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La lettera: "Per noi, con un figlio disabile e romanista, è un'odissea ogni volta che vogliamo comprare i biglietti"

Ci scrive il padre di un ragazzo portatore di handicap: "Le modalità di acquisto dei biglietti per i tifosi disabili sono da Medioevo"

La Redazione
19 Aprile 2018 - 14:36

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Leandro, padre di un genitore disabile, che ci descrive tutte le difficoltà che incontra non solo nell'andare all'Olimpico, ma anche nell'acquisto di biglietti per partite non di cartello come Roma-Genoa.

"Caro Romanista,
è da tempo che volevo sollevare la problematica dell'accesso dei tifosi disabili alla semplice possibilità di acquisto dei biglietti. Sono padre di un figlio portatore di handicap, romanista più di me, che spesso va anche da solo, quando può, alle partite offerte a prezzi ridotti per gli studenti, e  altre volte lo accompagno io. Non ho idea di come funzioni la cosa all'estero, e forse ne sapete più di me, ma trovo che le modalità per cui si accede alla possibilità di acquisto di biglietti per i disabili a Roma siano da Medioevo e rappresentino una offesa costante ai portatori di handicap e alle loro famiglie.

Non mi riferisco tanto, anche se ce ne sarebbe il motivo, agli eventi eccezionali tipo Liverpool o Barcellona, quanto alla routine prevista per le partite normali: è mai possibile che ogni volta che un disabile vuole andare a vedere la Roma debba presentarsi personalmente al Roma Store, oppure lo debba fare un suo familiare presentando OGNI VOLTA  la certificazione della Legge 104 e un documento, in originale, di identità? Faccio il mio esempio, per comodità, abitiamo a 40 km da Roma, ma non credo siamo gli unici,  ma cosa ci vorrebbe a creare un archivio elettronico dove depositare un'unica volta tutti i documenti necessari  per fare i biglietti on line? Per i non residenti a Roma non è neppure previsto! Cioè, chi  abita fuori Roma ed ha in famiglia un portatore di handicap è penalizzato due volte perché non può accedere ai servizi online che, comunque, ai disabili sono preclusi.

Abbiamo avuto la fortuna, perché a sto punto solo di culo si tratta, di vedere Roma-Barcellona ma la mattina presto del giorno della partita mio figlio si è dovuto mettere in fila per ore fino al punto che io ho dovuto chiamare al telefono il Roma Store pregandoli almeno di farlo aspettare su una sedia all'interno del negozio!  Queste sono cose umilianti per chi tutti i giorni deve combattere altre battaglie e, quando può, vorrebbe andare a vedersi in santa pace la sua squadra del cuore ( e stendiamo poi un velo pietoso sull'accessibilità dello Stadio Olimpico...). 

Scusami dello sfogo, non ho alcuna intenzione di mettere in ombra le grandi emozioni che stiamo vivendo ma, anche in occasione delle file per i biglietti del Liverpool, constatata praticamente l'impossibilità dell'acquisto, con mio figlio ci siamo detti "allora andiamoci a vedere Roma-Genoa". Non è stato possibile neanche questo: la biglietteria del Roma Store ci ha chiuso davanti, alle ore 18.00 (!!!).

Mi farebbe piacere che accennaste a questa situazione nel modo in cui lo ritenete giusto. Penso che una Società ,che il presidente Pallotta non manca mai di definire moderna ed al passo coi tempi, non dovrebbe consentire simili vergogne e dovrebbe invece adoperarsi (ci sono tutti i mezzi tecnologici per farlo) per cancellarle prima di subito, se tiene al buon nome ed alla sua immagine.

Sono a disposizione per qualunque tipo di chiarimento, qualora fosse necessario".

Leandro L. 

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