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Aquilani: "La Roma non mi ha cacciato. Furono costretti a vendermi"

L'ex centrocampista della Roma ricorda: "Dovevo scegliere tra Roma e Lazio. Tempestilli disse a mio padre di andare a Trigoria per firmare. Il cuore decise per me"

, di LaPresse

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La Redazione
29 Marzo 2019 - 11:04

Alberto Aquilani, ex centrocampista della Roma, ora presidente della Spes Montesacro (società di Roma Nord), ha parlato in una lunga intervista al sito Gianlucadimarzio.com. Ecco un estratto della sua intervista.

Gli inizi di carriera: "Dovevo scegliere tra Roma e Lazio. Tempestilli disse a mio padre di andare a Trigoria per firmare. Il cuore decise per me. Da giovanissimo rifiutai Chelsea e Arsenal, ci parlò mio padre lo chiamavano spesso".

I suoi ricordi: "La rabona a San Siro fu un gesto istintivo di classe, fortunatamente Totti riuscì a segnare". Il giorno delle 11 vittorie consecutive e l'abbraccio a Totti: "Uno dei momenti più belli della mia vita. Francesco era quello che noi avremmo voluto essere, ho avuto anche la fortuna di conoscerlo e di averlo come amico. Lo metto al primo posto, l'affetto va oltre".

Infine su Spalletti : "Mi ha insegnato tutto, mi faceva giocare e mi ha dato fiducia, lo ricordo con affetto"

Gli anni al Liverpool

"È stato difficile. Sarei andato in Inghilterra, in una città fredda, un cambiamento importante, ma ho giocato con giocatori incredibili. Torres, Mascherano, Kuyt"- continua ricordando Gerrard- "Uno dei più grandi con cui ho giocato. Il fatto che ci fosse lui incise moltissimo, non lo nascondo, è un campione". 

"Quando ero alla Roma ogni anno ricevevo offerte importanti, dissi no all'Inter e alla Juve, ma con la Roma declinavamo tutto". Fino al Liverpool: "Quell'anno ero infortunato, la Roma aveva problemi economici e doveva fare una cessione importante. Io e Vucinic avevamo diverse offerte, andò così misero 20 milioni sul tavolo. Non giocavo da mesi, mi ero fatto male, tutto faceva pensare che la mia avventura a Roma fosse arrivata al capolinea. Furono costretti a vendermi, ma non mi hanno cacciato. Ci tengo a ribadirlo"

"Ho conosciuto culture diverse, ho giocato in Portogallo (Sporting Lisbona), Inghilterra e Spagna (Las Palmas), la Liga è il più bel campionato del mondo e volevo giocare lì. Ora ho messo la famiglia al primo posto, ha inciso in alcune scelte. Ho due figlie e voglio stare vicino a loro, crescerle insieme a Michela".

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