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"Respect"? Sì, per i tifosi. La Uefa faccia qualcosa perché ha il potere di farlo

"I tifosi sono i protagonisti assoluti del panorama calcistico europeo. Di conseguenza ascoltare i loro interessi è vitale per il bene del calcio", disse Aleksander Ceferin

21 Marzo 2018 - 15:01

"Respect". Quante volte ci siamo imbattuti in enormi banner della Uefa per promuovere il rispetto all'interno della manifestazione. "I tifosi sono i protagonisti assoluti del panorama calcistico europeo. Di conseguenza ascoltare i loro interessi è vitale per il bene del calcio. Il dialogo con le tifoserie può aiutare ad identificare e contrastare alcuni problemi comuni". Parole di Aleksander Ceferin, non un signor nessuno ma il numero uno e presidente del massimo organo sportivo di tutta Europa.

"Respect" che dovrebbe e deve essere un concetto sì condivisibile in tutte le sue sfaccettature, purché sia esteso anche e soprattutto alle migliaia di appassionati che annualmente mette mano al portafogli per svuotarlo anche dei centesimi pur di racimolare la cifra richiesta per poter sostenere la propria squadra.

Che se non è un diritto, poco ci manca. "Respect" allora e che sia scritto a caratteri cubitali e se ne parli quotidianamente. "Respect" ad esempio non è l'assistere a prezzi dei voli duplicati, triplicati, quintuplicati e decuplicati (stranamente) in concomitanza di urne, sorteggi ed accoppiamenti. "Respect" non  è l'imporre una spesa di 150, 200, 250, 400 euro per raggiungere una città che chiameremo Barcellona (oggi), ma domani potrebbe esser Liverpool e ieri è stata Madrid. Mete normalmente raggiungibili - durante la settimana - a cifre piuttosto contenute grazie alle compagnie aeree low-cost. Ma quale low, diranno in molti, cara ci è costata la città catalana dove, anche qui magicamente, un ostello ad una stella sembra esser improvvisamente diventato l'Hilton. E se non bastasse tutto questo, "Respect" non è né sarà mai - a meno di un boom economico che ci renda tutti quanti dei Paperon de' Paperoni - un biglietto di Curva a 40€ e uno di Distinti a 60€, né tantomeno un aumento di 15€ per ogni biglietto dei settori "Famiglia".

Così non solo non torneranno negli stadi, se mai ci sono state e andrebbero dette altre cose per smentire un leitmotiv piuttosto distorto, ma non ci si avvicineranno se non sotto le pressioni di figli desiderosi di vedere Messi in azione. Come se la cosa più bella di Roma-Barcellona fosse un uomo dai piedi divini e non un ritorno fra le prime 8 dopo dieci anni o una Curva Sud che si farà ancor più bella, indossando l'abito delle grandi occasioni per spingere con cori, battimani e bandiere al vento all'impresa. Ma questa è un'altra storia. "Respect" non è questo né tanto altro, soprattutto un biglietto ospiti a 89€ (centoottantamilalire, forse così si spiega meglio) per un settore che - credere sulla parola o visitare per conoscere - in un contesto normale non meriterebbe una spesa superiore ad una paella di carne (manco di pesce).

E allora se davvero per rubare le parole al numero uno di casa Uefa "i tifosi sono i protagonisti assoluti", che vengano tutelati e a quella parolona troppo spesso abusata "Respect" si aggiunga "Fans".

Uefa respect fans, non è una richiesta o almeno lo è stata in diverse occasione con striscioni e stendardi esposti in molti stadi. E' un grido di speranza e una richiesta dignitosa di chi, per amore, di quelli con la maiuscola, si priva di tanto per dare altrettanto e forse di più. Qualcuno faccia qualcosa perché qualcuno, se vuole, può.

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