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Giallo SuperLega: che succede ora?

Nessuno dei 12 fondatori ha abbandonato formalmente il progetto. La sentenza del Tribunale Commerciale di Madrid ha salvato Real, Barça e Juventus

Andrea Agnelli

Andrea Agnelli

Matteo Sperduti
26 Giugno 2021 - 18:09

Alla fine tanto tuonò che non piovve. Infatti, con una lettera del 14 giugno la Uefa, che tanto aveva decantato severi provvedimenti contro i 3 club ancora rimasti nel progetto Superlega, ha comunicato alla Juventus, e anche alla Federcalcio italiana per conoscenza, l'ammissione alla prossima Champions League della società bianconera. Questo anche in ragione della sospensione del relativo procedimento disciplinare che, di fatto, ha aperto le porte alla partecipazione alla massima competizione europea, guadagnata sul campo. La questione Super League a oggi, comunque, non è assolutamente risolta.

Infatti, nessuno dei 12 club fondatori della European Super League Company SL (società a responsabilità limitata che possiederà e gestirà la Superlega direttamente) e firmatari del Comunicato pubblicato nella notte dello scorso 18 aprile, ha ancora abbandonato completamente il progetto. Allo stato solo 9 società hanno deciso di non dare seguito all'adesione iniziale e, alcune di loro, nello specifico le squadre inglesi, hanno trovato un accordo con la Premier League per una multa da 20 milioni di sterline complessive, circa 23 milioni di euro, da pagare per cancellare l'iniziale partecipazione alla Superlega, con il conseguente obbligo di uscire dalla stessa. Obbligo, allo stato, ancora non adempiuto, tenuto conto delle ingenti penali inserite nel contratto di fondazione del consorzio tra società. A queste, poi, si aggiungono anche le sanzioni "patteggiate" con l'Uefa da tutti i 9 club "ribelli" che dovranno donare collettivamente 15 milioni in beneficenza per bambini, giovani e il calcio amatoriale, perdendo anche il 5% dei premi UEFA annuali che saranno redistribuiti nel sistema.

Nessuno ha ceduto le quote

Oltretutto, preme precisare, che nessuna delle 9 società che si sono allontanate dalla ESLC SL ha venduto la quota di partecipazione, ossia le azioni della società chiamata a gestire la Superlega: l'accordo iniziale, dunque, risulta essere in vigore ed i club non hanno nemmeno tentato di risolverlo. Da un punto di vista prettamente processuale, come detto, con una specifica nota il massimo organismo politico federale europeo ha sospeso il procedimento contro le 3 squadre rimaste nel progetto, senza però indicare un termine di conclusione dello stesso. Questo consentirà, dunque, alle società di partecipare, senza specifiche conseguenze, alle competizioni europee e non è detto che, in futuro, possano essere sanzionate, addirittura all'estremo con l'esclusione dalle Coppe Europee nelle prossime stagioni (sanzione che si ritiene improbabile).

Effettuando, infatti, una pura analisi normativa sulla costituzione della Superlega bisogna dire che questo, allo stato attuale, è un mero progetto di natura prettamente economica e commerciale, peraltro, ancora indefinito nelle sue linee essenziali e di realizzazione pratica. Ricordiamo anche che i 3 club - Juventus, Barcellona e Real Madrid - d'intesa si sono rivolti al Tribunale Commerciale di Madrid il quale ha emesso un provvedimento in loro favore affermando il principio per cui viene ordinato «alla Fifa e alla Uefa, nel procedimento, di astenersi dall'adottare qualsiasi provvedimento o azione; di rilasciare qualunque dichiarazione o comunicazione che impedisca o ostacoli, direttamente o indirettamente, la predisposizione della Superlega». Quindi, l'ordine è perentorio ovvero di evitare delle intromissioni che possano impedire la formazione e sviluppo del progetto nonché, specificatamente, di annunciare o minacciare di adottare qualsivoglia azione disciplinare o sanzionatoria. Inoltre, cosa ancor più pregnante, è stata sottoposta dallo stesso Tribunale di Madrid una domanda pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea per la violazione delle regole europee sulla concorrenza da parte della Uefa ai sensi degli articoli 101 e 102 del trattato sul funzionamento dell'Unione Europea e la decisione che verrà emessa sarà sicuramente vincolante per tutti gli altri giudici della UE chiamati a decidere sull'argomento (in particolare sulla posizione di monopolio della Uefa nella redistribuzione degli introiti da diritti tv, argomento anche questo molto caldo e discordante).

Questi procedimenti, di carattere civilistico, si aprono nel momento in cui l'Ordinamento Sportivo, attraverso i soggetti che ne fanno parte, vuole "imporre" le proprie regole andando contro quelle che disciplinano e sono vigenti in ambito europeo. Certo è che la Uefa, come tutti gli enti federali sportivi, ha una propria autonomia che non prevede alcuna interferenza da parte di soggetti terzi, tra cui anche i Giudici nazionali, ma avere una sentenza sfavorevole comporterebbe una forte richiesta di risarcimento danni da parte dei club verso cui è stato aperto il procedimento disciplinare e casomai, poi, anche penalizzati ingiustamente.

Il paradosso delle penalizzate

Di conseguenza, nel momento in cui Uefa e Fifa hanno ricevuto la notifica ufficiale dalla decisione emessa dal Tribunale Commerciale di Madrid con specifico richiamo all'intervento della Corte di Giustizia Europea, hanno giustamente sospeso il procedimento disciplinare con conseguente ammissione dei club alle relative Coppe Europee, senza l'applicazione immediata di alcuna sanzione. Paradossalmente, quindi, sono state penalizzate maggiormente quelle società che hanno abbandonato, almeno formalmente, il progetto piuttosto che le 3 ancora rimaste nel stesso. La Superlega, comunque, sarà l'oggetto del contendere nel prossimo futuro tra Uefa e massimi club europei soprattutto in vista di una evidente ed indispensabile riforma del sistema calcistico continentale. Però, sarà una "battaglia" che si svilupperà all'interno di un complesso contenzioso di carattere civilistico e che non potrà avere strascichi a livello sportivo. Ne vedremo delle belle.

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