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Calcio e Covid

Euroscettici: la Ligue 1 si ferma, caos in Bundesliga

Il Premier francese: «Niente calcio prima di settembre». In Germania c’è l’ok alla ripresa ma piovono polemiche dalle tifoserie

29 Aprile 2020 - 07:00

La Ligue 1 si ferma almeno fino a settembre: a dare la notizia è stato il Primo Ministro Edouard Philippe nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio per presentare il piano di riapertura della Francia a partire dall'11 maggio. «La stagione sportiva professionistica 2019-20 - ha dichiarato Philippe - non potrà riprendere prima di settembre». Il Governo ha comunicato che potranno riprendere le attività individuali all'aperto, ovviamente nel pieno rispetto del distanziamento sociale, ma «non sarà possibile praticare sport in luoghi coperti, né sport di squadra o di contatto. Gli eventi che riuniscono o potrebbero riunire più di 5.000 persone non potranno essere consentiti fino a settembre».

Una notizia-bomba, se si tiene conto che la Ligue 1 è il primo dei cinque principali campionati europei a optare per lo stop. Dopo l'Eredivisie e la Jupiler Pro League belga (sulla quale si attende la votazione decisiva del 4 maggio), anche la Francia ha deciso che non si potrà tornare in campo nemmeno in estate. Fermati i primi due campionati transalpini, rischia di slittare anche l'inizio della stagione 2020-21, fissata inizialmente per il 7 agosto. Nel tardo pomeriggio il Ministro dello Sport, Roxana Maracineanu, ha avuto un summit in videoconferenza con i vertici della Lega Calcio francese, a cui hanno preso parte anche il numero uno del sindacato dei calciatori e alcuni presidenti dei club: la Maracineanu ha spiegato le ragioni che hanno portato Philippe alla decisione di fermare Ligue 1 e Ligue 2, sottolineando che non si esclude la possibilità di tornare in campo (ovviamente a porte chiuse) a partire da agosto; in tal caso, sarebbe possibile dare regolarmente il via alla stagione 2020-21, ma tutto dipende dall'evoluzione del virus.

Germania verso la ripresa

Situazione diametralmente opposta in Germania, dove la Bundesliga si prepara a ripartire in tempi brevi: i Ministri dello Sport dei sedici Laender (gli Stati federali) hanno dato il via libera alla ripresa «in stadi vuoti, da metà o fine maggio». Un ulteriore passo avanti verso il ritorno in campo, dopo l'ok arrivato dalla Dfl (la Federcalcio tedesca) la scorsa settimana. L'ultimo step ora spetta ad Angela Merkel, che domani incontrerà a Berlino i rappresentanti degli Stati Federali. Ma non mancano le polemiche: molte tifoserie dei principali club tedeschi sono contrarie alla ripresa, così come personalità politiche e culturali, che ribadiscono i rischi legati alla pandemia di Coronavirus in corso.

Si avvicina la ripresa anche in Inghilterra: il Governo ha dato il suo assenso alla ripresa della Premier League, che ora scalda i motori e si riorganizza per disputare le 92 partite rimanenti. Domani si terrà una riunione tra i rappresentanti del Governo, la autorità sanitarie e i dirigenti delle Federazioni sportive, al temine della quale verrà inviato ai venti club il protocollo per la ripresa. L'obiettivo è quello di riprendere gli allenamenti intorno alla metà di maggio, per poi essere pronti a giocare il 9 giugno: da qui in poi, un tour de force che permetterebbe al massimo campionato inglese di concludere entro la fine di luglio.

D'Hooghe: «Sono scettico»

«Non si dovrebbe tornare a giocare prima della fine di agosto o l'inizio di settembre». Così Michel D'Hooghe, a capo del Comitato Medico Fifa: il belga, seppur indirettamente, critica dunque le decisioni che si apprestano a prendere inglesi e tedeschi: «Dobbiamo essere prudenti - le parole di D'Hooghe al The Times - e se c'è una circostanza in cui la salute deve prevalere sull'aspetto economico, è questo il caso. Sono scettico riguardo alla ripresa: come possono i calciatori mantenere il distanziamento sociale mentre giocano?».

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