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Le parole

Rizzoli: "La Var a chiamata potrebbe essere una soluzione"

Il designatore arbitrale della Serie A: "Non avrei nulla contro, ma le regole devono essere uguali per tutti. Bisogna migliorare e ampliare il protocollo"

La Redazione
29 Giugno 2020 - 08:39

Nicola Rizzoli, designatore arbitrale della Serie A, è intervenuto ai microfoni di "Radio Anch'io Sport", sulle frequenze di Radio1. L'ex direttore di gara ha parlato del possibile utilizzo della Var a chiamata, dopo le polemiche del presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, al termine dell'ultima giornata di campionato:

Var a chiamata?
"Certamente potrebbe essere una considerazione. Non è un'idea che ci vedrebbe contrari. Si tratta di una scelta fatta da un ente che gestisce le regole e il protocollo. Questo è un problema che si riscontra in Italia. Non per una questione di arbitri, ma per un approccio diverso dei protagonisti. Io personalmente non avrei nulla contro, ma sicuramente bisogna fare la considerazione che ci troviamo all'interno di una competizione europea e le regole devono essere uguali da noi come da tutti. Non so se toglierebbe le polemiche. Provare potrebbe essere una soluzione, ma noi adesso non possiamo fare scelte personalizzate".

Perché l'arbitro non va a rivedere?
"Il calcio non è una scienza, quindi i dubbi possono esserci. Se noi dovessimo usare la tecnologia sempre sarebbe davvero importante in termini di tempistiche. Questo è uno dei motivi per i quali si è scelto di usare la Var così: per errori chiari. Poi ci sono gli sbagli, ma non sono dovuti ad approcci culturali. Si tratta di applicare ed interpretare un protocollo che spesso limita. Bisogna migliorare il protocollo e ampliarlo. Il progetto Var è comunque una cosa 'giovane'. C'è solo da tre anni e può essere migliorato. In 20 anni il rapporto arbitri-assistenti è cambiato e anche tra arbitro di campo e di Var bisogna perfezionarsi".

Avrebbe dato il rigore alla Lazio?
"Dal campo difficilissimo da valutare. Come dinamica senza dubbio si propende per il fallo. Non tutti hanno parlato subito di errore. Si è trattato di una cosa che al 99% tutti gli arbitri avrebbero dato rigore".

L'episodio di Brescia?
"Molte cose bisogna vederle nella dinamica dell'azione. Sono percezioni che indubbiamente sono complicate da valutare. Il calcio non è una scienza. Si tratta del frutto di interpretazioni".

Il caldo?
"Parliamo di una competizione come se fosse un torneo internazionale. Credo che la difficoltà maggiore sia quella di ripartire dopo un lungo stop non tanto delle temperature. Si tratta di un campionato dentro un campionato".

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