021 - 15:00

Noi del Romanista la celebrazione per lo scudetto del 2001 l'abbiamo vissuta trascorrendo una serata a Palazzo Brancaccio a festeggiare i nostri soci, a rappresentare alle aziende le strategie commerciali per il 2021-2022, chiacchierando con Luca Di Bartolomei della visione del calcio che aveva Agostino e mostrando a tutti i nostri ospiti il cortometraggio 7305, un gioiellino cinematografico di dieci minuti che tutti possono godersi cliccando sul nostro sito o sulla pagina del nostro canale youtube. A modo nostro, come è tutto nostro, e quindi vostro che lo apprezzate, il modo di rappresentare ogni giorno, dal 2004, ciò che accade intorno alla Roma. Con il rigore, il rispetto, la professionalità, l'affetto e l'attenzione che il nostro delicato compito richiede.

Da un po' di tempo in qua, peraltro, nella società editrice del Romanista stiamo portando avanti un progetto che rimanda al tema dell'azionariato popolare. Se ne parlò anche per l'Associazione Sportiva Roma, qualche tempo fa. Ora l'argomento è d'attualità soprattutto a Milano, sponda Inter, come succede quando in una piazza s'intuisce che ci potrebbe essere un periodo più o meno lungo, e quindi più o meno preoccupante, di transizione tra una proprietà forte e un'altra. La questione invece è soprattutto culturale. Ogni club calcistico dovrebbe avere nella propria compagine azionaria un trust di tifosi con un diritto di partecipazione alla vita societaria e di voto comunque rilevante secondo percentuali che poi ognuno dovrebbe stabilire in rapporto alle proprie esigenze e alle proprie peculiarità. In Spagna hanno un modello, in Inghilterra un altro e in Germania un altro ancora: e lì di sicuro non mancano imprenditori/tifosi con solide capacità di intervento finanziario. Ma i tifosi, nelle diverse modalità, intervengono, appoggiano o hanno il potere di far fallire i progetti che i dirigenti devono presentare loro. In Italia, purtroppo, il tema si ripropone solo quando non ci sono i proprietari. Ecco perché la questione è prima di tutto culturale.

Ovviamente chi acquista e poi presiede un club con fatturati significativi non gradisce l'"ingerenza" dei tifosi, almeno così viene spesso percepita la voce del supporter in Italia. All'estero invece il loro contributo è considerato decisivo e dirimente, dipendendo quasi tutte le fortune del club dai tifosi stessi, dalla loro partecipazione ai progetti sportivi come a quelli commerciali. Così al Romanista stiamo perseguendo l'idea di realizzare l'azionariato popolare, ma del giornale. Perché come inscritto nel sottotitolo della testata, se siamo il quotidiano dei tifosi più tifosi del mondo allora dobbiamo esserlo realmente. Così stiamo allargando la nostra platea societaria consentendo a chiunque volesse di acquistare una quota (e solo una, affinché nessun socio possa "prevalere" su un altro ma tutti possano far valere la propria voce). Al momento siamo a 25 soci, ma la compagine è destinata ad allargarsi giorno dopo giorno.

In più abbiamo riservato a tutte le aziende che investono nella nostra testata una serie di piacevoli e assai redditizie attività inquadrate nel Romanista Business Network che abbiamo presentato proprio lo scorso 17 giugno a Palazzo Brancaccio. E nel corso della serata abbiamo chiacchierato con Stefano Scalera, External Affairs Director di As Roma, delle prospettive di sviluppo del club e del progetto dello stadio e abbiamo anche presentato in anteprima un splendido cortometraggio realizzato in coproduzione con i nostri partner di biancocreativo. Il film, visibile sul nostro canale youtube, si intitola 7305 e ha una durata di quasi 10 minuti, è nato dalla penna creativa di Riccardo Meli, è stato girato dal regista Alberto Gelpi, con la produzione dei fratelli Luca e Alessio Tedesco, e racconta quattro diverse storie di inclusione e passione unite da un sottilissimo filo conduttore giallorosso. Il film è stato girato in quattro diverse location (tra cui il centro logistico multifunzionale per automobili del nostro sponsor Stefano De Clementi), con i costumi di Tania Valenti e ha visto la partecipazione di diversi attori: Stefano Sparapano, Giordano Petri, Carla Cogliandro, Marinella Marini, Raffaella Camarda, e i giovanissimi Emma Gardini, Daniele e Davide Forfori, Andrea Lombardini, Andrea Volonté e Francesco Fasan, con la voce narrante di Rebecca Mancineschi. Guardatelo.

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